Jihad in Austria: “I cristiani devono morire”
di Raymond Ibrahim 3 settembre 2023
Pezzo in lingua originale inglese: Jihad in Austria: ‘Christians Must Die’
Traduzioni di Angelita La Spada
Due ragazzi musulmani che vivono in Austria, di 15 e 16 anni, hanno di recente confessato davanti al Tribunale regionale di Leoben che vorrebbero “uccidere i cristiani” e “ripristinare il califfato”. Avevano pianificato di massacrare quante più persone possibile durante un attacco alla scuola secondaria di primo grado frequentata dal 15enne. Nella foto: la città di Leoben, dove si è celebrato il processo. (Fonte dell’immagine: David Bauer/Wikimedia Commons)
Due ragazzi musulmani che vivono in Austria hanno di recente confessato davanti al Tribunale regionale di Leoben che vorrebbero “uccidere i cristiani” e “ripristinare il califfato”.
I due, di 15 e 16 anni, sono stati processati presso il Tribunale regionale di Leoben, il 16 luglio scorso. Avevano pianificato di massacrare quante più persone possibile durante un attacco alla scuola secondaria di primo grado frequentata dal 15enne, a Bruck an der Mur, dove vivevano entrambi.
In aula, i due imputati, i quali hanno entrambi un passato di violenza e criminalità, hanno ammesso che volevano “sparare a tutti i cristiani della classe”. Alla domanda come avrebbero reagito se la polizia fosse intervenuta, hanno risposto: “Ci saremmo arresi”, aggiungendo che “Allah li avrebbe perdonati” in prigione, perché “uccidere i cristiani ci conduce in Paradiso”.
Facendo una riflessione sui due mancati stragisti, un articolo rileva:
Sembrano [due ragazzi] che passano del tutto inosservati: un apprendista nel settore automobilistico, 16enne, e un suo amico di 15 anni di Bruck. Ma avevano in mente qualcosa di oscuro. Sebbene siano nati in Austria e fossero integrati nella società, si sono fortemente radicalizzati. Il loro obiettivo era quello di fare dell’Austria un califfato. Per raggiungere questo obiettivo hanno anche accettato di camminare sui cadaveri. (…) Tutti i cristiani dovrebbero essere uccisi”.
Le autorità giudiziarie sono venute a conoscenza dei loro piani dopo che hanno iniziato ad avere informazioni sulle attività terroristiche delle chat di gruppo frequentate da islamici radicali.
Il tribunale li ha condannati a due anni di reclusione, anche se probabilmente sconteranno solo otto mesi. (La pena massima per i minorenni è di cinque anni.) La Corte ha anche disposto che ricevano “una formazione anti-aggressione e seguano un programma di de-radicalizzazione” che, purtroppo, si sono ripetutamente dimostrati inefficaci.
“Per inciso, nel maggio 2022, il 15enne ha dato fuoco alla Scuola Universitaria Professionale di Bruck mentre era chiusa”, conclude l’articolo.
L’episodio è un monito riguardo al fatto che l’Austria sembra essere seduta su una bomba ad orologeria. Anche se le autorità sono riuscite a sventare quello che avrebbe potuto essere un tragico massacro di studenti, come erano riuscite a sventarne un altro procedente nel 2020, l’ostilità musulmana nel Paese continua a crescere, il che fa pensare che potrebbe essere solo una questione di tempo prima che un grave attacco terroristico o qualcosa di peggio travolga la nazione.
Già nel 2017, un articolo, titolato “Gli austriaci vivono nella paura mentre bande di migranti violenti compiono attacchi GIORNALIERI a Vienna”, riportava che:
Rapine e percosse stanno diventando sempre più comuni nella storica capitale, con i passanti che subiscono aggressioni quasi ogni giorno. (…) La zona di Praterstern, appena fuori dal centro di Vienna, è ora controllata dai nordafricani ed è considerata la zona peggiore della città per l’elevato indice di criminalità, nonostante la polizia abbia intensificato la sua presenza nell’area, mentre dall’altra parte della città, la zona circostante la stazione ferroviaria ovest è stata occupata da afgani che hanno fatto notizia per tutte le ragioni sbagliate. (…) I crimini commessi dai migranti in Austria sono aumentati rapidamente nell’ultimo anno man mano che ne sono arrivati altri nel Paese. Lo scorso anno [nel 2016], ci sono state 22 mila denunce penali contro migranti, rispetto alle 14 mila del 2015, come rivelato dal Ministero dell’Interno austriaco. Le aggressioni a sfondo sessuale perpetrate da richiedenti asilo sono diventate un problema serio in Austria, registrando un aumento del 133 per cento nell’ultimo anno da quando è scoppiata la crisi dei migranti. Piscine e altri luoghi pubblici sono diventati alcune delle aree più diffuse per gli attacchi”.
