Le chiese europee…

Le chiese europee: Vandalizzate, defecate e incendiate “ogni giorno”

di Raymond Ibrahim
15 aprile 2019

Pezzo in lingua originale inglese Traduzioni di Angelita La Spada

  • In Germania, quattro chiese sono state vandalizzate e/o incendiate solo a marzo. “In questo paese”, è in corso una guerra strisciante contro tutto ciò che simboleggia il Cristianesimo: attacchi ai danni delle croci poste in cima alle montagne, delle statue sacre per strada, delle chiese (…) e di recente anche dei cimiteri”. – PI-News, un sito di informazione tedesco.
  • In quasi tutti gli episodi di attacchi ai danni delle chiese, le autorità e i media nascondono l’identità dei vandali. In quei rari casi in cui l’identità musulmana (o “migrante”) degli iconoclasti è trapelata, questi profanatori vengono poi presentati come delle persone che soffrono di problemi di salute mentale.
  • “Quasi nessuno scrive e parla dei crescenti attacchi contro i simboli cristiani. In Francia e in Germania c’è un eloquente silenzio riguardo allo scandalo delle profanazioni e sull’origine dei perpetratori. (…) Non una parola, nemmeno il minimo indizio che potrebbe in qualche modo indurre a sospettare dei migranti. (…) Non sono i criminali che corrono il rischio di essere messi al bando, ma coloro che osano associare la profanazione dei simboli cristiani all’importazione degli immigrati. Vengono accusati di odio, di discorsi di incitamento all’odio e di razzismo.” – PI-News, 24 marzo 2019.

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A febbraio, vandali hanno profanato e distrutto croci e statue nella Cattedrale di Saint-Alain, a Lavour, in Francia. Le braccia di una statua di Cristo in croce sono state mutilate in modo beffardo. Inoltre, una tovaglia d’altare è stata bruciata. (Fonte dell’immagine: Eutrope/Wikimedia Commons)

Innumerevoli chiese in tutta l’Europa occidentale sono state vandalizzate, defecate e incendiate.

In Francia, due chiese vengono profanate, in media, ogni giorno. Secondo PI-News, un sito di informazione tedesco, nel 2018, in Francia, sono stati registrati 1.063 attacchi ai danni delle chiese o dei simboli cristiani (crocifissi, icone, statue). Questa cifra attesta un aumento del 17 per cento rispetto all’anno precedente (2017), quando furono registrati 878 attacchi, il che significa che il fenomeno è sempre più preoccupante.

A febbraio e a marzo, in Francia sono state perpetrate le seguenti profanazioni:

  • Vandali hanno saccheggiato la chiesa di Notre-Dame des Enfants, a Nîmes, e hanno usato degli escrementi umani per disegnare una croce su un muro; delle ostie consacrate sono state ritrovate all’esterno della chiesa, in un bidone della spazzatura.
  • A febbraio, la chiesa di Saint-Nicolas, a Houilles, è stata vandalizzata per ben tre volte; una statua del XIX secolo della Vergine Maria, il cui danno è considerato “irreparabile“, è stata “letteralmente polverizzata“, secondo un sacerdote; e una croce appesa a un muro è stata gettata sul pavimento.
  • Vandali hanno profanato e distrutto croci e statue nella Cattedrale di Saint-Alain, a Lavour, e hanno mutilato in modo beffardo le braccia di una statua di Cristo in croce. Inoltre, una tovaglia d’altare è stata bruciata.
  • Piromani hanno incendiato la chiesa di Saint-Sulpice, a Parigi, dopo la messa di mezzogiorno, domenica 17 marzo.

Episodi simili hanno luogo anche in Germania. Quattro chiese sono state vandalizzate e/o incendiate solo a marzo. “In questo paese”, ha spiegato PI-News , “è in corso una guerra strisciante contro tutto ciò che simboleggia il Cristianesimo: attacchi ai danni delle croci poste in cima alle montagne, delle statue sacre per strada, delle chiese (…) e di recente anche dei cimiteri”.

