I bambini sono maschi

gender-150x150I bambini sono maschi
È tutta questione di… demenza.

Abbiamo bisogno di “normalità” e che le donne di questo Paese tornino al lavatoio, anziché presentarsi rifatte, siliconate, cotonate e di plastica davanti alle scuole, a prendere i figli quando escono. Abbiamo bisogno di maschi che tornino a zappare nei campi, madidi di sudore, possibilmente analfabeti e che al rientro siano funzionanti a letto. Fino a quando si tratta di una lavatrice, un mobile di design, vanno anche bene l’innovazione e il progresso, ma per l’essere umano mi sembra che si stia togliendo sempre di più, anziché di aggiungere.

Non so quanti di voi conoscano questa iniziativa e come un’agenzia, sembra, stia tentando di limitare, sia nella sua efficacia che nella sua comunicazione. L’agenzia si chiama IAP e, nonostante non abbia voce in capitolo se non privatamente, sembra che sia la nostra garanzia per una pubblicità corretta. Si tratta di un ente a cui le maggiori aziende di diffusione pubblicitaria (televisiva, radiofonica e stradale) hanno affidato, con un patto privato, il controllo del rispetto, per loro conto, del Codice di Autodisciplina delle Comunicazioni Commerciali.

Ecco, lo IAP ha inviato agli organizzatori di questo evento un’ingiunzione a desistere, rispetto a questa comunicazione: “I bambini sono maschi e le bambine sono femmine”. Non siamo nemmeno più matti, oramai! Abbiamo persino esaurito le possibilità messe a disposizione dalla psichiatria… Certo, siamo in Italia, e tutti gli altri sono i nostri garanti, meno che noi stessi e di noi stessi. Nelle condizioni in cui versa questa nazione, con politici mendicanti in treno ed altri pescivendoli nelle piazze, non mi meraviglio.

Continua a stupirmi, però, la sessualità fluida, ossia la genialata con la quale si afferma che ognuno di noi passa da un genere all’altro senza problema, come al supermercato si passa da uno scaffale all’altro. E grazie a questa meravigliosa idea, la natura è diventata un’offesa al genere umano! Tutto ciò che oggi rimane anche biologicamente vero, evolutivamente lampante e scientificamente accettato a livello mondiale, diventa obsoleto. A meno che, negli ultimi tempi, tutto il mondo scientifico, quotidiano e normalmente esistente non si sia accorto che i “bambini sono femmine e le bambine sono maschi”. Se è sufficiente cambiare un nome e relativo significato, figuriamoci? Nessun problema. Abbiamo le Minestre, le Sindache, le Avvocate, le Mediche, e possiamo certamente accettare questa inversione.

Ma non capisco il motivo. Che cosa c’è che non va più? L’esistenza del maschile e del femminile? Che qualcuno sia maschio e qualcun’altra femmina, come se l’essere etero od omo dipendesse dall’essere maschio o femmina? Questi individui, mi riferisco a coloro che aderiscono alla Teoria Gender per scopi meramente economici di omologazione e potere, pensano che il genere biologico abbia a che fare con la scelta della propria sessualità. Sanno che ogni essere umano possiede una mente, che si forma in base all’ambiente in cui si vive, le persone con cui ci si relaziona, la scuola che si frequenta e persino la televisione che si guarda?

Ho paura che le questioni ideologiche di questo tipo siano davvero l’espressione della pochezza intellettuale di miserandi individui che, non riuscendo a raggiungere un equilibrio con se stessi e la loro sessualità, desiderano che gli altri individui, sereni, vadano in crisi. Sarebbe l’ora che i malati di mente trovassero una collocazione al di fuori dei governi, altrimenti la legge Basaglia continua ad essere disattesa, almeno in Italia.

Non basta un nome e un sesso per essere uomini, né per essere donne.

 

 
alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).

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