Salvini risolve, educando…
È tutta questione di… lealtà.
Sabato scorso, per un mio errore esistenziale, mi sono imbattuto nella trasmissione Italia sera. Oltre al conduttore, erano ospiti l’ex onorevole Formigoni, Vittorio Feltri, un opinionista che vedo alla tv qualche volta, e una sconosciuta esponente del PD.
Di cosa discutevano? Beh, dell’esasperazione nella quale viviamo tutti per la questione immigrazione. È inutile che vi riferisca quali fossero le argomentazioni, perché erano le solite che ascoltiamo oramai in ogni dove. E non parlo dei media, ma dei supermercati, dei treni, dei bar, del sagrato della chiesa quando si esce dalla Santa Messa domenicale. Ovunque, insomma. Il problema rimane sempre lo stesso: cosa fare di fronte ad una situazione che vede la nostra nazione lasciata sola.
Volutamente sola. Politicamente complice, fino ad oggi, di atteggiamenti economico-finanziari che sfruttano la povertà che essi stessi hanno creato, desiderato e organizzato in questi anni. E noi sappiamo che le Istituzioni internazionali versano milioni e milioni di dollari ed euro nelle casse dei governi africani, e sappiamo anche che non abbiamo mai rimosso il vero problema: il livello abissale di corruzione dei politici locali. Corruzione contro la loro stessa gente, i loro stessi connazionali, con la collusione consapevole della finanza mondiale.
Ma vi è un altro dato, che emerge dalla visione di questa trasmissione: il livello becero, triste, aggressivo e volgare (nel peggior senso del termine… non in quello aulico dell’antropologia) dei modi in cui queste persone comunicavano. In una stalla avremmo trovato un maggiore igiene mentale, anche morale direi. E il livello di questo esempio è tale da farmi comprendere ancora meglio il perché anche i cittadini sono oramai sfiancati ed esasperati da questa situazione. Anche gli italiani, in rete e non solo, avendo davanti agli occhi questi esempi, reagiscono conformandosi a questo stile cosi violento e animalesco (offendendo la nostra specie, non certo gli altri mammiferi…). E se questo è diventato lo stile comunicativo, purtroppo mondiale, perché lo riscontro anche in altri Paesi (pensate alle ultime parole di Macron, allo stile di Erdogan, per fare solo due esempi), come possiamo meravigliarci dello stile del Ministro Salvini. Parla la lingua dei media, con lo stile dei media. Con qualcosa in più, però: vuole risolvere la questione, mettendo a tacere la blaterazione dei colleghi di passati governi. Ossia, interrompendo le chiacchiere, costringendo con azioni, meditate e pensate, gli altri Paesi europei ad assumersi la loro responsabilità. E tutti voi sapete che, come cristiano, penso che si debba trovare una soluzione per queste persone, anche di fronte alla strumentalizzazione di cui sono oggetto, per tutti i partiti, per le tutte le forze politiche internazionali.
Ora, la vera questione è proprio questa: l’Italia ha deciso di dire basta alla accettazione passiva, e forse per qualche accordo che non conosciamo e che esiste; e non è più disposta ad assumersi da sola la responsabilità di queste morti. Ecco, per me, ciò che sta facendo Salvini è un atto risolutivo, almeno ci sta tentando con serietà e determinazione.
E questo piace al popolo, anche a me, che sono popolo.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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