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Non so cosa sāaspettava Ernesto Galli della Loggia dai primi otto mesi di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
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Ma quale svolta vi aspettavate dalla Meloni?
di Marcello Veneziani
08 Luglio 2023
Non so cosa sāaspettava Ernesto Galli della Loggia dai primi otto mesi di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Ma nel suo editoriale di ieri sul Corriere della sera, cāĆØ un titolo che riflette lāopinione e lāaspettativa di gran parte degli elettori di centro-destra: āLa destra e la svolta che non cāĆØā. Eā lāimpressione di tanti, in segno di amarezza o di attesa. Ma poi quando vai a vedere cosa avrebbe dovuto fare la Meloni, non comprendi dallāeditoriale cosa le si rimprovera in concreto per imprimere una svolta storica e dimostrare di voler guidare una nazione e non solo un partito. Mantenendo indeterminata lāaspettativa delusa, si raccoglie un vago consenso sul titolo e sul tema; ma senza precisarlo, poi si perde nel nulla. Se dobbiamo riferirci alle svolte promesse quando Fratelli dāItalia era allāopposizione, quelle svolte probabilmente non piacerebbero al Corriere della sera, perchĆ© avrebbero determinato un ācambio di passoā rispetto al governo Draghi e allāEstablishment, rispetto a cui la Meloni era allāopposizione, e una svolta a destra in molti campi, anche a livello di alleanze internazionali.
I temi caldi che la Meloni si ĆØ trovata ad affrontare sono innanzitutto la guerra in Ucraina, dove ha preso una posizione netta, in perfetta continuitĆ col governo precedente; una posizione gradita al quotidiano di via Solferino e nettamente atlantica, oltre che allineata con lāUnione Europea. Poi, la linea economica di Draghi, su cui si notano alcune frenate e qualche incertezza, ma non mi pare di intravedere svolte.
Sui temi civili, famiglia e diritti, cāĆØ stata qualche enunciazione di principio, si sa perlomeno che non verrĆ favorita la āderivaā progressista, anche se si annuncia ben poco. Qualche scampato pericolo, ma non svolte importanti. In tema di identitĆ nazionale, che ĆØ poi il discorso che allo storico Galli della Loggia sta piĆ¹ a cuore, i passi finora sono stati per cosƬ dire oratori, a volte comiziali; la patria non ĆØ solo lāuso della parola patria o lāesibizione delle frecce tricolori. Mi ĆØ parsa bella, pur confinata nellāambito simbolico, la missione della Amerigo Vespucci nel mondo, portatrice dāitalianitĆ . Ma un ripensamento culturale e civile dellāidentitĆ , a partire dalla scuola e dai luoghi cruciali della cultura e del servizio pubblico, le grandi istituzioni culturali, in chiave nazionale e conservatrice, non cāĆØ o non cāĆØ ancora; a parte i benemeriti, piccoli passi del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano nei territori di sua competenza.
Un passo significativo invece la Meloni lo ha fatto sul piano europeo, lavorando alla possibilitĆ di unāalleanza popolari-conservatori (e altri) rispetto a quella odierna popolari-socialisti (e molti altri). Ma a parte la questione Le Pen, ĆØ molto realistico ma poco esaltante pensare che il segno di questa svolta siaā¦ancora Ursula van Der Leyen alla guida dellāUE, col voto conservatore anzichĆ© socialista.
Allāosservazione di Galli della Loggia, che pure in linea generica puĆ² essere condivisa, muovo tre obiezioni. La prima ĆØ che la Meloni, come ho scritto da prima che vincesse le elezioni e che andasse al governo, puĆ² fare ben poco, e se facesse dei passi da svolta, probabilmente non starebbe lƬ, anzi non ci sarebbe nemmeno arrivata. Poi ciascuno trarrĆ la conseguenza che vuole: qualcuno si protesterĆ deluso e griderĆ al tradimento, qualche altro si dirĆ realista e concluderĆ meglio poco che niente, nessunāalternativa migliore si vedeva e si vede allāorizzonte. Avranno entrambi dal loro punto di vista ragione, gli scontenti che si accontentano e gli scontenti incontentabili.
La seconda osservazione ĆØ piĆ¹ radicale. Lo storico ha in mente svolte storiche rispetto a un andazzo ormai diffuso e radicato, e una dominazione ancora perdurante, benchĆ© vuota di contenuti e di qualitĆ . Ma quando mai ha visto in Italia svolte storiche, se ne ricorda qualcuna negli ultimi decenni? Neanche Berlusconi, nonostante gli annunci suoi e gli strepiti altrui, cambiĆ² lāItalia o impresse una vera svolta. Renzi un poā ci provĆ², ma non ci riuscƬ. Non parliamo dei vari premier di sinistra, dei tecnici, e dei grillini. E pretendiamo che la piccola fiammiferaia Giorgia, outsider rispetto ai poteri, debuttante giĆ abbastanza sicura di sĆ©, esordiente di carattere, possa davvero cambiare la storia del nostro Paese e il suo trend, peraltro omogeneo ai suoi macro-riferimenti euro-americani? Troppo. Per trovare una mezza svolta storica dovremmo risalire a Bettino Craxi; dico mezza perchĆ© da un verso ci fu continuitĆ politica, morale e culturale col passato e dallāaltro continuĆ² a crescere il debito pubblico (e il costo corrotto della politica). Ma Craxi fu lāultimo statista che impresse lāavvio di una svolta, poi fermatasi per le note ragioni e per la scarsa forza elettorale del suo partito.
Dove vede oggi Galli della Loggia leadership allāaltezza, con una visione, unāidea del futuro? Io non le vedo in giro, men che meno allāopposizione; e non le vedo nemmeno negli altri paesi europei. Il nanismo della politica, scrivevo giorni fa, ĆØ vistoso e deprimente. Sono convinto che Ernesto sia dāaccordo con me su questo.
Infine, la piĆ¹ bonaria, piĆ¹ facile, piĆ¹ evidente attenuante: la Meloni governa da meno di nove mesi, troppo poco, per giunta investita ā ma succede spesso ā da eventi, calamitĆ , questioni urgenti e pressioni internazionali terribili. Datele tempo, almeno, prima di tracciare bilanci; o meglio, trasformate queste diagnosi in prognosi, con esortazioni e incoraggiamenti per il futuro. Poi, se devo essere sincero, come purtroppo mi scappa di essere fino alla spietatezza, prevedo che col tempo le cose non cambieranno; ci saranno altre urgenze, altre pressioni, altri ricatti (benchĆ© lei sia, come disse a Berlusconi, non ricattabile). E alcuni difetti strutturali, i limiti evidenti di molti esponenti del governo e la modestia delle classi dirigenti, non solo a destra, renderanno davvero ardua lāimpresa.
Intanto, attacchiamoci al futuro, sperando di essere smentiti. E che abbia invece ragione Keynes: āLāinevitabile non accade mai, lāinatteso sempreā. Volesse il cielo.
La VeritĆ ā 7 luglio 2023