Royal Wedding, il valore simbolico della scalinata in solitaria di Meghan Markle
22 maggio 2018 Alessandro Bertirotti
Per molti di noi, il matrimonio è qualcosa di importante. Un grande giorno, atteso con trepidazione. Può essere l’evento più importante di una vita. E le ragioni possono essere molte, individuali e/o sociali. Sta di fatto che, in qualsiasi società umana, l’unione monogamica (fra due persone) o poligamica (fra più persone) è regolata da un insieme di norme. Insomma, si tratta di un contratto a tutti gli effetti. Per coloro che credono, che hanno dunque una fede, questa unione è persino sacra, ossia ratificata davanti a Dio.
La moglie del Principe Harry, Meghan, sale le scale, in abito bianco. Da sola. E il futuro suocero, solo nell’ultimo tratto, l’accompagna all’altare. Donna famosa, attrice americana, già divorziata. Andare incontro al suo futuro da principessa, senza essere accompagnata da nessuno della sua famiglia, dal basso verso l’alto della nuova posizione sociale, può voler dire molte cose. E non penso che tutto questo sia stato fatto senza tener conto del valore simbolico che azioni così significative possiedono. Ho sempre detto ai miei studenti che quando ci si sposa, si sposano anche le reciproche famiglie di appartenenza. E questo è vero, quasi sempre. In questo caso, è vero a metà, perché la famiglia della sposa è acefala (senza testa), ossia senza il padre. Non mi interessa valutare il perché dell’assenza, mentre resta indiscutibile il messaggio di una donna che sembra venire dal nulla, senza origini legate a nobili lombi, ma con arte e parte. Indipendente e volitiva, bella e determinata. In grado di ascendere per recarsi all’altare e pronunciare un vero e proprio “sì” di Stato. Perché di questo si stratta, quando si entra a far parte di una famiglia regale.
Insomma, dal mio punto di vista, credo che i tabloid, e non solo loro, avranno di che parlare per quanto riguarda questa persona, perché si è presentata al mondo dotata di una forza comunicativa precisa. Nemmeno il suo richiamo alla principessa Diana è casuale.
Forse, come per tutti i matrimoni che si rispettano, quelli che durano nel tempo hanno poco a che fare con il caso.
Ci vuole intelligenza per stare assieme, perché il cuore migliore è sempre quello che contempla anche il cervello.