Relazioni
È tutta questione di… incontro.
Le relazioni che stabiliamo con il mondo sono regolate dalle qualità che noi attribuiamo ai vari elementi costitutivi della relazione siano essi persone, oggetti o situazioni.
Consideriamo i concetti di bello e di brutto, che sono due qualità attribuibili al mondo, ma che non appartengono al mondo. Il bello ed il brutto di una cosa dipendono dal tipo di relazione di significato che io voglio stabilire con quella cosa. Se a me piace una sedia perché è comoda, posso non accorgermi del fatto che sia anche bella, perché la mia valutazione si basa sul concetto di comodo che giudico, nella mia vita quotidiana, assolutamente più importante rispetto a quello di bello. In sostanza, nel caso della sedia privilegio la comodità rispetto alla bellezza.
Prendiamo il cielo.
Può essere silenzioso e non finito, sulla base di due sostanziali ed opposte ragioni: perché io sono come lui, silenzioso e non finito nelle mie potenzialità, o, al contrario, perché sono rumoroso e finito.
Con le cose del mondo e le cose che ci accadono possiamo stabilire solo due ordini di relazioni: di similitudine oppure di differenza, sia parziale che totale.
Proprio perché non ho mai avuto la possibilità di spiccare il volo, non ho compiuto nessuna azione dentro il cielo e non so dove inizi e finisca, lo valuto sulla base di un confronto con la mia esperienza quotidiana, il suono ed il limite. Il cielo è per me una cosa sconosciuta e nel contempo misteriosa e stupenda, viva e presente, specialmente quando alzo gli occhi in alto e nasce in me il mistero, la meraviglia e l’infinità, tutti gli ingredienti essenziali dell’amore.
Ma, quando guardiamo il cielo facciamo un’altra importante scoperta.
Mi rendo conto di stare in basso rispetto a lui, e di essere sempre piccolo, anche una volta adulto. Scopro anche il bisogno di guardarlo spesso per sopportare la vita che scorre, al di là della mia volontà.
Quando invece guardo i piedi, capisco dove si radica la mia realtà e come riesco a stare dritto alzando la testa. Rimango attaccato alla terra anche se posso spostare il mio corpo altrove, consegnandolo allo spazio reale e concreto della mia immaginazione.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).