Per divertimento

Per divertimento

Incidente-stradale-Ferrara-ottobre-2019-150x132È tutta questione di… riflessione.

Loro, i giovani, non ci arrivano con il cervello. I genitori, evidentemente, nemmeno. Non parliamo dei politici, che sono occupati a garantirsi il loro lauto stipendio. Ma, la situazione è questa, da tempo.

Capisco che il problema del clima sia sentito, oggi particolarmente seguito e lo si voglia risolvere a suon di slogan pubblicitari con qualche gretino invasato, e un tantino inquinante; capisco anche che sia importante trovare la soluzione a quella cosiddetta “sindrome dissociativa temporanea” (che non mi convince affatto scientificamente…) per cui ci si dimentica i figli in auto; capisco anche che sia difficile sensibilizzare le strutture di divertimento istituzionalizzato, come sono le discoteche, ad interessarsi davvero, concretamente al benessere dei loro clienti (tutelando la loro vita, per esempio).

Insomma, capisco molte cose. E devo ringraziare un follower twitter, @Alien1it, ossia Open Your Mind, se ho scritto queste riflessioni.

È troppo chiedere una legge che impedisca ai nostri giovani di recarsi in discoteca in auto? Che obblighi a prenotare i biglietti di entrata on line, per verificare dove i ragazzi vogliono recarsi la sera mettendo a disposizione più autobus a spese della discoteca e dei giovani stessi? Tutto andrebbe, ovviamente pensato e ben strutturato secondo un articolato di legge, e questo non è il mio mestiere. Mi limito solo a lanciare una semplice idea.

E se volessimo davvero affrontare il tema dell’alcol, delle droghe d’abuso? Magari seriamente, informando i giovani in tutte le scuole, a partire dalle elementari, sino all’università con corsi obbligatori e curriculari? È possibile che sia io a parlare in classe ai miei studenti degli effetti devastanti, anche se invisibili, dell’alcol e delle droghe di abuso, e vederli sconvolti dall’apprendere, per la prima volta, ciò che tutto questo produce nei loro neuroni, a partire da subito oppure nell’arco del tempo?

Ci sarebbero tante iniziative da prendere per avere pensioni pagate, o giovani italiani che rimangono in questa nazione per scelta, e non perché non possono andarsene. Sarebbe utile mantenerli in vita, questi nostri figli, con operazioni legislative ed educative che trovino il modo di sostituire ciò che era una volta il compito di genitori e del mondo sociale che orbitava attorno alle famiglie. Ora, purtroppo, la scuola non può limitarsi solo ad insegnare, anche se questo dovrebbe essere il suo compito, ma è diventata una badante ante litteram, una agenzia di babysitteraggio, perché tutto, intorno, sembra sfaldarsi.

E, i nostri giovani, intanto, muoiono così, per divertimento.

 

 
alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).