Come in altre nazioni europee, in Austria, i crimini sessuali, anche contro i ragazzi maschi, sono aumentati a dismisura. Secondo un articolo, “Non passa giorno senza che si parli di aggressioni sessuali” per mano di migranti. In un episodio, un 17enne richiedente asilo musulmano ha stuprato una donna di 72 anni, dopo che lei lo aveva aiutato a uscire da un canale, e la vittima avrebbe perso la “voglia di vivere” dopo la violenza subita.
La polizia ha mostrato poco sensibilità, incolpando di fatto le vittime. Dopo che una 20enne austriaca in attesa alla fermata dell’autobus, a Vienna, è stata aggredita, picchiata e derubata da quattro uomini musulmani, di cui uno “ha iniziato col metterle le mani tra i capelli per farle capire chiaramente che nel suo background culturale non c’era quasi nessuna donna bionda”, la polizia ha detto alla vittima di tingersi i capelli:
“All’inizio ero spaventata, ma ora sono più che altro irritata. Dopo l’aggressione mi hanno detto che le donne non dovrebbero girare da sole per strada dopo le 20.00. E mi hanno dato anche altri consigli, dicendomi che avrei dovuto tingermi i capelli di scuro e non vestirmi in modo così provocatorio. Indirettamente, ciò significa che io ero in parte responsabile di quello che mi è successo. Questo è un insulto vero e proprio”.
Oltre alla generica criminalità musulmana, in Austria, sembra esserci, purtroppo, un odio di matrice ideologica per i “miscredenti” e soprattutto per cristiani ed ebrei. Proprio come nell’episodio sopra riportato, i due ragazzi sono stati processati per il loro intento di “uccidere i cristiani” e “andare in Paradiso”, così ci sono stati numerosi altri casi di musulmani che esprimono la loro ostilità verso la fede storica dell’Austria:
Novembre 2020: Un attacco terroristico musulmano contro un gruppo di giovani cattolici è stato sventato in extremis. Secondo un articolo, “l’autore dell’attentato voleva provocare una carneficina uccidendo i giovani cattolici (…) durante una veglia di preghiera a Vienna. L’islamista non è riuscito nel suo intento a causa di una porta chiusa da un timer (…) 17 bambini e giovani appartenenti a un gruppo giovanile cattolico sono scampati per un pelo ad una catastrofe!”.
Dicembre 2016: Un richiedente asilo musulmano di 22 anni proveniente dall’Afghanistan ha accoltellato una donna cristiana di 50 anni perché leggeva passi della Bibbia. L’uomo “si era offeso per il fatto che la donna fosse stata invitata dai residenti cristiani del centro di accoglienza per spiegare la Bibbia. Quando ha scoperto cosa stava facendo la donna, si è precipitato in cucina dove si trovava la malcapitata e ha tentato di conficcare la lama del coltello nella parte superiore del suo corpo”.
Aprile 2022: Un musulmano ha inseguito, picchiato e preso a calci un uomo cristiano che distribuiva copie della Bibbia nelle strade di Vienna-Meidling.
Maggio 2017: Quello che è stato descritto come un “immigrato dalla pelle scura” è stato filmato da un passante mentre lanciava oggetti e colpiva la grande croce dinanzi la parrocchia di St. Marein con una lunga asta, provocando danni per 15 mila euro.
Marzo 2014: Dopo aver ascoltato musica islamica, un uomo si è scatenato vandalizzando chiese e profanandone quattro, rovesciando o distruggendo statue, croci e altari.
Ottobre 2020: Una folla musulmana composta da una cinquantina di persone è insorta intorno al fonte battesimale e ai confessionali all’interno di una chiesa a Vienna, al grido di “Allahu Akbar!” [“Allah è il più grande!”].
Aprile 2020: Alla stazione ferroviaria di Traisen-Markt sono apparsi dei graffiti con su scritto “I cristiani devono morire” e “Allahu Akbar”, causando molta agitazione”.
