Aspettando LE TORCE a Sonnino il prossimo 20 – 21 Maggio 2023 Ripropongo un articolo del Maestro Marino Bono … in sua memoria <3
Buongiorno e buona lettura a @tutti
SONNINO – LE TORCE: UNA PROCESSIONE DI PENITENZA E DI IMPETRAZIONE… LA RECOGNITIO FINIUM.
Le TORCE sono una manifestazione a sfondo religioso-culturale, che ogni anno, alla vigilia dell’Ascensione, sconvolge la tranquilla vita di SONNINO, un castrum medievale arroccato su un contrafforte dei MONTI AUSONI ed esplode come l’avvenimento più straordinario… eccitante.
Perché questo? Perché le TORCE sono “radicate” nella coscienza religiosa, nella tradizione culturale, nella civiltà di Sonnino.
La storia di SONNINO e la storia delle TORCE sono intimamente legate dal filo, che si dipana da un’unica ORIGINE e da una CIVILTA’ comune.
Le TORCE recano evidenti le “vicissitudini” del popolo sonninese: esse racchiudono infatti la problematica religiosa e la coscienza della dura lotta dell’uomo, del SONNINESE, con la natura, per costringerla a “germinare” il necessario cibo alla vita…per la speranza di un futuro più sereno.
Il SONNINESE è stato legato alla TERRA sin dall’origine del Castrum,per avere i frutti essenziali all’esistenza, e alla impellente necessità di difenderla, di mostrare a tutti che quella terra è sacra e inviolabile…
Qual è allora la vera natura delle TORCE?
– Le TORCE sono una processione di penitenza con il carattere cella IMPETRATIO, ossia della “impetrazione” a Dio di copiosi raccolti, per la garanzia del cibo necessario all’esistenza.
Le TORCE chiudevano il ciclo delle ROGATIONES,riti propiziatori, per “impetrare da Dio abbondanza di raccolti.
A tale manifestazione si riannodano antiche usanze liturgiche (ROGATIONES), cioè la “benedizione” dei campi e dei nuovi frutti durante solenni processioni penitenziali, che avevano lo scopo di propiziare (IMPETRATIO) il favore della divinità:
“UT FRUCTUS TERRAE DARE ET CONSERVARE DIGNERIS, TE ROGAMUS AUDI NOS”.
Perché ti degni di dare e conservare i frutti della terra, ti preghiamo ascoltaci.
Con le ROGAIONES, che oggi non si fanno più, si chiedeva a Dio prosperità e benessere per TUTTA LA COMUNITA’.
Il parroco della Collegiata di S. GIOVANNI usciva con il popolo in processione verso la campagna, cantando le LITANIAE MINORES e benediceva le messi e gli altri frutti della terra.
Dunque la prima natura delle TORCE concerne la “necessità” della “penitenza” e la MPETRATIO
– Altro aspetto, che subito si è aggiunto alla IMPETRATIO è quello della RECOGNITIO FINIUM, cioè la “ricognizione” dei CONFINI, per l’affermazione solenne, attuata come rito,della SACRALITA’ DEI CONFINI e del possesso del territorio.
Per questo le TORCE percorrono il territorio del CASTRUM SOMPNINI lungo i confini e di notte.
Tutti devono sapere che sono i SONNINESI che disegnano sulla lavagna “nera” nella notte il percorso dei CONFINI, perché sia a tutti chiaro che quei confini sono inviolabili.
E’ facile comprendere quanto sia importante essere visti da coloro che “fruiranno delle SPAZIO rifondato processionalmente”, attraverso il rito e il culto delle TORCE, ma anche da chi, al di là di quei confini descritti “ritualmente”
nella notte fonda e rivendicati, vive; si tratta cioè del FORESTIERO, che quei confini deve rispettare.
– Le TORCE sono importanti anche dal punto di vista “sociale”, perché sono incontro di esperienze, di conferma dei valori umani e spirituali, cristiani, che uniscono gli appartenenti alla UNIVERSITAS CIVIUM, alla COMUNITA’ SONNINESE.
Infatti attraverso il rito non si vuole riconquistare semplicemente lo “spazio-territorio” della comunità, ma si vuole riconfermare l’appartenenza di “tutti i cittadini”, anche di quelli, che non sono più, ad una IDENTICA RADICE RELIGIOSA, CULTURALE, DI CIVILTA’.
Non si spiegherebbe altrimenti l’usanza di “fermarsi” a ricordare i morti lungo il tragitto e davanti al cimitero.
