Il “nuovo ordine mondiale” di Biden
di Pete Hoekstra 8 aprile 2022
Pezzo in lingua originale inglese: Biden’s ‘New World Order’
Traduzioni di Angelita La Spada
Sebbene non sia chiaro cosa intendesse il presidente degli Stati Uniti Joe Biden quando ha fatto riferimento all’America alla guida di un “nuovo ordine mondiale”, il suo operato degli ultimi 15 mesi mostra un’economia americana indebolita, paralizzata dall’inflazione, dalla guerra in Europa, dallo sgretolamento delle alleanze nel Medio Oriente e dalla crescente incertezza in Asia. (Fonte dell’immagine: iStock)
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha di recente concluso il discorso che ha pronunciato davanti ai membri del Business Roundtable con un ambiguo riferimento a un “nuovo ordine mondiale”. Secondo la trascrizione di questo discorso fatta dalla Casa Bianca, Biden ha affermato:
“Si verifica ogni tre o quattro generazioni. (…) [Il] momento in cui le cose stanno cambiando. Stiamo per… ci sarà un nuovo ordine mondiale là fuori, e dobbiamo guidarlo. E dobbiamo unire il resto del mondo libero nel farlo”.
Di cosa parlava il presidente? Lo ha affermato alla fine del suo discorso, senza però spiegare cosa intendesse. Presumibilmente si riferiva ai cambiamenti in corso nelle strutture di potere internazionali istituite dopo la Seconda guerra mondiale, ma Biden ha un piano per il ruolo che l’America avrà in questo presunto nuovo ordine mondiale, dato che l’Europa si trova potenzialmente coinvolta in un grave conflitto?
Il popolo americano deve trovare gli indizi e cercare di capire cosa potrebbe aver voluto intendere Biden. La miglior cosa da fare è guardare alle politiche che ha attuato durante i primi 15 mesi della sua presidenza per vedere se è possibile discernere qualche elemento del suo piano per l’America in questo progetto di “nuovo ordine mondiale”.
L’asse portante della politica di Biden e dei Democratici è stato il “Green New Deal”. A fronte delle loro vaste riserve energetiche e del know-how tecnologico, gli Stati Uniti guideranno “l’ecologizzazione” del pianeta e forniranno approvvigionamenti energetici sicuri e stabili all’Occidente e ai suoi alleati e partner? La risposta in sintesi è no. La Cina domina nella produzione di terre rare, pannelli solari e di turbine eoliche: sei dei primi 10 maggiori produttori mondiali hanno sede nella Cina comunista. Chiaramente, l’America non sta guidando il nuovo ordine mondiale “verde”, e Biden non sembra disporre di alcun piano significativo su come “ecologizzarci”, se non apportare profondi sconvolgimenti al nostro stile di vita e una maggiore dipendenza dalla Cina.
Altre decisioni prese da Biden in ambito energetico sono altrettanto sconcertanti. Quando Biden si è insediato alla Casa Bianca, ha cancellato il progetto dell’oleodotto Keystone XL in America, dando però via libera al gasdotto russo Nord Stream 2 che avrebbe cristallizzato la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia. Si è anche opposto ai tentativi del Congresso di sanzionare l’oleodotto in vista dell’invasione russa dell’Ucraina. In qualità di ambasciatore degli Stati Uniti nei Paesi Bassi, sono stato un fervente sostenitore della politica dell’amministrazione Trump contraria al Nord Stream 2. Sulla stessa falsariga, Biden, nel suo primo giorno in carica, ha senza riserve aderito all’Accordo di Parigi sul clima, facendo rientrare l’America in questo patto estremamente imperfetto.
Anziché sostenere l’indipendenza energetica dell’America e la produzione di petrolio e gas, Biden ha lasciato nei guai i consumatori americani dal momento che negli Stati Uniti il prezzo della benzina è aumentato passando da 4 dollari al gallone a 7 dollari. La crisi energetica è così grave che l’amministrazione Biden parla di acquistare petrolio dall’Iran e dal Venezuela. Per quel che riguarda il petrolio e il gas, il nuovo ordine mondiale di Biden perseguirà la politica finalizzata a ridurre l’indipendenza energetica americana e ad aumentare la dipendenza degli Stati Uniti da attori statali in malafede, finanziando così paradossalmente i loro sforzi per indebolire l’America nell’ordine globale.
L’Europa odierna, un continente consumato dalla paura della guerra con la Russia, fa parte della visione di Biden per un nuovo ordine mondiale? Il sostegno offerto dal presidente americano al Nord Stream 2 ha incoraggiato la Russia, e il fatto che Biden abbia indebolito la produzione statunitense ha indotto l’America ad acquistare mezzo milione di barili di petrolio al giorno dalla Russia. A 110 dollari al barile, i contribuenti americani finanziano pertanto la macchina da guerra russa per oltre 20 miliardi di dollari l’anno. Poiché i regali fatti alla Russia dall’amministrazione americana, come il gasdotto Nord Stream 2 e l’estensione di cinque anni del New START (l’accordo tra Mosca e Washington che limita gli armamenti nucleari strategici, N.d.T.), non hanno apportato qualcosa di positivo per gli Stati Uniti, il popolo ucraino o per l’Europa, Biden sta modificando o riconsiderando il suo piano per un nuovo ordine mondiale? In un’intervista andata in onda il giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, John Kerry, lo “zar del clima” dell’amministrazione Biden, ha evidenziato che l’amministrazione è ancora consumata dalle sue fantasie sul “Green New Deal”, deplorando:
“Ma altrettanto importante, si finirà per perdere l’attenzione della gente (…) Spero che il presidente Putin ci aiuti a rimanere sulla buona strada rispetto a ciò che dobbiamo fare per il clima”.
