Leggende di esseri mitologici

Il Mammone, la Janara, il Mazzamauriello, l’Aurio ed altri: ecco le paure aurunche Pre-Halloween.

Non ci sono più i mostri di un tempo.

Con la civiltà in evoluzione, anche le paure, i mostri, i fantasmi ed i personaggi malvagi si sono evoluti in nuove forme e superstizioni. Le nuove paure per i più piccoli sono racchiuse nei mostri dei film, dai vampiri agli zombie, ma un tempo nei nostri territori erano altri i protagonisti degli incubi notturni dei residenti.
Vediamo alcuni di questi esseri mitologici, su cui si narrano leggende e che hanno propiziato tanti riti e racconti nel nostro Territorio Aurunco.

LA JANARA
La Janara per i campani era una strega malefica la cui leggenda nasce nel beneventano, diffondendosi presto anche in tutta la Campania. “È considerata la figlia di Satana, per questo motivo Dio l’avrebbe resa sterile e lei, frustrata e invidiosa, va in giro per le case della città in cerca soprattutto di bambini. Conosce l’occulto e può fare riti di magia nera, malocchio e fatture. Secondo il mito la si può avvistare di notte e, se si è bravi a catturarla afferrandola per i capelli, la si può neutralizzare. Questo a patto che si risponda correttamente alla sua domanda “Che tieni in mano?”, dicendo “Ferro e acciaio” e non “capelli”. Se invece la si cattura quando non ha assunto forma corporea, si riceve protezione per 7 generazioni.” (napolike.it)
A Sessa Aurunca esistevano delle filastrocche specifiche che servivano per tener lontana la strega ed allontanare le paure.

IL MAMMONE
Spauracchio usato dai genitori nei confronti dei figli durante i loro capricci. Minacciare l’intervento del Mammone era un modo per spaventarli e placarli. Di derivazione incerta, probabilmente si riferiva al Jatto Mammone o allo spietato bandito Mammone, ma per molti sarebbe una evoluzione del Dio Assiro Mammona.

IL MOMMO
Altra entità utile alle famiglie per far addormentare i propri pargoli in preda alla paura dell’arrivo del mostro. Chi non si fosse prontamente accucciato, rischiava di essere afferrato dal Mommo.

FOLINDA
Spirito dei nostri boschi che si presentava con una folata di vento. Una sorta di folletto locale, non malvagio ma misterioso.

Il PAPPO o PAPPUTO
Anziano uomo severo e rugoso che serviva a spaventare i bambini.

LA PANTAFECA
Monachella imprevedibile che vagava la notte e si aggirava vicino alle fontane per fare il bucato.

RU PREVENTARIELLO – MUNACIELLO
Spiritello a forma di piccolo prete con zucchetto, versione aurunca del Munaciello napoletano. Il munaciello era un entità dispettosa, con lati positivi e lati negativi. Poteva lasciare soldi dentro una casa oppure fare scherzetti, rompere suppellettili e soffiare nelle orecchie dei dormienti. Il Munaciello giungeva di notte, come uno spiritello giocoso, ma con venature anche “cazzimmose” come si suol dire a Napoli.

IL MAZZAMAURIELLO
“Il Mazzamauriello appariva e scompariva più volte al giorno, svelto come un baleno. Riusciva ad infilarsi e a passare in ogni più piccola fessura, e spesso prendeva la forma di una folata di vento e si divertiva a far sbattere le imposte e a far tintinnare i vetri, oppure a far cadere sedie, tavoli ed altro a terra, dando così i brividi a Zì Monaca. A volte si metteva in mezzo ad una camera e lì saltellava, faceva giochi e scherzava ridendo e sghignazzando. Poi si sedeva sul pavimento, poneva i piedi in croce sulla nuca e in quella posizione camminava stando sui palmi delle mani. Altre volte poggiava le mani a terra e slanciava le gambe in aria, agitandole di qua e di là e girando su se stesso. Il folletto non si trastullava sempre solo, spesso tirava in ballo anche la monaca. L’afferrava per un lembo della veste, per il cordone, per il soggolo, facendole fare mille giravolte; e se Nora reagiva sgridandolo, se la rideva e fuggiva via.
Alla fine, però, voleva farsi sempre perdonare, metteva il berretto sulle sue ginocchia, strofinava le mani e da esse, come per incanto, cadevano monete nel cappello.” (cfr centrostoricocb.it).
Ora i Mazzamaurielli sono protagonisti nel borgo di Valogno, come soggetto dei Murales che affrescano la ridente frazione di Sessa Aurunca.

IL POPPO
Altro spirito notturno usato per terrorizzare i meno colti ed i bambini. In origine era il sacrificatore che menava all’ara le vittime.

L’ORSO MARINARO
Un Cetaceo grande come un orso, mostro ancestrale delle paure degli antichi aurunci.

MAZZACROCCA
Spirito cattivo dotato di una mazza uncinata per gettare i bambini nei pozzi. Un Mazzamauriello in salsa più horror.

LUPO MANNARO
Mostro “internazionale” derivante dalle mitologie della malattia definita Licantropia. A Sessa, nei secoli, alcuni cittadini venivano additati come Pupunari o Lupunari, vaganti per i vicoli del centro storico, dediti ad ululare ed inseguire chiunque si aggirasse nella notte. Per avvistarli, l’ideale era posizionarsi in Piazza Ercole per attenderli mentre si abbeveravano nella fontana oppure nel lavatoio di San Domenico o addereto a Maddalena o Secasoce. Il Pupunaro poteva bussare alla porta della propria casa per tornare, ma guai ad aprire le prime due volte. Solo alla terza si poteva far entrare in famiglia altrimenti si rischiava di essere “scannati”.

AURIO
Genio mitologico con varie forme nascoste nelle case delle persone. Poteva prendere le sembianze di un animale entrato in casa ed essere la fortuna o la sfortuna di quella famiglia.

AGATHADEMONI
Serpentelli benigni della tradizione popolare aurunca e non solo

A cura di Alberto Verrengia

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