La demenza sbarca a Sanremo

π‹πš 𝐝𝐞𝐦𝐞𝐧𝐳𝐚 π¬π›πšπ«πœπš 𝐚 π’πšπ§π«πžπ¦π¨
Se c’è un campo in cui non c’è mai stata prevalenza maschile, discriminazione femminile, dominio sessista, Γ¨ nel regno della canzone.

Mai Mina Γ¨ stata succuba di Celentano, Ornella Vanoni di Gino Paoli, la Cinquetti di Bobby Solo.
A Sanremo si cominciΓ² con una donna vincitrice e tante sono state le donne che hanno vinto. Non si Γ¨ mai avvertito alcun machismo e nessuna lotta sessista Γ¨ stata ingaggiata. Chiedere ora pure per il Festival le quote rosa con la lottizzazione dei cantanti, metΓ  maschi e metΓ  femmine, ha qualcosa di demente e di inutilmente sovietico. Non so se Γ¨ servito per far risaltare il coraggio anticonformista di Amadeus nel suo eroico rifiuto delle quote. Ma un festival giΓ  zeppo di messaggi, precetti, appelli, menate umanitario-correttive, con le quote rosa raggiungerebbe l’apice dell’Idiozia ideologicamente perfetta.

Dopo non resterebbe che chiuderlo magari per ragioni umanitarie del tipo: qui si canta mentre in Bielorussia si muore… A differenza di Amadeus non ne soffriremmo per la perdita.

MV
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