𝐋𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐌𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐌𝐨𝐮𝐧𝐭𝐬
Ma che succede a Mario Monti senatore ergastolano, cioè a vita?
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Lo strano caso di Mister Mounts
Ma che succede a Mario Monti senatore ergastolano, cioè a vita? Era un grigio e impassibile professore bocconiano, poi fu un plumbeo e compassato eurocrate, infine diventò dieci anni fa un luttuoso e sadico premier che seminava cordoglio e terrore. Ma sempre composto, come si dice dei cadaveri. Ora invece ha attaccato la democrazia e la libertà di stampa; poi ha cercato di frenare la guerra montiale, con un mezzo passo indietro. Che gli ha preso, ha avuto una tempesta finanziario-ormonale, sua moglie lo ha lasciato per Draghi, passando di Mario in Mario; lo spread gli ha intaccato i centri nervosi, si è sparato un’overdose di derivati tossici? A vederlo così fuori di testa, pur mantenendo la sua permanente, sembra che abbia aderito alla Scapigliatura lombarda. Dopo aver guidato l’autunno italiano nell’inverno europeo, Frigor Montis annuncia la primavera turca contro l’informazione. Anche stavolta il suo pensiero riflette quello dei mammasantissima europei? O starà passando un brutto periodo, la pubertà di senatore a vita; si chiude a lungo in bagno, va su certi siti… Senectù bruciata. Su Monti abbiamo raccolto alcune leggende giocose.
Si fingeva tecnico, e guidava un governo pur non avendo conseguito la patente democratica. La guardia di finanza ha filmato, pedinato e smascherato l’evaso da Palazzo Madama, che timbrava il cartellino usando un nome d’arte allusivo della sua inafferrabilità (Mari-o-Monti); si fingeva inabile alla politica per riscuotere il relativo sussidio, per beneficiare del sostegno parlamentare per i portatori di handicap politici e per usufruire del parcheggio riservato ai tecnici. I militi hanno sequestrato al finto invalido volantini inneggianti al suo Partito-setta, Euro-Technology, testi deliranti che rivendicavano attentati alla sovranità nazionale e popolare, alla stampa e all’economia; covava il piano eversivo di istituire una Corte di Tassazione, un arsenale di armi e cappucci rifornite dai Poteri Occulti, più una sfilza impressionate di bot di capodanno e derivati finanziari. I cani poliziotto hanno trovato paccate di bond tedeschi nascosti sotto titoli di stato italiani. Ma la cosa più raccapricciante sono i sacrifici umani che l’uomo e la sua setta compivano sui corpi straziati dei contribuenti, fatti a pezzi con tagli atroci. Alla fine il pregiudicato si è arreso, invocando i Monti di Pietà.
Monti è catatonico, ha l’occhio del merluzzo congelato, pescato già frigido e imbustato nei mari del nord; ha il timbro di voce da obitorio e procede in default (che traducono con defunto). Ha studiato dai Giùsuiti, deviazione depressa dei Gesuiti, che riflettono l’indice di borsa nel loro stato d’animo. Quando parla, Monti è come se pensasse in un’altra lingua e poi traducesse: come dite voi in Italiano? Ha delle pause tecniche tipiche degli stranieri quando cercano la parola equivalente per gli indigeni. Monti pensa in inglese, prega in tedesco e tortura in italiano.
Ogni sua conferenza stampa era un telefilm horror, Il giorno dei Monti Viventi. Ogni volta che i giornalisti lo evocavano facendo una catena umana, si scoperchiava il sepolcro e lo spirito di Monti si manifestava biascicando un mantra inarrestabile, un infinito Om da cadavere assonnato che faceva cadere gli spettatori in stato di trance. Il tono del suo requiem era sempre uguale, sia che descrivesse il baratro sia che scherzasse o esortasse all’ottimismo della putrefazione. Infine gli auspici, con tono tombale.
Monti ha fondato una nuova corrente artistica, il Depressionismo detto anche Cupismo, pittura ipocondriaca dai colori cupi, tra il grigio bancario e la foresta nera. Derivazione dal depressionismo è il bistrattismo, corrente che bistratta gli utenti con tagli d’autore su tele sfregiate e conti mutilati. Dark lady del movimento è Mortisia Fornero. Tra le perfomance dei Depressionisti la danza dei Braccini Corti, rito sacrificale della tribù cannibale degli Irap, il concerto hardrock-bancario dei Cantocorrente, con relativo prelievo di sangue o denaro, il rap Pianto Libero dei Monteskin, suo gruppo musicale. Con Monti siamo deprimi nel mondo. Trenta e loden.
MarioMonti non è un depliant turistico con soggiorni marini e montani e non è una colonia estiva per anziani esodati. MarioMonti non è un programma televisivo condotto da Licia Colò né la cartolina d’intervallo tra due programmi politici. MarioMonti non è un maestro di sci nautico e montano. MarioMonti non è una nota zona di Roma imboccata contromano; e non è nemmeno un rione romano esteso fino al mare. MarioMonti non ha una sorella di nome Maria Montagna né ha fratelli con cui fa catena montuosa. MarioMonti non fa il trans all’estero col nome di MaryMount. MarioMonti non ha vincoli paesaggistici e non ha in testa rifugi da cui ammirare il panorama montuoso fino al mare. MarioMonti da piccolo non si chiamava Marino Collina. MarioMonti non frana e da lui non si staccano i massoni; non frequenta burroni ma bocconi. MarioMonti, benché tecnico, non ripara i frigoriferi. MarioMonti, benché tennico, non allena il Varese calcio. MarioMonti, benché tecnico, non ha le valvole al posto dei genitali. MarioMonti non va in default se è depresso e se si eccita non s’impenna l’indice Mibtel. MarioMonti non è un sito in cui si fanno sacrifici umani, non è un robottino di marca tedesca per spremere gli italiani come agrumi. MarioMonti non fa miracoli, ma li pretende dai contribuenti. MarioMonti non è la fermata della via crucis che precede i Monti dei pegni. MarioMonti non saluta gli sconosciuti dicendo “prego inserire la tessera” e non saluta chi conosce alzando il braccio in segno di telepass.
MV, Panorama (n.50)