“Quella pasta è fascista”. Il solito doppiopesismo colpisce la Molisana
Il pastificio La Molisana è finito al centro delle polemiche per i formati di pasta che “inneggiano” al Ventennio. Ma il Gambero Rosso smonta pezzo per pezzo una polemica pretestuosa e assurda, che ignora la storia del nostro Paese
Roberto Vivaldelli – Mer, 06/01/2021
Ci mancava solamente la polemica sulla presunta “pasta fascista”. A finire nel tritacarne mediatico un’eccellenza italiana come La Molisana di Campobasso, scivolata nella bufera per i nomi scelti per alcuni formati e la descrizione fatta (poi cancellata) sul sito dell’azienda e sui canali social.
“Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine” – aveva scritto l’azienda, che ha poi deciso di scusarsi con un messaggio pubblicato su Facebook. “Ci scusiamo per il riferimento riguardante i formati di pasta Abissine rigate e Tripoline che hanno rievocato, in maniera inaccettabile, una pagina drammatica della nostra storia. Cancellare l’errore non è possibile, ci stiamo impegnando a revisionare i nomi e i contenuti dei formati in questione, attingendo alla loro forma naturale”.
Gli antifascisti da tastiera che ignorano la storia delle nostre eccellenze
Trattasi, tuttavia, di una polemica sterile e inutile alimentata da chi vede il fascismo ovunque e smontata, pezzo per pezzo, dal sito del Gambero Rosso. La verità è che le tanto discusse “abissine”, osserva Massimiliano Tonelli sul sito web della celebre guida enogastronomica, “sono presenti anche nei cataloghi di molti altri pastifici”, e sono uno dei “tanti formati di pasta nati nella prima metà del novecento e denominati in omaggio alla cronaca e all’attualità di allora”: nello specifico il nome richiama alla conquista dell’Abissinia (poi Etiopia) durante gli Anni Trenta, in pieno fascismo. La scheda-prodotto (come ogni scheda-prodotto sul sito di Molisana) “racconta storia e vicende del formato in questione, spiega la nascita ai tempi del colonialismo italiano, indica che lo stesso formato – visto il nome dal sapore troppo fascista – all’estero si chiamava diversamente”.
Le “Tripoline” si trovano in moltissimi altri pastifici e supermercati
Come spiega il Gambero Rosso, la storia dei formati di pasta è, appunto, storia e fa semplicemente “parte del patrimonio e dell’identità italiana e delle sue aziende più riconosciute nel mondo”. Alcuni formati di pasta dell’epoca vengono ancora utilizzati oggi e sono in catalogo presso vari pastifici: ci sono le tripoline che richiamano alla conquista della Tripolitania nel 1912 e ci sono le mafalde che omaggiano un importante membro della famiglia Savoia. Averle nel catalogo non significa affatto inneggiare al fascismo o al colonialismo. È semplicemente la storia di quel tipo di pasta, che non si può cancellare. Infatti, le tripoline si trovano alla Coop, all’Esselunga e in moltissimi altri supermercati. Tanto per cambiare, gli antifascisti da tastiera, che hanno inondato le pagine social dell’azienda La Molisana di messaggi di odio e di violenza, non conoscono la storia e hanno partorito un’assurda battaglia ideologica. Una follia del politicamente corretto e della cancel culture, la stessa che impedisce agli studenti delle scuole americane di studiare Omero perché “razzista”. Sono i violenti fondamentalisti del politically correct che, in questo caso, l’hanno purtroppo spuntata, nonostante la loro ignoranza abissale.