Gennaio 2021: Una quarantina di migranti musulmani sono insorti e hanno bruciato un albero di Natale a Favoriten. Giunti per spegnere l’incendio, i vigili del fuoco hanno sentito uno dei migranti urlare: “Un albero di Natale non può trovare posto in un quartiere musulmano”, mentre la folla inferocita ha colpito gli agenti dei servizi di emergenza con proiettili e bersagliandoli con il grido di “Allahu Akbar!”
Da una rapida ricerca emergono altri episodi recenti, tra cui quello della decapitazione delle statue di Gesù e Maria in un giardino di preghiera, un’oasi spirituale viennese, nel luglio scorso.
Forse la cosa più rilevante è che tutta questa ostilità e violenza sta avendo luogo in un contesto in cui la popolazione musulmana continua a crescere in Austria, al punto che ora ci sono più studenti musulmani che cattolici nelle scuole delle città austriache, tra cui la capitale Vienna e Linz.
Secondo quanto riferito, nel 2021, i musulmani rappresentavano l’8,3 per cento della popolazione austriaca. Secondo un rapporto PEW del 2017, entro il 2050, potrebbero costituire fino al 19,9 per cento della popolazione austriaca.
L’importanza di questi numeri è esacerbata dal fatto che i musulmani sembrano non integrarsi molto bene in Austria, in particolare, la seconda generazione. Secondo il quotidiano austriaco Die Presse:
“I loro genitori sono arrivati in Austria per lavorare come operai specializzati. La seconda generazione non ha alcuna qualifica e i lavoratori non specializzati non sono più necessari nel mercato del lavoro. A differenza dei loro genitori, non parlano molto bene né il tedesco né la loro lingua d’origine. E, secondo l’OCSE, ottengono risultati scolastici inferiori rispetto a coloro che non sono nati in Austria. Inoltre, non ci sono abbastanza ‘figure di riferimento’, ossia migranti di successo che sono presenti nella sfera pubblica.
…
“Cosa possono fare i politici per rendere possibile una migliore integrazione?
“Ci sono molte proposte da parte degli esperti. Un esempio prevede che i bambini vengano integrati presto, non appena frequentano la scuola dell’infanzia. In futuro, gli immigrati dovrebbero essere scelti non in base ai rapporti familiari, ma in base alle loro qualifiche lavorative”.
Nel maggio scorso, un report ha rilevato che le moschee in Austria insegnavano attivamente ai giovani musulmani a non fare amicizia con gli austriaci autoctoni o con altri non musulmani. Mentre alcuni politici, come Manfred Haimbuchner del Partito della Libertà austriaco di stampo conservatore, hanno espresso sconcerto e indignazione per questo insegnamento, in realtà si tratta di una dottrina musulmana tradizionale. Secondo il versetto 28 della Sura III del Corano:
“I credenti non si alleino con i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che [letteralmente per proteggere se stessi con la taqiyya, la dissimulazione, N.d.T.] temiate qualche male da parte loro.
Il versetto 51 della Sura V del Corano è ancora più esplicito e lo dice apertamente:
O voi che credete, non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni, sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro.
Non c’è da stupirsi, quindi, che anche la minuscola popolazione ebraica dell’Austria sia sotto attacco: nel 1981, terroristi musulmani fecero irruzione e aprirono il fuoco in una sinagoga viennese, uccidendo due persone e ferendone diciotto.
Più di recente, nel 2021, secondo il Deutsche Welle, “i crimini antisemiti hanno raggiunto livelli record in Austria”,
Storicamente, nel 1683, centinaia di migliaia di jihadisti musulmani, guidati dai turchi ottomani, circondarono e assediarono Vienna, C’era un motivo per cui avevano scelto quella città. Per secoli era stata la capitale del Sacro Romano Impero, che a sua volta era stato a lungo il “Difensore della fede cristiana”, il principale nemico del jihad islamico. Nel momento finale, gli europei sconfissero i musulmani e tolsero l’assedio, salvando così non solo Vienna, ma tutta l’Europa.
Chiaramente, molto è cambiato da allora. Oggi i musulmani, in nome del “multiculturalismo”, stanno compiendo in Austria e in tutta Europa quel tipo di incursioni che i loro antenati non avrebbero mai immaginato fossero possibili. Ma questo potrebbe essere meno una ripercussione dell’Islam, che oggi è notevolmente più debole rispetto al suo periodo di massimo splendore ottomano, e più un riverbero di un’Europa meno religiosa e agonizzante.
Raymond Ibrahim, autore di Defenders of the West, Sword and Scimitar, Crucified Again e The Al Qaeda Reader, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute e Judith Friedman Rosen Writing Fellow del Middle East Forum.