Scoprirsi rinoceronti

SE UNA MATTINA TI SVEGLI RINOCERONTE
È terribile alzarsi una mattina, vedersi allo specchio e scoprirsi rinoceronti. Questa è una storia vera, mica un racconto di Kafka. Ero andato a dormire umano. Di notte ho avvertito un dolore sulla punta del naso. La mattina davanti allo specchio mi sono accorto della protuberanza sul naso. Ignoro l’origine dello strano foruncolo, una puntura, un’infezione. Il naso aveva un’enorme punta rossa acuminata a forma di corno. Ho cercato di abbattere l’insediamento abusivo sul naso: unguenti, pomate. Macché. Ho tentato di nasconderlo con un cerotto, ma il rinocerotto non attecchiva in punta. Ci vorrebbe il burqa. Non posso uscire di casa, niente cena stasera da D. Che scusa trovo? Non ci crederà se le dico la verità, che sono mutato in rinoceronte e non posso farmi vedere, non sono un animale domestico.. Non vado e basta, i rinoceronti mica avvisano. Per farmene una ragione e un vezzo da oggi mi firmo il rinoceronte, come Ferrara è l’elefantino; meglio rinoceronte che grillo o sciacallo, ho un naso importante… Devo rifarmi i documenti, cambiare codice fiscale, dirlo ai figli. Poi mi sono ricordato di Ionesco, che è l’autore del Rinoceronte, opera teatrale. I cittadini d’un tratto si trasformano in rinoceronti, allegoria di un imbarbarimento, frutto di un’epidemia di rinocerontite: “Immaginatevi un bel mattino di scoprire che i rinoceronti hanno preso il potere. Hanno una moralità da rinoceronti, una filosofia da rinoceronti, un universo rinocerontesco. Il nuovo capo della città è un rinoceronte che adopera le vostre stesse parole, eppure, malgrado ciò, la lingua non è la stessa. Le parole, per lui, hanno un altro senso. Come riuscire a capirci?”. Monito biblico o allegoria dantesca sulla vita contemporanea e i suoi effetti bestiali: ci stiamo inselvatichendo, regrediamo a rinoceronti. In serata il cortisone mi restituisce all’umanità ma il dubbio resta: che sia rimasto rinoceronte dentro?