La Pacchiana di Pontelandolfo a San Gregorio Armeno

La Pacchiana di Pontelandolfo a San Gregorio Armeno
Gianni De Lucia

“Ma a te… te piace ‘o presepe??” “No. Nun me piace. Voglio ‘a zuppa ‘e latte!” ».

Il celebre tormentone di Natale in casa Cupiello di E. De Filippo, purtroppo ritornato ancor più attuale dopo la recente e prematura scomparsa di Luca De Filippo, ci ricorda che a Napoli il presepe è una cosa seria.

La regola vuole che ogni anno il presepe si debba ingrandire, anche se si tratta di aggiungere un solo elemento, il che rende obbligata una tappa a San Gregorio Armeno, la famosa via dei presepi. Nel cuore del centro storico di Napoli, patrimonio mondiale tutelato dall’Unesco, sull’antico cardine della città greco-romana che congiunge il decumano maggiore (Via dei Tribunali) e quello inferiore (Via San Biagio dei librai o Spaccanapoli), s’inerpica questa stradina stretta, da secoli fulcro dell’arte presepiale partenopea.

Qui, in questo angolo nel ventre di Napoli, si susseguono decine di botteghe aperte tutto l’anno. Ma è in prossimità delle festività natalizie che questo luogo sprigiona tutto il suo fascino in un caleidoscopio unico di luci, suoni e colori. In quei periodi è quasi impossibile percorrerlo senza dover sgomitare tra la folla di napoletani e di turisti curiosi che da ogni parte del mondo si ritrovano ad ammirare estasiati gli oggetti in esposizione.
Tra i banchi del mercatino si può trovare davvero di tutto, fino al più piccolo particolare per impreziosire la coreografica scenografia del presepe: cesti colmi di frutta, verdura e pagnotte, case, lampioni, mattoni, tegole, miniature di piatti in porcellana e suppellettili varie. E poi, ancora, fontane e fiumi con l’acqua vera, mulini a vento, macine, forni e pastori azionati da un meccanismo elettrico, dal pizzaiolo che inforna al fabbro che martella l’incudine. Una umanità in miniatura che fa da contorno all’elemento divino e religioso della natività.
L’attività nelle botteghe di via San Gregorio Armeno non si ferma solo a questo. Accanto alla Sacra famiglia, ai Magi e all’immancabile pastore dormiente Benino, trovano spazio anche i simboli più folcloristici della tradizione partenopea, da pulcinella ai corni portafortuna, fino ai“pastori vip”: statuine di personaggi noti dell’attualità, che denotano la creatività e l’ironia del popolo napoletano. Gli intramontabili? Totò,Troisi, San Gennaro e Maradona. Ma ogni anno la fantasia degli artigiani si scatena nella realizzazione, a tempo di record, di pezzi nuovi con le fattezze del personaggio di turno salito alla ribalta per un motivo o per un altro. Tra le new entry di quest’anno ci sono Papa Francesco, gli idoli dei tifosi napoletani come Higuain e purtroppo l’indimenticabile Pino Daniele

Quella del presepe è un’arte che viene da lontano. Gesù nasce tra una folla di umili personaggi popolani come i ciabattini, mendicanti, osti, venditori di frutta o di carne, pescatori, acquafrescai, osti, lavandaie, tutti colti in scene di vita quotidiana, che divennero sempre più particolareggiate e sfarzose, fino a raggiungere l’apice della rappresentazione nel ‘700, il secolo d’oro del presepe napoletano.

Attorno alla corte di Carlo III di Borbone infatti si riunirono i più importanti artisti dell’epoca per far sì che queste opere potessero riflettere la magnificenza della corte Borbonica.

L’estro degli artigiani napoletani si è tramandato intatto di generazione in generazione proprio come nel caso del maestro d’arte presepiale sig. Aldo Vucai.

In bella mostra nella sua bottega di via San Gregorio Armeno, 14, c’è un’infinita varietà di statuine, in tutte le misure e di ogni prezzo.
Le più diffuse sono quelle di terracotta, ma ce ne sono altre ancora più preziose perché abbigliate con veri indumenti di stoffa cuciti a mano.

Proprio curiosando fra le diverse opere realizzate dal Maestro Vucai riconosco una figura a me familiare: La pacchiana di Pontelandolfo!!!

Quasi non ci credo, mi emoziono e chiedo: “Scusate ma è la Pacchiana di Pontelandolfo?”
E il sig. Aldo con la naturale schiettezza e simpatia partenopea mi dice: “Uaglio ma non vedi che c’è scritto???!!!”

costume
Allora mi stropiccio gli occhi e ricomincio a guardarla estasiato: r’ maccatur’, la scolla, la cammisola, la vantera, l’ cent’, ri zampitt e le sciuccuaglie…

Una vera meraviglia: La Pacchiana di Pontelandolfo a San Gregorio Armeno!!!

Chiedo: “sig. Aldo scusate ma come mai avete voluto riprodurre questo personaggio??!!!”
E Lui: “sono rimasto incantato ed affascinato dalla bellezza dell’antico costume delle donne di Pontelandolfo che per me rappresenta un simbolo del Sud Italia!!!”

Il maestro Aldo Vucai, infatti, lo scorso anno ha tributato l’arrivo di Carlo di Borbone, erede di casa Borbone giunto a Napoli da Palermo per trascorrere due giorni nel capoluogo partenopeo, con una miniatura di un busto di Francesco II di Borbone. E’ stato nominato “artigiano ufficiale della Real casa del Borbone delle Due Sicilie” completando la realizzazione dei cinque re di Napoli.

borbone

Continuiamo a chiacchierare di storia e territorio e lui mi fa l’ennesimo regalo:”per riscrivere la storia, per ricordare e non dimenticare ho deciso di riprodurre le fattezze dei briganti…ho già iniziato…guarda…per adesso Ninco Nanco e Carmine Crocco…!!!!

Grazie Maestro Aldo!!!

ninco
crocco