Grazie a tutti
È tutta questione di… avidità.
Voi sapete come la penso sulla questione migrazione. Prossimo serbatoio di voti per la sinistra, oramai moribonda; occasione finanziaria per continuare a sfruttare povera gente, tanto noi quanto loro; sistema mondiale legato alla criminalità organizzata, di cui noi italiani sappiamo essere esponenti decisamente di bravura; situazione a cui l’Europa pare altamente disinteressata, perché deve mantenere in piedi la sua burocrazia finalizzata a non risolvere nulla, in perfetta sintonia con questo governo.
Certo, non penso che le cose cambieranno, nemmeno con un prossimo governo di altra natura. Dopo la fiducia imposta dal Governo sulla nuova legge elettorale, mi sembra che si faccia di tutto per annullare le istanze di molti cittadini che vogliono esprimere la loro opinione. E questo è evidente, se ricordiamo che tutti, compresi i movimentisti, hanno fatto in modo di far passare il tempo necessario per ottenere il vitalizio di circa mille euro, al compimento del sessantacinquesimo anno di età.
Quindi, come sempre nella storia di questo mondo (e la Catalogna insegna, anche in questo caso) si tratta solo di proclami per far vivere il popolo di illusioni e continuare ad assoggettarlo ai propri insensati voleri. Nulla di nuovo, rispetto a ciò che accadeva qualche migliaio di anni fa e che ritroviamo ben descritto nella Bibbia, o in alcune testi dell’Antico Egitto. Potere, soprusi, dominanti e sottomessi. Nulla di nuovo sotto il sole.
Detto questo, la lettera di questo poliziotto deve però ricevere, secondo me, la giusta attenzione, proprio perché proviene da una persona che, come noi, è sottomessa, e persino al servizio di questo potere che continua a sottomettere. E quando si scrivono cose di questo genere, significa che si è oltrepassato il limite italiano del “tengo famiglia”, e si vuole davvero esprimere il proprio pensiero, nudo e crudo, anche se solo ipotetico. Mi riferisco all’idea che questo poliziotto esprime circa la natura dei migranti, ossia che siano galeotti tunisini. Anche questa ipotesi non è poi così peregrina , se pensiamo che l’Australia è stata popolata in gran parte da galeotti inglesi.
Sarà il caso di pensare come impiegare questi galeotti, eventualmente lo fossero? Siamo nelle condizioni di sapere esattamente cosa accade a coloro che hanno foglio di via fasullo, solo mera intenzione che non si traduce in azione?
Queste semplici domande, solo per dare dignità esistenziale ad una persona che scrive una lettera di questo genere. Dopo aver ascoltato le fandonie dei politici, e ci metto anche quelli della destra (scandalosamente collusi nel voto di fiducia sulla legge elettorale), potremmo leggere ed ascoltare ciò che ci dice una persona come noi.
E noi, lo sappiamo, siamo cittadini tutti “onorevoli”, perché “disonorevoli”, a vita, lo sono altri.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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