𝐑𝐮𝐛𝐲 𝐟𝐨𝐫 𝐞𝐯𝐞𝐫
Ma per quale misteriosa legge della fortuna, del fato, delle coincidenze astrali ogni volta che Berlusconi sgarra in politica, gli torna puntuale sui denti un bel processo
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Ruby for ever
Ma per quale misteriosa legge della fortuna, del fato, delle coincidenze astrali ogni volta che Berlusconi sgarra in politica, gli torna puntuale sui denti un bel processo e una bella minaccia di condanna, e viceversa ogni volta che si allinea tutto sparisce, viene messo a tacere? Lui diverge dalla linea governativa dettata dagli Usa ed eseguita da Draghi e dai Dem, e zanghete!, torna a galla sui media un bel processo avanzato dai decenni andati. Viceversa si allinea a votare Mattarella al Quirinale o si smarca a destra e apre a sinistra e tutto procede bene, i media tacciono. Giammai penserei alla giustizia a orologeria, piuttosto consiglierei vivamente Berlusconi di non assumere posizioni politiche che gli portano sfiga nella vita giudiziaria, mediatica e personale. Ha una certa età, dovrebbe averlo capito…
Posso dirvi la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, senza offesa per nessuno? Provo vergogna per l’eterno ritorno del processo Ruby ter. Vergogna per la Giustizia, per la Magistratura, per l’Italia. Prima che per Berlusconi e per il suo giro di zoccolette a libro paga.
Sono nato e cresciuto in una cultura col forte senso dello Stato e della dignità delle istituzioni, il culto della Magistratura e il rispetto della legge. Ammiravo e ammiro molti giudici, soprattutto del passato. Reputai necessaria a suo tempo l’inchiesta Mani Pulite. Sulla vicenda Ruby già da allora reputai sgradevole la comitiva di cui si era circondato Berlusconi, non mi piaceva la mescolanza di luoghi e persone tra ruoli istituzionali e feste private, statisti e papponi. Reputavo deprimente quel gineceo sultanesco di sgallettate, arrampicatrici da spettacolo, mezze troiette, che ruotava intorno ad Arcore. E reputavo indecente che un presidente del consiglio alloggiasse e stipendiasse a vita uno sciame di olgettine, indipendentemente se siano pagate per tacere o per alti meriti civili e umanitari. Detesto il reddito di puttananza. Erano soldi suoi, è vero, mentre diventava politicamente rilevante ed eticamente condannabile se qualche sua ausiliaria della sfera privata fosse eletta in qualche istituzione, come fu per l’igienista mentale Nicole Minetti. Se la sua presenza serviva a ristorare la vita privata di Berlusconi sarebbe stato giusto che se ne fosse accollato lui, come per le olgettine, l’onere di stipendiarla e gratificarla. Noi cittadini che c’entriamo, le istituzioni che c’entrano, la politica che c’entra.
Da queste premesse si capisce che non ho nessuna simpatia per quel mondo, i suoi attori, attrici o comparse e neanche per la versione mandrilla di Berlusconi. Ma trovo sconcertante che fior di magistrati debbano spendere il loro tempo, i nostri soldi, la giustizia, per accertare se durante le cene ci siano stati toccamenti o meno delle suddette sgallettate; se ci sia stato puttanesimo dilettantistico o professionale delle sullodate squinzie. Tutto per misurare il grado di coinvolgimento personale, erotico, economico dell’ex premier nella vicenda. Peraltro c’è sempre stato il lato b del potere, in politica e non solo, se penso pure ai regnanti della nostra grande industria che navigavano tra coca e prostituzione. Potrei citare testimonianze assolutamente attendibili, come quella di Carlo Dossi in Note azzurre, sulla vita privata del primo Re d’Italia, perfino peggiore rispetto a quella di B. Si potrebbe dire la stessa cosa del più amato Presidente degli Stati Uniti, Kennedy, e di fior di presidenti, leader e sovrani di mezza Europa. La magistratura non si è quasi mai occupata di queste puttanate. Potrei aggiungere che, come è risaputo, in questo processo non c’è una parte lesa, anzi tutte le parti, eccetto “l’utilizzatore finale”, ci hanno guadagnato e hanno agito in piena libertà e consapevolezza. Non c’è stata costrizione né raggiro né violenza, né può esserci la prova di qualunque atto sessuale compiuto con minorenni benché maggiorate. Se non ci sono testimoni e i due interessati negano che vi sia stato qualunque atto sessuale, a cosa vi attaccate, chi è la vittima, di che cosa stiamo parlando? In realtà stiamo parlando di un clima godereccio, di corpi procaci e anziani arrapati; di canti, cene, magari qualche palpatina, con animazione nelle braghe di qualcuno. Sociologia del malcostume, non criminalità organizzata. Indecenza, non delitto.
Ma si può, in un Paese devastato dalla criminalità, dalla malagiustizia e dall’illegalità, dove i reati restano quasi tutti impuniti e i detenuti restano in attesa di giudizio svariati anni; in un Paese piegato sulla sua crisi, che sta male, tra emergenze sanitarie e belliche, si può – dicevo – perdere ancora altri giorni, mesi, anni per quegli stupidi festini di qualche decennio fa? Si può mortificare un Paese solo per “farla pagare” a quello lì, anche se è ormai bollito? Avete amplificato un risvolto privato che per carità di patria e pubblica decenza avremmo dovuto abbandonare alle piccole debolezze del genere umano. Quanto è costato a noi italiani quel braccio di ferro su queste vicende quando B. era alla guida del governo? Quante energie sono state distratte e sottratte al governo del Paese, quante risorse si sono sprecate, quanti atti sono stati compiuti per difendersi da questo castello di accuse? Avete alimentato il conflitto a fuoco tra la magistratura e la politica e avete contribuito a far precipitare la fiducia dei cittadini nei magistrati. Se fossi un collega magistrato mi sentirei discreditato e offeso da questi processi. Quei dossier, quelle arringhe e quelle perizie surreali sui toccamenti hanno fatto toccare il fondo alla Giustizia italiana.
Come vedete, non tiro in ballo le favole difensive di Ruby e su Ruby, a cui non do alcun credito. Ho rispetto delle istituzioni, sono mosso da amor patrio, depreco gli errori, non accuso gli erranti. Chiedo solo di tornare alla realtà, nient’altro che l’umile realtà.
La Verità, 27 maggio 2022