Migliaia di profughi stanno arrivando in Europa dalla Turchia
Sono mediorientali e africani. Due le rotte verso la Grecia, dopo che Erdogan ha aperto le frontiere in rappresaglia per l’attacco di Damasco in cui hanno perso la vita 33 soldati turchi
di Giuseppe Di Donna
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aggiornato al28 febbraio 2020
© Ozan KOSE / AFP
– Profughi diretti in Europa attraverso la Turchia
La Turchia ha deciso di riaprire i confini con l’Europa, lasciando libero il passaggio ai migranti che cercano disperatamente di raggiungere le frontiere con i Paesi dell’Ue. Si può stimare nell’ordine delle diverse migliaia il numero di migranti che si sono messi immediatamente in moto in seguito all’annuncio dato nella tarda serata di ieri. Va ricordato che nel 2019 sono stati ben 440 mila i migranti irregolari fermati in Turchia lungo la rotta che porta verso i confini dell’Unione Europea. Un dato significativo, se si considera che nel 2018 furono 268 mila.
Nel 2020 sono stati fino ad ora fermati circa 1.800 migranti a settimana, tutti bloccati nel tentativo di attraversare i confine verso l’Ue. La mobilitazione scattata con l’annuncio della riapertura del confine ha spinto i migranti verso le due rotte principali che portano all’Europa: la prima parte dalle località della costa egea della Turchia, situate a poche miglia nautiche dalle isole greche e costituisce la rotta verso i confini dell’Ue più trafficata nella stagione estiva. I movimenti più significativi sono avvenuti però verso il confine terrestre di Edirne con la Grecia, segnato dal fiume Evros, che traccia anche il confine con la Bulgaria.
Si tratta principalmente di mediorentali provenienti da Siria, Iraq e Palestina, nordafricani di Egitto, Libia e Marocco, africani provenienti da Nigeria, Congo, Guinea e tanti in fuga da Afghanistan, Pakistan e Bangladesh. In primo piano i movimenti dei siriani, per molti dei quali la prospettiva di un passaggio verso l’Europa e i connazionali partiti negli scorsi anni, e’ ancora attraente nonostante siano ormai registrati in Turchia.
Difficile pensare che Ankara ponga in essere una campagna per cacciare deliberatamente i siriani, la cui presenza è ormai consolidata nel Paese nell’ordine di quasi quattro milioni di persone. A questi si aggiungono i profughi di Idlib. Circa un milione di persone preme al confine turco nell’indifferenza generale nonostante i ripetuti appelli di Ankara negli ultimi tre mesi. Secondo le Nazioni Unite sarebbero più di 2 milioni e mezzo i civili a rischio fuga dall’area. Numeri più che sufficienti a immaginare la creazione di un flusso enorme di profughi in fuga verso l’Europa quando inizierà il passaggio attraverso la Turchia.
Oltre ai siriani e iracheni, numeri enormi sono quelli che riguardano soprattutto gli afghani, che tentano di passare il confine orientale della Turchia con l’Iran per poi attraversare il Paese fino alle coste dell’Egeo. Con il coronavirus che dilaga nella repubblica Islamica il confine è però blindato, limitando, perlomeno nel medio termine, il passaggio ai soli migranti che giunti da est negli scorsi mesi, si trovino già in Turchia.
ll ministro degli Interni, Suleyman Soylu, nel 2019 ha cercato più volte di riportare l’attenzione sull’Afghanistan. “Sono 4 anni che cerchiamo di parlare all’Europa delle rotte migratorie dall’Afghanistan e dall’Africa. Il 45,5% di quelli che raggiungono l’Ue dalla Turchia sono afghani”.
Da: https://www.agi.it/dar01/news/2020-02-28/siria-profughi-europa-ue-7256890/
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