Negare l’evidenza
È tutta questione di… libertà.
Partiamo da questa notizia,(Scuola, maestra negazionista a Treviso, presidio dei genitori. Interviene il sindaco L’insegnante è una supplente, in aula non porta il dispositivo di protezione e invita i bambini a fare lo stesso. Il fascicolo è in mano all’ufficio scolastico provinciale di Silvia Madiotto-https://corrieredelveneto.corriere.it/treviso/politica/20_dicembre_14/scuola-maestra-negazionista-treviso-presidio-genitori-interviene-sindaco)
relativamente triste.
Però, prima di riflettere, assieme a voi, su quanto leggerete nell’articolo che ho inserito in ipertesto, preferisco fare riferimento ad uno degli ultimi discorsi di Angela Merkel, proprio rispetto alla situazione pandemica in Germania.
Questo è il suo discorso, nelle parti essenziali e più commoventi. Interessante, secondo me, il riferimento alle motivazioni che l’hanno indotta, in gioventù, a studiare Fisica. Un vero e proprio insegnamento ai deficienti che possiamo definire negazionisti. Gruppi di individui che certamente non sarebbero mai potuti esistere in Cina, come di fatto non sono esistiti. Sono sempre più convinto che, per alcuni esseri umani presenti tra di noi ma scarsamente evoluti, sarebbero necessari i metodi persuasivi che solo uno Stato comunista è in grado di attuare, con una capacità risolutiva ineguagliabile.
Inoltre, gli Stati comunisti durano nei secoli, con una determinazione ed una tenacia invidiabili, proprio perché sanno perfettamente come gestire il potere: attraverso l’adesione clientelare dei funzionari.
Esistono i terrapiattisti, come esistono i negazionisti. Che vogliamo farci? Questa è la condizione mentale di alcuni individui. Il fatto è che la loro dimensione alterata della coscienza influenza fortemente l’equilibrata dimensione normale di una coscienza che sa affrontare un periodo difficile come questo. E non possiamo nemmeno consolarci dicendo che tali atteggiamenti sono diffusi, come dimostrano le situazioni degli altri Stati europei e del Mondo, perché non si tratterebbe di consolazione, ma di desolazione.
In effetti, siamo un’umanità desolante.
E dovremo attendere molto prima che zio Covid-19 possa insegnare qualche cosa di utile ai più, perché il livello di menefreghismo antropologico-mentale di questo nostro mondo sembra dilagare inesorabilmente. Eppure, in nome della fiducia che ripongo nella storia evolutiva umana, penso che, alla fine riusciremo a sfangarla.
Ho l’impressione che ultimamente alcune persone non siamo nelle condizioni cognitive, dunque mentali ed emotive, di comprendere il significato del termine libertà. Vorrei, a questo proposito, scriverlo qui, a chiare lettere: la libertà è il luogo delle scelte possibili, parafrasando colui che la definì in questo modo e che si suicidò, Jean Paul Sartre.
Sarà il caso di rifletterci.
Certo, non penso siano in grado di farlo individui che si definiscono negazionisti, i quali non riescono nemmeno a meditare sul concetto di possibilità.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).