Dobbiamo chiederci se le varie decisioni prese dall’amministrazione prima dell’invasione russa dell’Ucraina avrebbero cambiato i calcoli del presidente russo Vladimir Putin per la guerra. E se Biden non avesse firmato il Nord Stream 2 e avesse, invece, mantenuto in vigore la politica dell’amministrazione Trump? E se Biden avesse ascoltato le richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e dei membri del Congresso di emanare sanzioni prima dell’invasione di Putin? E se Biden avesse invece deciso di guidare l’Europa invece di seguirla? Ma a quanto pare, nel nuovo ordine mondiale di Biden, l’America non prende l’iniziativa, si limita a seguire o a reagire agli altri.
Tenendo conto della politica di Biden per il Medio Oriente, a cosa assomiglierà il nuovo ordine mondiale? Beh, il presidente sta spingendo per firmare un accordo negoziato dalla Russia e appoggiato dalla Cina, che eliminerebbe le sanzioni contro l’Iran, rimuoverebbe il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran dalla lista delle organizzazioni terroristiche e consentirebbe alla Russia di acquistare dall’Iran gli stock in eccesso di uranio arricchito, forse da utilizzare contro la sua prossima “Ucraina”?
Lo sconcertante tentativo del presidente di rientrare nel pessimo accordo sul nucleare iraniano dell’era Obama sta spingendo gli alleati americani come Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti a mettere in discussione le loro relazioni con gli Stati Uniti, e ovviamente li sta inducendo comunque a considerare l’ipotesi di rafforzare i loro legami con Russia e Cina. Israele ha cercato di mantenere l’equilibrio tra gli USA e la Russia sull’Ucraina. I leader sauditi e degli Emirati Arabi Uniti hanno rifiutato di rispondere alle chiamate telefoniche di Biden, ma non a quelle di Putin. Inoltre, va osservato che poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina, la Russia, la Cina e l’Iran hanno condotto delle esercitazioni militari congiunte.
Infine, qual è il ruolo della Cina nel nuovo ordine mondiale di Biden? Il messaggio non potrebbe essere più contrastante. Il Partito Comunista Cinese (PCC) continua il suo genocidio contro gli uiguri nello Xinjiang, a sopprimere le libertà a Hong Kong, a militarizzare almeno tre delle isole artificiali che ha costruito nel Mar Cinese Meridionale, a perfezionare i missili ipersonici e i “satellite crushers”, a minacciare Taiwan e a firmare nuovi accordi di amicizia con la Russia. Intanto, l’amministrazione Biden ha condiviso con la Cina informazioni sulla Russia. Evidentemente, l’amministrazione aveva qualche speranza utopistica che la Cina si unisse agli Stati Uniti per scoraggiare la Russia dall’attaccare l’Ucraina. Allo stesso tempo, si è scoperto che Pechino ha condiviso con la Russia le informazioni d’intelligence fornitele dagli Stati Uniti. Non ci si può che chiedere a chi sia venuta l’idea assurda che il PCC si sarebbe unito agli Stati Uniti per mantenere l’ordine e la stabilità in Europa.
In realtà, la visione di Biden di un nuovo ordine mondiale guidato dall’America assomiglia sempre di più a un nuovo mondo in cui regna il disordine. Anziché articolare una visione chiara della leadership americana, le nostre azioni internazionali sono state dirette da Russia, Iran, Cina e persino dall’Europa. La situazione ha minato i legami dell’America con i suoi alleati tradizionali, i quali sembra che abbiano difficoltà a comprendere la visione globale del presidente e a vedere il nuovo ordine mondiale evolversi in uno in cui l’America non conduce il gioco, ma reagisce ai capricci degli altri.
Pertanto, sebbene non sia chiaro cosa intendesse Biden quando ha fatto riferimento all’America alla guida di un “nuovo ordine mondiale”, il suo operato degli ultimi 15 mesi mostra un’economia americana indebolita, paralizzata dall’inflazione, dalla guerra in Europa, dallo sgretolamento delle alleanze nel Medio Oriente e dalla crescente incertezza in Asia.
Se questa è la conseguenza non intenzionale del nuovo ordine mondiale di Biden, è tempo che il presidente riparta da zero. Il mondo ha sofferto abbastanza. È giunto il momento per Biden di ricalibrare l’incubo globale generato dalle sue politiche.
Peter Hoekstra è stato ambasciatore degli Stati Uniti nei Paesi Bassi durante l’amministrazione Trump. È stato per 18 anni rappresentante degli Stati Uniti per il secondo distretto congressuale del Michigan. È stato presidente del Comitato per l’Intelligence della Camera. Attualmente dirige il Center for Security Policy Board of Advisors ed è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.