Perché l’imperfetta causa palestinese è così importante per l’estrema Sinistra?
di Alan M. Dershowitz 3 agosto 2022
Pezzo in lingua originale inglese: Why is the Flawed Palestinian Cause So Prominent on the Hard Left?
Traduzioni di Angelita La Spada
Ai palestinesi è stata offerta numerose volte la statualità e l’hanno rifiutata. Come disse essenzialmente Mohammed Amin al-Husseini, allora leader del popolo palestinese, quando fu proposta per la prima volta la soluzione dei due Stati, alla fine degli anni Trenta: “Vogliamo che non ci sia uno Stato ebraico più di quanto vogliamo che ci sia uno Stato palestinese. Durante la Seconda guerra mondiale, Al-Husseini e il suo popolo si allearono con la Germania nazista. Nella foto: Adolf Hitler incontra al-Husseini, il 28 novembre 1941. (Fonte dell’immagine: Archivio federale tedesco)
Le affermazioni anti-israeliane da parte dei palestinesi, sebbene profondamente viziate, sono diventate una parte centrale dell’ideologia dell’estrema Sinistra, specialmente tra coloro che aderiscono alla cosiddetta teoria dell’intersezionalità.
Perché la causa palestinese riceve così tanta attenzione, quando ci sono cause molto più convincenti in tutto il mondo come quelle dei curdi, degli uiguri e di altri apolidi e popolazioni oppresse? Ci sono più manifestazioni nei campus universitari contro Israele che contro Russia, Cina, Bielorussia e Iran. Come mai? La risposta ha ben poco a che vedere con i palestinesi, e ha tutto a che fare con Israele, in quanto Stato nazionale del popolo ebraico. È una manifestazione politica dell’antisemitismo internazionale. È solo perché la nazione accusata di opprimere i palestinesi è Israele.
Questo non significa che sia sbagliato sostenere la causa palestinese. Significa dire che è sbagliato e fazioso dare la priorità a una causa così imperfetta quando altre cause sono altrettanto, se non di più, meritevoli. Non solo l’estrema Sinistra dà la priorità ai palestinesi, ma ignora in gran parte altre cause, soltanto perché Israele è dall’altra parte della questione palestinese. Il motivo è davvero così semplice. Ha poco a che fare con i meriti e tutto a che fare con l’antisemitismo. Si definisce antisionismo, ma è solo una copertura per l’intolleranza antiebraica.
Un esempio recente è la decisione dell’azienda di gelati Ben e Jerry di boicottare la vendita in alcune zone di Israele, pur continuando a vendere in Paesi in cui si verificano abusi molto maggiori. Quando gli è stato chiesto perché Ben & Jerry’s limitassero il loro boicottaggio soltanto a Israele, i suoi fondatori hanno ammesso di non averne idea. Beh, io ne ho una. Nel caso di Ben e Jerry, i loro ignari fondatori sono semplicemente utili idioti, che seguono indiscutibilmente la folla di antisemiti di estrema Sinistra. Parafrasando una vecchia espressione: il fanatico vede, il fanatico segue.
Chi guida la folla dei fanatici antisemiti? Il movimento per prendere di mira lo Stato nazione di Israele da boicottare, noto come BDS, è stato creato da un radicale palestinese di nome Omar Barghouti, che non nasconde il fatto che il suo obiettivo è la distruzione di Israele, rimpiazzandolo con uno Stato palestinese che vada “dal fiume al mare”, il che significa dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, vale a dire tutto l’attuale Israele. Lui e altri che sono alla guida del movimento BDS vogliono rendere l’intera area judenrein, ossia etnicamente pulita dagli oltre 7 milioni di ebrei che ora presumibilmente “occupano” terre musulmane e arabe. Questi presunti “occupanti” includono ebrei neri e dalla pelle scura, europei, asiatici, africani e americani. Molti di loro sono discendenti di persone che hanno vissuto lì da prima dell’inizio dell’Islam, e certamente prima che molti “palestinesi” di oggi vi si trasferissero dall’Egitto, dalla Siria, dal Libano, dal Golfo e dal Nord Africa. Gli ebrei sono autoctoni in Israele come lo sono i discendenti degli immigrati in America.
I palestinesi meritano uno Stato? Sì, ma non più dei curdi e di altri apolidi. Perché non più di loro? Perché ai palestinesi è stata offerta numerose volte la statualità e l’hanno rifiutata. Come disse essenzialmente Mohammed Amin al-Husseini, allora leader del popolo palestinese, quando fu proposta per la prima volta la soluzione dei due Stati, alla fine degli anni Trenta: “Vogliamo che non ci sia uno Stato ebraico più di quanto vogliamo che ci sia uno Stato palestinese”.
Durante la Seconda guerra mondiale, al-Husseini e il suo popolo si allearono con la Germania nazista. Al-Husseini trascorse gli anni della guerra a Berlino con Hitler, progettando di portare la “soluzione finale” agli ebrei di quello che oggi è Israele. Fu dichiarato criminale di guerra nazista. Eppure, la sua foto era presente in molte case arabe palestinesi ed era considerato un eroe e un capo.
Sebbene fossero dalla parte dei perdenti della guerra, ai palestinesi venne offerta la possibilità di creare uno Stato sulla stragrande maggioranza della terra arabile, come parte di una soluzione dei due Stati proposta dalle Nazioni Unite e agli ebrei fu offerto uno Stato su un’area di terra arabile molto più piccola. Nell’area proposta per lo Stato ebraico, gli ebrei costituivano una maggioranza sostanziale della popolazione. Gli ebrei accettarono la soluzione di compromesso dei due Stati. Gli arabi la rifiutarono e entrarono in guerra contro il nuovo Stato ebraico cercando di distruggerlo. È stato questo atto di aggressione militare illegale che ha portato alla situazione dei rifugiati palestinesi, che chiamano la “Nakba” (“catastrofe”). Ma è stata una catastrofe autoindotta. E molti attuali leader e seguaci palestinesi accusano i loro predecessori di non aver accettato la soluzione dei due Stati offerta dalle Nazioni Unite 75 anni fa, come molti mi hanno detto.
Anziché cercare di negoziare per uno Stato negli anni successivi, la leadership palestinese sotto Yasser Arafat optò per il ricorso al terrorismo contro obiettivi civili israeliani e internazionali. I palestinesi avrebbero potuto avere uno Stato nel 1948, nel 1967, nel 2000-2001, nel 2005 e nel 2008. Hanno continuato a preferire nessuno Stato ebraico a uno palestinese che vivesse in pace con Israele. Ora possono avere uno Stato, se negoziano un compromesso invece di fomentare il terrorismo.
Chissà quanti di coloro che manifestano contro Israele hanno idea di questa storia. O anche loro si limitano ad essere degli utili idioti per coloro che conoscono la storia, ma vogliono annullarla perché ha portato alla creazione di uno Stato nazionale per il popolo ebraico? Non importa. La conclusione è che l’opposizione irrazionale a Israele da parte dell’estrema Sinistra è una manifestazione moderna del più antico e duraturo fanatismo del mondo.
Alan M. Dershowitz è Felix Frankfurter Professor of Law Emeritus alla Harvard Law School e autore di “The Case against the Democratic House Impeaching Trump” e di “Guilt by Accusation”. È Jack Roth Charitable Foundation Fellow al Gatestone Institute ed è anche conduttore del podcast “The Dershow”.