Le norme
È tutta questione di… benessere.
Le norme sono le aspettative e le regole di una cultura, rispetto ad un comportamento che viene ritenuto appropriato. In quest’ottica, il comportamento che viola le norme di una cultura è deviante.
In linea generale, le norme costituiscono un ponte fra le idee (perché rappresentano sia un modo di pensare che il contenuto di un pensiero) di una cultura e le sue consuetudini, perché suggeriscono quale sia il comportamento appropriato da adottare.
Le norme possono comunicare a tutte le persone, appartenenti a quella data cultura, ciò che dovrebbero fare e che cosa non dovrebbero fare, e non sono comunque fisse o rigide.
Per esempio, fumare nei luoghi pubblici, un tempo pratica relativamente abituale nella nostra cultura, oggi vìola tanto le norme informali quanto le leggi locali. Oppure, oggi ci si attende, anche se non è obbligatorio, che le persone allaccino la cintura di sicurezza quando si trovano alla guida dell’autovettura o viaggiano in automobile, anche se fino agli anni Sessanta la cintura di sicurezza non esisteva neppure.
Società e Cultura mutano vicendevolmente e lo fanno per affrontare nuove situazioni esistenziali.
Al giorno d’oggi, l’esempio più evidente è il cyberspazio.
Le norme di comportamento che gli esseri umani adottano in questo spazio virtuale si sono sviluppate rapidamente, contribuendo all’emergere di una ulteriore cultura che possiamo definire degli “Utenti di Internet”.
Le diverse utilizzazioni della telematica hanno ovviamente norme diverse.
Per esempio, chi utilizza le email impara a usare la funzione Copia Carbone Nascosta (CCN) quando invia un’email di gruppo, affinché non vengano rivelati gli indirizzi degli altri destinatari. Nei portali in cui troviamo gruppi di discussione online, i nuovi utenti, prima di porre qualche domanda al gruppo stesso, (i nuovi utenti) imparano a leggere la pagina delle FAQ (Frequently Asked Questions), ossia le domande ricorrenti.
Gli attuali social network scoraggiano i post offensivi, quelli che attaccano, insultano e ridicolizzano gli altri utenti. Se siamo abituati ad utilizzare regolarmente Internet, queste norme possono oggi sembrare ovvie, ma sono state create nel corso del tempo e come in tutti i casi della vita, gli utilizzatori hanno dovuto apprenderle.
A questo punto è necessaria una precisazione, perché le norme sociali non sempre tengono il passo con i cambiamenti tecnologici
Nel 1922, il sociologo William Ogburn coniò l’espressione ritardo culturale, con la quale descriveva il modo in cui i nuovi sviluppi tecnologici spesso sono più veloci delle norme che governano le esperienze culturali associate ad essi.
Per esempio, i recenti sviluppi della fotografia digitale, unitamente alla proliferazione delle connessioni a Internet, specialmente quelle ad alta velocità, hanno reso estremamente facile postare foto e video online, affinché vengano visti da un pubblico sempre più vasto. Tuttavia, le norme che definiscono che cosa è appropriato rendere pubblico, oppure come distribuire le immagini, e che cosa significhi privacy in questo contesto, sono ancora arretrate rispetto alla tecnologia.
Gli esempi che abbiamo riportato ci suggeriscono che le definizioni culturali di ciò che sono, o dovrebbero essere, le informazioni pubbliche o private non sono andate al passo con lo sviluppo di Internet. In futuro, verranno introdotte certamente nuove norme e comportamenti, i quali prenderanno piede, mentre tutti noi avanzeremo sempre più nell’era digitale.
Un ultimo aspetto che non dobbiamo dimenticare è che le norme culturali che riguardano l’interazione sociale variano a seconda che ci si rapporti faccia a faccia, al telefono, via e-mail, sui social network o attraverso gli SMS. Quando abbiamo l’occasione di confrontarci di persona con un altro individuo, per comunicare utilizziamo qualcosa che oltrepassa le parole, perché forniamo indicazioni su ciò che vogliamo dire attraverso il tono della voce, la gestualità e le espressioni del viso. Quando, invece, inviamo una e-mail o un sms non abbiamo a disposizione questi ulteriori mezzi espressivi.
Collegato a questo aspetto, è importante ricordare che in tutte le società e culture le norme vengono rafforzate ad un livello informale. Quando il nostro cellulare suona durante la proiezione di un film, al cinema, è relativamente ovvio attenderci occhiatacce da parte dei nostri vicini. Ecco, in questo ultimo caso siamo di fronte ad un’abitudine del gruppo che rientra nella categoria dei costumi, oppure delle norme informali. Ad esempio, è abitudine in Occidente andare al mare e fare il bagno in costume, mentre trovarci di fronte ad una persona che farà il bagno completamente vestito produrrà sguardi perplessi e sorpresi.
Quando siamo, invece, in presenza di norme che richiedono una rigida applicazione, con potenziali pene severe per coloro che le violano, siamo di fronte a norme formali. Coloro che le trasgrediscono molto spesso devono affrontare una vergogna pubblica, e l’eventualità di una condanna formale.
In sintesi, valori, conoscenze, credenze, e norme (tutti elementi che costituiscono le i fondamenti di una cultura) aiutano a plasmare il modo in cui le persone si orientano nel mondo e costituiscono una guida non scritta sul modo di pensare e su come è necessario agire in società.
Studiare le idee, ossia le specificità variabili di una cultura, concentrando la nostra attenzione sul significato che le persone attribuiscono alle proprie esperienze, ci permette di comprendere quali sono i valori che una cultura considera importanti, ciò in cui crede e cosa essa definisce essere appropriato o deviante, all’interno dei complessi meccanismi della società.
Che si tratti della nostra oppure di un’altra cultura, non importa.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).