Mala tempora

Mala tempora

È tutta questione di… intelligenza.A_001_Mala_Tempora_Currunt-150x150

Oggi, leggerete qualche cosa di relativamente nuovo, perché scriverò alcune considerazioni generali sul periodo storico, anche mondiale, che stiamo tutti vivendo.

Con una premessa: è difficile rendersi conto effettivamente di cosa stia avvenendo nel mondo, quali atteggiamenti sociali e culturali si stiano sviluppando e dove, in effetti, ci porteranno. E questo, perché? Secondo me, gli strumenti cognitivi e di analisi che questa contemporanea situazione sociale richiede sono decisamente più sofisticati ed elitari, rispetto a quelli dei tempi che furono. Oggi, è necessario frequentare la scienza, le sue ricerche e suoi dibattiti, con maggiore preparazione, proprio quella che la maggioranza delle persone, al mondo, non possiede.

Bisogna studiare, studiare e studiare. Sempre, senza sosta, anche quando ci si diverte.

Uscire con i nostri amici, ritornando a casa con la netta sensazione di aver utilizzato male il nostro tempo, non significa divertirsi. Il divertimento (da dis vertere) ha sempre un significato, un senso e una funzione: permette di volgere lo sguardo altrove, alleggerendo la pesantezza del vivere quotidiano professionale o famigliare. E tutto questo ha senso. Ci si diverte con intelligenza, ma gli stupidi sono molti.

Troppi.

A_003_Mala_Tempora_Currunt-150x150E questa ulteriore considerazione, mi porta a quella finale.

Quale vantaggio ricava il potere, da sempre, nel migliorare la condizione di stupidità dei propri elettori, dei propri sudditi? In altre parole, perché si governano meglio gli stupidi rispetto agli intelligenti (e per intelligenti non intendo, ovviamente, gli alfabetizzati, tutt’altro…)?

 

 

Globalizzazione-150x150Gli stupidi sono governati meglio perché costituiscono il terreno più fertile che la disonestà esistenziale possa augurare a se stessa, per l’esercizio della propria sopravvivenza. Gli stupidi garantiscono qualsiasi forma sociale gattopardesca, proprio come sta avvenendo da anni, decenni, nella nostra nazione. Ma avviene ovunque, in qualsiasi cultura del mondo, specialmente quelle complesse e liquide come le industrializzate e tecnologiche.

Quale consiglio?

Oltre quello che ho scritto più sopra, circa lo studiare continuamente, senza mai stancarsi di mettere in dubbio le proprie convinzioni (questo è il significato profondo del vero studio) sarebbe importante frequentare coloro che sappiamo essere, in cuore nostro, migliori di noi, sotto molti, oppure, diversi aspetti.

A_002_Mala_Tempora_Currunt-150x150ognuno di noi sa, perfettamente, quali sono i migliori.

In vita, oppure no.

 

 

 

 
alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).