Maria Elena Boschi
È tutta questione di… riconoscenza.
E cominciamo dunque a divertirci, in senso civile, e non partitico, nel senso che dobbiamo vedere cosa accadrà con Italia Viva del Sen. Matteo Renzi. Comunque, nel frattempo, iniziamo con le bordate di una sua prediletta, Maria Elena Boschi, come possiamo leggere qui (Boschi ora attacca il Pd: “È il partito delle tasse”. I dem: ‘Scivolata infelice’-Il partito “delle tasse e delle tessere”: dalla Leopolda parte il cannoneggiamento contro il Partito democratico Luisa De Montis – Sab, 19/10/2019)
Il partito “delle tasse e delle tessere”: dalla Leopolda parte il cannoneggiamento contro il Partito democratico, la casa madre che Matteo Renzi ha ripudiato e che oggi è dipinta come il partito dei vizi da Prima Repubblica. .
Partiamo da una mia convinzione: si voterà certamente nel 2020, verso aprile, perché questo Governo non dura; il PD è sempre meno attraente per il popolo italiano e i 5 Stelle pagheranno duramente l’alleanza con coloro che da sempre hanno criticato, anche molto aspramente. Non si tratta di promesse elettorali, che il popolo dimentica, come accade in qualsiasi democrazia occidentale, ma di comportamenti che sono sotto gli occhi di tutti, con i quali si dimostra che il cambiamento delle alleanze è quasi esclusivamente a favore della propria sopravvivenza. Tutto normale, tutto nella logica, ed ho avuto occasione di spiegare, proprio qui, il perché accade questo. In sintesi: in ogni campagna elettorale è necessario promettere e non mantenere, per poter rimanere il più possibile in sella, sostenendo che gli avversari hanno impedito di realizzare le promesse. Una strategia comunicativa e comportamentale dipendente dalle elezioni, e non può essere diversamente per l’essere umano.
Scritto questo, perché Maria Elena Boschi, assieme al suo capo, Matteo Renzi, inizia a lanciare queste cannonate al partito che la portò persino ad essere Ministro degli italiani?
La prima ragione risiede in ciò che ho appena scritto, e la seconda, profonda strategia politica, risiede nel fatto che Italia Viva e Salvini hanno un comune nemico: Giuseppe Conte. Quest’ultimo vuole prendersi i voti di circa il 40% di ex-democristiani, di Centro, che non vanno a votare. Lo vogliono fare anche Renzi e Salvini. E per ottenere il risultato è necessario sparare il più possibile su tutti coloro che cercano di accaparrarsi questa fetta importante di elettori. Inoltre, per i soliti motivi italiani, Giuseppe Conte piace, perché è pacato, parla gentilmente, dice senza dire molto, e cerca di fare qualche cosa che non sia né troppo né troppo poco.
Ecco perché andremo a votare, con la Lega e Italia Viva che si spartiranno questo centro, perché il Centro Destra è moderato, ma non Centro e dovrà fare i conti anche lui sullo stesso elettorato. Vedremo dunque come si comporteranno Berlusconi e la Meloni, per capire se anche loro vogliono attingere, come penso, allo stesso serbatoio.
In tutto questo, però, come consiglio, mi sentirei di scrivere che sarebbe importante pensare anche ai passaggi dell’elettorato da una scelta ad un’altra, perché oramai, in questa nazione, quasi nessuno che abbia un discreto funzionamento neuro-cognitivo, crede nei politici attuali.
Insomma, buona fortuna a tutti.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info)