La differenza
È tutta questione di… diversità.
Sono d’accordo con quanto si può leggere qui.(“Ecco perché Mario Draghi non ha nulla a che vedere con Mario Monti” Giulio Sapelli, economista e professore, spiega le enormi differenze tra due figure che in comune hanno solo lo stesso nome Claudio Rinaldi – Gio, 04/02/2021 – https://www.ilgiornale.it/news/politica/vi-spiego-perch-draghi-non-monti-1921598.html)
In molti dicono che il governo di Mario Draghi sarà solo la riedizione di qualcosa di già visto, ovvero del governo tecnico di Mario Monti.
In effetti, sono rimasto un poco stupito quando ho letto espressioni pregiudizievoli e negative nei confronti di Mario Draghi, e specialmente quando la sua esistenza professionale è stata paragonata a quella di Mario Monti, mentre si tratta di due universi, completamente e letteralmente, diversi. Proprio come afferma il docente universitario che mette in evidenza le differenti posizioni teoriche e pratiche dell’ex Governatore della BCE e di Mario Monti. E coloro che continuano a confondere le cose significa che non conoscono seriamente l’operato di Mario Draghi, e la sua vicinanza ad un’idea liberale che non esclude affatto la dimensione sociale dell’esistere umano, anzi.
Si tratta proprio di due personaggi molto diversi sia dal punto di vista umano che professionale, provenendo Draghi da una tradizione democristiana che ogni persona equilibrata in questo Paese sa esattamente quanto costi oggi rimpiangere.
Ecco perché credo che la politica tutta, anche quella bieca, collusa e corrotta dei nostri attuali partiti (basti leggere ciò che emerge dal libro di Alessandro Sallusti che intervista Palamara… e mi taccio), dovrebbe considerare l’opportunità di rifarsi almeno la facciata. Si tratta di dimostrare ai cittadini se valga ancora la pena, o meno, di recarsi alle urne, pur consapevoli che avranno da mantenere un numero minore di senatori.
Un aspetto che considero degno di nota, rispetto al precedente Premier, è la discrezione comunicazionale (senza alcun Casalino di turno… non ne ha certo bisogno, quando parla a suo favore la sua vita intera). Io penso che avremo modo di apprezzare la cautela e l’attenzione con le quali Mario Draghi si avvicinerà ai media, oppure produrrà dichiarazioni televisive. Noteremo una reale differenza, se sarà coerente nello stile che lo ha fino ad oggi caratterizzato.
Abbiamo potuto ascoltare tutti le sue dichiarazioni, al termine dall’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: quattro punti imprescindibili del proprio programma, senza troppe parole, ma essenziale, chiaro e preciso.
Ci troveremo di fronte, penso, ad una persona che farà di tutto per chiudere la propria carriera esistenziale al meglio, ed essere ricordato come persona che ha a cuore la propria nazione, come possono ricordare quelli che hanno vissuto durante la Prima Repubblica.
Spero, mi auguro vivamente, di non sbagliarmi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).