Maleducazione e cattiveria
È tutta questione di… sporcizia.
In effetti, nel leggere questa notizia è naturale produrre qualche considerazione ( “Imputazione coatta”. Vauro a processo per i suoi insulti 21 Gennaio 2023 ).Il tribunale penale di Roma ha disposto l’imputazione coatta per gli insulti rivolti dal vignettista Vauro all’esponente di FdI Bignami
Qualche decennio fa, per una serie di condizioni culturali relativamente positive nelle quali versava la nostra nazione, e forse l’intero mondo, esisteva e si poteva assistere all’espressione di uno stile comunicazionale ben diverso da quello odierno.
E questa è la prima considerazione che sorge spontanea, rispetto alla notizia che ho riportato e nei confronti degli attuali talk televisivi, i quali hanno, peraltro, un certo successo di ascolto.
Nasce dunque la domanda delle “domande”: cosa è accaduto nella storia del mondo e del nostro Paese, per far sì che il livello di educazione e lo stile comunicazionale siano caduti così in basso? Anche se è sempre difficile, e pressoché quasi inutile in ottica antropologico-culturale, trovare una causa specifica per l’avvento di comportamenti umani generalizzati e contingenti, penso che sia sempre utile, per una personale riflessione sul mondo, porsi la domanda sulle “cause” degli eventi e delle manifestazioni umane.
Dal mio punto di vista, si sono andate manifestando, esageratamente, due tendenze naturali e presenti nell’essere umano: a) la formazione di idee che semplificano esageratamente i comportamenti umani; b) la credenza di poter esprimere le proprie opinioni rifiutando, con relativa offesa, quelle altrui.
Da cosa dipendono questi due atteggiamenti?
Sempre dal mio punto di vista, dipendono dall’assenza di consapevolezza esistenziale, con il relativo aumento di un egocentrismo che sfocia in megalomania cognitiva, come se il proprio pensiero fosse talmente “vero” da dover giustificare la “necessità” di offendere l’altrui.
Ai miei tempi, ossia quando ero giovane io, se avessi dovuto parlare così in casa, con i miei fratelli e genitori, avrei certamente ricevuto ammende di un certo tenore, anche fisicamente espresse. In famiglia, come a scuola ed ovunque in luoghi pubblici, si doveva sempre tenere presente l’idea di “decoro ed opportunità”, in una parola di “educazione”.
Forse, aveva ragione Umberto Eco quando affermava: “Internet? Ha dato diritto di parola agli imbecilli: prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere. I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli“.
Ecco, mi sembra che siano state sdoganate non solo l’imbecillità, ma la maleducazione e la cattiveria.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).