Il messaggio di Taiwan per la Cina: Abbiamo un’arma simile a una bomba atomica
di Gordon G. Chang 1 luglio 2022
Pezzo in lingua originale inglese: Taiwan’s Message for China: We Have a Nuke-Like Weapon
Traduzioni di Angelita La Spada
Il 21 giugno, il Quotidiano del Popolo, il giornale quotidiano della Repubblica Popolare Cinese, ha riportato la notizia che gli Stati Uniti e Taiwan stavano per partecipare ai colloqui annuali di Monterey. Washington, ha affermato la pubblicazione più autorevole della Cina, avrebbe dovuto offrire 20 tipi di armi in vendita a Taiwan, “con enfasi sulla costruzione di ‘capacità asimmetriche'”.
Taiwan, che la Repubblica Popolare Cinese rivendica come la sua 34ma provincia, ha già capacità asimmetriche e una di queste potrebbe essere potente come un’arma nucleare.
Pechino sostiene che Taiwan non può difendersi. “L’esperto militare Song Zhongping ha affermato che è impossibile per Taiwan formare ‘capacità asimmetriche’, indipendentemente dal tipo di armi che acquista dagli Stati Uniti, poiché il divario tra le capacità militari delle due parti è ‘troppo grande’”, ha riportato il Quotidiano del Popolo, organo del Partito Comunista.
Secondo il quotidiano, Taiwan “sogna ad occhi aperti”, se pensa di poter contenere l’Esercito Popolare di Liberazione (EPL). Per quale motivo? Perché “le armi asimmetriche sono ‘inutili’ di fronte ai vantaggi assoluti dell’EPL”.
Il reportage del Quotidiano del Popolo ha fatto seguito a un insolito scambio di parole tra un legislatore taiwanese e un funzionario cinese. “Taiwan ovviamente non invaderebbe mai la Cina”, ha dichiarato You Si-kun, presidente dello Yuan legislativo di Taiwan, il 12 giugno in un evento virtuale. “Taiwan non colpirebbe concretamente né Pechino né la diga delle Tre Gole”.
“Prima che la Cina attacchi Taiwan”, ha avvertito Si-kun, “deve considerare la capacità esistente di Taiwan di colpire Pechino. La Cina dovrebbe pensarci due volte”.
L’Ufficio cinese per gli Affari di Taiwan, tramite il portavoce Ma Xiaoguang, ha risposto con un’immagine poetica. “Se osano colpire una pietra con un uovo, ciò non farà che accelerare la loro rovina”.
Almeno uno delle “uova” di Taiwan può uccidere decine di milioni di cinesi, forse di più.
La portata del missile da crociera Yun Feng di Taiwan non è mai stata confermata pubblicamente, ma gli analisti ritengono che sia di circa 1.240 miglia, sufficienti per raggiungere sia la capitale cinese sia la diga delle Tre Gole, la più grande struttura al mondo per il contenimento del rischio di inondazioni.
La diga cinese crea un bacino idrico di 39,3 miliardi di metri cubi d’acqua sul fiume Yangtze ed è a monte della regione in cui vivono di circa 400 milioni di persone. Quasi il 30 per cento della popolazione cinese è a rischio di un crollo catastrofico della struttura, come quello causato da un attacco missilistico. Ciò significa che Taiwan possiede un’arma convenzionale che racchiude la bomba di un’arma nucleare.
Quando si tratta di deterrenza, tuttavia, è la quantità che conta. “La Cina ora ha una notevole superiorità su Taiwan in termini di aerei da combattimento e navi da guerra totali”, ha detto al Gatestone Richard Fisher dell’International Assessment and Strategy Center. “L’Esercito Popolare di Liberazione può fare appello a migliaia di imbarcazioni civili e a circa 4 mila aerei di linea Boeing e Airbus per trasportare la maggior parte della sua forza di invasione e occupazione a Taiwan”.
Pertanto, Taiwan, per scoraggiare la Cina, ha bisogno di migliaia di missili, forse decine di migliaia. Il tasso di produzione dei missili Yun Feng di Taiwan non è mai stato confermato pubblicamente, ma è chiaro che la Repubblica insulare non ne possiede ora un numero sufficiente.
Gli Stati Uniti avrebbero dovuto incoraggiare attivamente Taiwan a sviluppare missili due decenni fa, ma non è stato così. L’amministrazione Obama ha persino “cercato di scoraggiare attivamente Taiwan dall’acquisire tali missili”, ha detto Fisher il 21 giugno scorso al programma radiofonico CBS Eye on the World condotto da John Batchelor.
Ora, gli Stati Uniti devono aiutare Taiwan a migliorare la velocità e la portata dei suoi missili e, naturalmente, ad aumentarne il numero.
Inoltre, Taiwan deve garantire che la Cina non possa distruggere i suoi missili Yun Feng in un attacco iniziale. Alcuni dei missili di Taiwan sono su lanciatori fissi vulnerabili, ma la maggior parte di essi è su dispositivi mobili, ha detto Fisher al Gatestone.
Il 21 giugno, la Cina ha fatto volare 29 aerei, inclusi sei bombardieri H-6 a capacità nucleare, nella Zona d’identificazione della difesa aerea, la nona incursione di questo mese. “L’ultima esercitazione su larga scala dell’#EPL mostra che la minaccia militare autoritaria della #Cina è più grave che mai”, ha twittato il ministro degli Esteri di Taiwan Joseph Wu dal suo account ufficiale del ministero.
Gli aerei cinesi hanno seguito una rotta attraverso lo spazio aereo internazionale, ma il volo del 21 giugno è comunque considerato ostile. Tali provocazioni sono diventate continue negli ultimi mesi e fanno seguito a un atto ben più grave. Il 5 febbraio, la Cina ha fatto volare uno dei suoi velivoli direttamente su una delle isole periferiche di Taiwan, una palese violazione dello spazio aereo sovrano.
“La campagna di intimidazione diventerà sempre più ampia e audace”, ha detto Fisher al Gatestone prima dell’incursione del 21 giugno.
Finora, gli Stati Uniti hanno cercato di gestire la situazione attraverso lo Stretto di Taiwan senza irritare la Cina. La politica americana ha di fatto impedito un’invasione, ma tale politica ha funzionato in un periodo in genere favorevole e quel periodo favorevole è chiaramente passato.
Ora, il regime cinese sembra voler entrare in guerra. Le dure osservazioni del ministro della Difesa cinese, il generale Wei Fenghe, al vertice sulla sicurezza dello Shangri-La Dialogue tenutosi a Singapore, sono un chiaro avvertimento di intenti ostili.
La Cina ha obiettivi e Taiwan ha missili. Ciò si traduce in deterrenza se Taiwan chiarisce che, in difesa della propria sovranità, è pronta a uccidere centinaia di milioni di cinesi.
Avvertimenti di questo tipo mantennero la pace in Europa durante la Guerra Fredda, nonostante lo schiacciante vantaggio militare convenzionale dell’Unione Sovietica sulle nazioni dell’Europa occidentale.
Per decenni, i politici di Taiwan sono stati riluttanti a parlare della capacità della loro isola di uccidere un gran numero di cinesi. Ora, ovviamente, pensano di dover parlare apertamente, e con forza. Minacciare di causare stragi di massa è forse l’ultima leva di cui Taiwan dispone per mantenere la pace nell’Asia orientale.
Sì, siamo molto vicini alla guerra.
Gordon G. Chang è l’autore di “The Coming Collapse of China”, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute e membro del suo comitato consultivo.