L’illusione della libertà virtuale
Francesco Alberoni – Dom, 17/11/2019
Noi viviamo all’interno di una grande illusione, forse di una grande ideologia. L’esperienza è iniziata con la caduta del Muro di Berlino, la liberazione del commercio mondiale e internet.
Improvvisamente, abbiamo avuto l’impressione di avere raggiunto una nuova, sconosciuta, totale libertà. Il mondo ci appare come una straordinaria pianura dove ci muoviamo come singoli individui. Abbiamo l’impressione di poter andare dove vogliamo, di commerciare con chi ci pare, di farci amici in India come in Cina e siamo convinti che se hai una buona idea puoi avere un grande successo. È l’idea dell’uomo fatto da sé che viene portata alle estreme conseguenze. Ma questo significa che accanto e in concorrenza con la tua idea ci sono tutte le idee e i progetti del mondo. E se viaggi da un Paese all’altro vedi le nuove metropoli piene di grattacieli, le sterminate fabbriche di Usa, India e Cina, se visiti i laboratori parli con gli scienziati, ti senti stupito, travolto, abbagliato dai vertiginosi progressi tecnici che si ripercuotono poi attorno a te nella tua città con un caleidoscopio di invenzioni tecnico-scientifiche. Per cui tu hai veramente l’impressione che tutto sia possibile.
Ma non è vero. In realtà le tue possibilità sono estremamente limitate. Pensiamo ai primi tempi di internet: tutti avevamo la sensazione di potere parlare liberamente con tutti in ogni parte del mondo dicendo ciò che volevamo. Poi ci siamo accorti che davanti a noi si stendeva uno sterminato deserto dove non trovavi nessuno, ed ecco che allora sono apparse Facebook, Instagram, Amazon, che hanno riempito questo deserto. Non solo, tutte queste straordinarie costruzioni del web le edifichi tu giorno per giorno, seguendo le istruzioni dei monopoli internazionali che ti impongono nuovi modelli, nuove regole, nuovi aggiornamenti, nuove password. Noi tutti, affaccendati attorno ai computer e ai cellulari, siamo solo gli operai della loro catena di montaggio.