L’avevo scritto…
È tutta questione di… tristezza.
Eh, sì… carissimi amici del blog: Renzi non sarebbe mai stato da sottovalutare. Se ci fosse bisogno di ulteriori conferme a quanto appena scritto, sia sufficiente partire da questo articolo.(Renzi: “Se cade il Conte-bis, nuovo governo e niente elezioni” – Renzi fa tremare i giallorossi: “Se cade il governo se ne farà un altro, senza voto”. Ma annuncia: “Iv all’opposizione”-Fabio Franchini – Lun, 17/02/2020- Matteo Renzi è sempre più la mina vagante di questo sgangherato governo che vive ormai in bilico sull’orlo di una crisi di nervi potenzialmente letale.La scorsa settimana si è consumato lo strappo di Italia Viva, che ha rotto con Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla prescrizione, (s)nodo cruciale della riforma della Giustizia del Guardasigilli (grillino) Alfonso Bonafede.)
Un qualsiasi individuo, per di più toscano e fiorentino, cresciuto all’ombra della vecchia (ma sempre attiva, sotto falsi e diversi nomi…) DC, mai e poi mai sarebbe uscito di scena definitivamente.
La sua villa, comprata con mutuo, e che certo un operaio di sinistra non si potrebbe mai permettere (è anche vero che, oramai, gli operai non esistono più, qui, da noi, perché non esistono più le industrie…); le sue dichiarazioni sull’andarsene se avesse perso il referendum per la riforma della Costituzione; i suoi rapporti con Denis Verdini (e che sono gli stessi che tiene anche l’altro Matteo leghista, che ha come fidanzata la figlia del Verdini); tutti i numerosi segreti di cui è a conoscenza, e che costituiscono un alto valore di scambio, in qualsiasi trattativa; i suoi rapporti con i finanziatori delle sue fondazioni, o roba simile; tutti elementi che dovrebbero farci pensare quanto la politica italiana sia nelle mani dei due Matteo.
Tutti gli altri non sono altro che comprimari, utili all’uopo, per portare avanti interessi personali che i due individui hanno già concordato, facendo credere che il loro interesse esclusivo sia il popolo italiano. Se veramente interessasse loro il destino dell’Italia, penserebbero al futuro imprenditoriale ed economico di una nazione che sta affondando, ogni giorno che passa. E coloro che, come me, sono inseriti nel tessuto produttivo nazionale attivamente (qualsiasi docente universitario e partecipe di ricerche internazionale lo è…) sa esattamente che le cose stanno in questo modo. E, badate: il peggio deve ancora venire. Nemmeno il coronavirus potrà aiutarci a resettare, perché non è ancora virulento come lo sono i politici. E mi riferisco al mondo intero, perché non credo che esistano sul pianeta persone dotate di quell’amore per il popolo che deriva da una profonda coscienza personale, etica perché profondamente civile.
La nostra vita nazionale è affidata ai media, alla propaganda politica infinita, a pesci “ordinati” da non si sa chi (vedi vicenda Benetton et similia…), da Movimenti condotti da inesperti presuntuosi, da riciclate mummie parlamentari, da inetti civili ma indagati e giudicati persino colpevoli. Insomma, come vedete, non sono riuscito a trattenermi.
Sarebbe l’ora di dire basta, in qualche modo. Alla peggio, è utile organizzarci per lasciare il Paese, il prima possibile, come mi sto organizzando io.
Intanto, riesco a convincere i miei giovani studenti a lasciare il Paese, e vedo che lo fanno molto, molto volentieri.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).