I comportamenti
È tutta questione di… prospettiva.
I comportamenti, di qualsiasi tipo essi siano, costituiscono la base essenziale di ogni cultura e con questo termine si fa riferimento alle azioni associate a un gruppo di persone impegnate a riprodurre uno stile di vita ben preciso.
Quando i genitori insegnano ai figli di bussare sempre di fronte a una porta chiusa; di salutare gli altri con una ferma stretta di mano; oppure di ringraziare quando si ottiene un regalo o un atto di gentilezza, essi contribuiscono a promuovere un particolare insieme di comportamenti, appunto considerati apprezzabili all’interno della nostra cultura occidentale.
Anche se ho fatto un elenco di comportamenti che appaiono di poco conto, è proprio l’accumulo di queste piccole azioni quotidiane da parte delle persone (al lavoro, a casa, durante il gioco o le funzioni religiose), che aiuta tutti noi a distinguere una cultura da un’altra.
Un’altra precisazione importante, quando facciamo riferimento ai comportamenti umani, è la differenza che esiste fra cultura normativa e cultura effettiva.
Con la prima ci si riferisce a ciò che i membri di una cultura dichiarano essere i propri valori, le proprie credenze e le proprie norme; con la seconda, invece, si intende ciò che realmente le persone fanno nella loro quotidianità, e che può o meno rispecchiare la cultura normativa.
Per esempio, l’uguaglianza di genere è un valore culturale occidentale che viene sempre più professato nella società contemporanea, eppure, quasi sempre, l’educazione che i figli ricevono dai genitori rispetto a questa uguaglianza è ancora fortemente differenziata.
Inoltre, per trovare un esempio ancora più eclatante, le pratiche sessuali, che rappresentano la forma più intima fra tutte le attività umane, variano significativamente da una cultura all’altra. Le diverse culture del mondo si differenziano nei loro atteggiamenti rispetto alla masturbazione, al sesso prematrimoniale, all’omosessualità e bisessualità, alla prostituzione e a altre forme di comportamento sessuale.
Il possibile disagio, l’imbarazzo oppure l’eccitazione che si provano quando leggiamo argomenti che riguardano i peli del proprio corpo e le pratiche sessuali riflettono una risposta individuale che è invece culturalmente derivata. Anche se molta pubblicità fa appello alle norme culturali sulla depilazione per vendere i propri prodotti; anche se l’immaginario sessuale invade i media popolari, la maggior parte delle persone raramente si impegna in discussioni aperte sulla masturbazione o sull’uso del preservativo.
Tutti esempi di quanto sia evidente la differenza fra i due tipi di cultura di cui abbiamo appena scritto e forse, tutti noi, anche all’interno di questo blog, dovremmo prestare una maggiore attenzione a questa differenza, che non è sempre negativa.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).