Ma a chi va attribuita la responsabilità di questi attacchi continui e sempre più numerosi contro le chiese europee? Lo stesso sito di informazione tedesco fornisce un indizio: “Le croci vengono spezzate, gli altari distrutti, le Bibbie incendiate, le fonti battesimali rovesciate e le porte delle chiese imbrattate con espressioni islamiche del tipo ‘Allahu Akbar'”.

L’11 novembre 2017, un altro sito di notizie tedesco ha rilevato che solo nelle Alpi e in Baviera sono state attaccate circa 200 chiese e molte croci sono state spezzate: “La polizia è sommersa di segnalazioni di profanazioni di chiese. I perpetratori sono spesso giovani rivoltosi con un background migratorio”. Sono anche descritti come “giovani islamisti“.

Talvolta, purtroppo, nelle regioni europee con la presenza più consistente di musulmani, sembra esserci un aumento concomitante di attacchi contro le chiese e i simboli cristiani. Prima del Natale 2016, nella regione tedesca del Nord Reno-Westfalia, dove risiedono più di un milione di musulmani, una cinquantina di statue cristiane (tra cui quelle di Gesù) sono state decapitate e i crocifissi sono stati frantumati.

Nel 2016, poco dopo l’arrivo in Germania di un milione di migranti, per lo più musulmani, un quotidiano locale riportò che a Dülmen, una città con meno di 50 mila abitanti, “non passa giorno senza che le statue religiose siano attaccate nel centro urbano e nelle immediate vicinanze”.

Anche in Francia sembra che laddove aumenta il numero dei migranti musulmani si moltiplicano altresì gli attacchi contro le chiese. Uno studio del gennaio 2017 ha rivelato che in Francia “gli attacchi islamisti contro i cristiani” sono aumentati del 38 per cento, passando da 273 assalti nel 2015 a 376 nel 2016; la maggior parte è stata perpetrata durante il periodo natalizio e “molti degli attacchi sono avvenuti nelle chiese e in altri luoghi di culto”.

Come esempio tipico, nel 2014, un musulmano “vandalizzò” l’antica chiesa di Saint-François de Sales e quella di Saint-Hippolyte, a Thonon-les-Bains. Secondo un report (corredato di foto), l’uomo “ha rovesciato e frantumato due altari, i candelabri e i leggii, ha distrutto le statue, ha demolito un tabernacolo, ha piegato una croce di bronzo massiccio, ha sfondato una porta della sacrestia e ha perfino rotto alcune vetrate commemorative”. Ha inoltre “calpestato” l’Eucarestia.

Per degli esempi simili in altri paesi europei, si veda qui, qui, qui, qui e qui.

In quasi tutti gli episodi di attacchi ai danni delle chiese, le autorità e i media nascondono l’identità dei vandali. In quei rari casi in cui l’identità musulmana (o “migrante”) degli iconoclasti è trapelata, questi profanatori vengono poi presentati come delle persone che soffrono di problemi di salute mentale. Come ha scritto di recente PI-News:

“Quasi nessuno scrive e parla dei crescenti attacchi contro i simboli cristiani. In Francia e in Germania c’è un eloquente silenzio riguardo allo scandalo delle profanazioni e sull’origine dei perpetratori. (…) Non una parola, nemmeno il minimo indizio che potrebbe in qualche modo indurre a sospettare dei migranti. (…) Non sono i criminali che corrono il rischio di essere messi al bando, ma coloro che osano associare la profanazione dei simboli cristiani all’importazione degli immigrati. Vengono accusati di odio, di discorsi di incitamento all’odio e di razzismo”.

Raymond Ibrahim è autore di un nuovo libro , Sword and Scimitar, Fourteen Centuries of War between Islam and the West, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute e Judith Rosen Friedman Fellow presso il Middle East Forum.