Come ci rialzeremo alla fine della tempesta
Alcuni pensano che dopo il Covid tutto tornerà come prima, altri pensano che ci sarà un cambiamento radicale. Io penso che come è sempre accaduto dopo le guerre e le epidemie, ci sarà un risveglio della voglia di vivere
Francesco Alberoni – Dom, 06/12/2020
Alcuni pensano che dopo il Covid tutto tornerà come prima, altri pensano che ci sarà un cambiamento radicale.
Io penso che come è sempre accaduto dopo le guerre e le epidemie, ci sarà un risveglio della voglia di vivere, il desiderio di recuperare il tempo perduto e di costruire.
Emergeranno persone nuove e idee nuove; verranno spazzati via i miti, i pregiudizi, le credenze ideologiche che ci tenevano prigionieri.
Veniamo da un periodo di globalizzazione, un lungo processo di unificazione del mondo che simbolicamente è iniziato con la caduta del muro di Berlino, con la scomparsa del nemico e la diffusione del web.
Nel processo di globalizzazione sono scomparsi i limiti, le frontiere, è avvenuta una crescente standardizzazione.
La gente aveva un senso di onnipotenza e di libertà, sono crollati i costumi, le istituzioni tradizionali è aumentato il disordine sociale e morale.
L’avvento del Covid ha di colpo fatto crollare questo senso di libertà e l’esperienza di poter fare qualsiasi cosa, ha annullato il disordine perché ha reso pericolosi i contatti, gli spostamenti personali. Ha fatto riapparire i limiti, i confini, statali, sovranazionali. Ha di colpo ridato importanza allo Stato, all’imperium, alla legge.
È un mutamento che riguarda tutte le aree. Un ritorno delle istituzioni dopo la fase di frantumazione creativa precedente.
Questo processo a livello geopolitico si presenta già come decoupling, cioè «disaccoppiamento» della economia occidentale e di quella orientale. Si va così verso la creazione di due grandi blocchi sempre più lontani e contrapposti.
Ma il processo di differenziazione, di individuazione, di ricostruzione, procederà in tutti i sensi.
Tutto questo sarà accompagnato da un’esplosione di vitalità e di orgoglio perché l’Occidente ha vinto la sua guerra del Covid senza l’aiuto della Cina, con i suoi sacrifici, i suoi vaccini, la sua scienza.
Scomparirà perciò il senso ad un tempo di colpa e di impotenza che proviamo verso la Cina e altri paesi, inventeremo, creeremo cose nuove e daremo una mano a costruire un riordinamento istituzionale del mondo.