E questo non vuole essere solamente un atto “pietoso” nei confronti di chi ci ha lasciato, ma un RITO SOLENNE. per raffermare l’appartenenza ai valori, alla cultura, all’ETHOS SONNINESE anche di coloro che non sono più tra noi.,
– Le TORCE, dopo il senso penitenziale – impetratorio e della “recognitio finium” aasumono anche un significato meno “nobile”, di origine “volgare”, il significato APOTROPAICO, cioè il “potere di tenere lontane de forze del male, comprese quelle naturali”…
I caporali, una volta tornati in paese, tagliano le TORCE a pezzetti e li distribuiscono ai fedeli.
Saranno accesi in caso di “pericolo” e durante le “furiose tempeste di vento e di pioggia”.
Inoltre le ragazze, una volta, quando spuntavano le TORCE sul costone delle Serre, si tagliavano una ciocca di capelli, perché “ricrescevano” più sani e più belli.
E veniamo alla domanda che tutti aspettano: ma quando sono nate le TORCE?
Rispondiamo subito: tanti secoli fa. Risalgono infatti al V secolo d.C. Erano tempi duri per la popolazione, vuoi per le difficoltà della vita, vuoi per l’incertezza del futuro, per il pericolo della vita stessa. Erano frequenti le CALAMITA’ NATURALI: chi non ricorda la “peste, il vaiolo e altri terribili flagelli naturali, come le tempeste, i terremoti, le carestie”.
Dunque nel 470 d.C. (6 anni prima della caduta dell’Impero romano d’Occidente) in Francia il vescovo di Vienne S. MAMERTO, per allontanare dal paese pubbliche calamità naturali e sociali, che lo affliggevano…”APPROPINQUANTE ASCENSIONE DOMINI INDIXIT IEIUNIUM IN POPULO CUM GEMITU ET CONTRICTIONE”.
In prossimità dell’ASCENSIONE del SIGNORE indisse il digiuno di tre giorni nel popolo con penitenze e pentimento.
Il vescovo uscì in processione di penitenza con il popolo, cantando le LITANIE MINORI e si diresse verso i sobborghi e nella campagna…
Nel 511 d.C. il sinodo di Orleans ne prescrive l’ossevanza per tutte le chiese della FRANCIA e dei TERRITORI DELL’IMPERO.
Erano le ROGATIONES, che hanno la stessa natura delle TORCE. Abbiamo detto che le TORCE chiudevano il ciclo delle ROGAZIONES in TEMPORE PASCHALI (durante il tempo di Pasqua).
Ed ecco la definizione, che allora fu data alle ROGATIONES:
“ROGATIONES id est litanias ante Ascnsionem Domini ab omnibus ecclesiis placuit celebrari, ita ut, praemissum TRIDUARUM IEIUNIUM IN DOMINICAE ASCENSIONIS FESTIVITATE solvatur. per quod triduum servi et ancillae ab opere relaxentur, quo magis plebs universa conveniat; quo triduo omnes abstineant et quadragesimailibus cibis utantur”.
Le ROGAZIONI sono le litanie, che il giorno prcedente l’Ascensioone ogni chiesa ritenne opportuno fossero celebrate, cosicché, premesso un triduo di tre giorni, nella festività dell’ASCENSIONE si CONCLUDA IL RITO.
Durante il periodo del digiuno i servi e le serve si asterranno dal lavoro, perché tutto il popolo partecipi al rito…
Ancora durante i tre giorni del digiuno tutti facciano uso dei cibi prescritti per la QUARESIMA.
Nel secolo IX le ROGATIONES furono introdotte a ROMA, poi nel LAZIO infine in tutto il mondo cristiano…
Le TORCE dunque chiudevano il periodo delle ROGATIONES, perciò ne assunsero la STESSA NATURA, si identificarono con esse.
Come si può vedere esiste un “legame” tra l’IMPETRATIO delle ROGATIONES e delle TORCE, che il ciclo delle rogazioni chiudevano, alla vigilia DELL’ASCENSIONE.
Ma con SONNINO quale storia condividono?
La storia dele TORCE e di SONNINO si dipana da una stessa origine sia come tempo, sia come spirito religioso, sia come CIVILTA’.
Le ROGATIONES e quindi le TORCE furono introdotte nel LAZIO nel IX secolo da papa LEONE III.
Il IX secolo è anche il secolo della nascita di SONNINO.
C’è una coincidenza perfetta tra i due accadimenti: “SONNINO e le TORCE”.
Bibliografia: Gregorio di Tours, ROGATIONES, Corrain, documenti etnografici,Istituto arti grafiche , Rovigo 1963;
Quadri, IN DE PROCESSIONIBUS ECCLESIASTICIS ET DE LITANIIS SANCTORM, BIBLIOTECA VATICANA, II pag. 38 ssgg.
Bolla di papa Leone III, in M. RIGHETTI, STORIA LITURGICA, VOL. II.
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