Grande Fratello al Governo
È tutta questione di… involuzione social(e).
De profundis!
Noi italiani non contavamo più nulla né dentro né fuori casa nostra. Assaltati da orde di nigger che vogliono eliminare la razza bianca europea. Colonizzati dagli islamici che entrano nella nostre istituzioni locali e ci vogliono tutti in ginocchio sul tappetino col sedere in alto, in direzione ovest. Accerchiati dagli omosessuali che ci porteranno ad una natalità sotto zero. Bullizzati da Bruxelles e dalla troika, che ci contano i bocconi da mangiare. Posti sotto tutela dagli Stati Uniti che ci usano come loro vespasiano (leggi: pisciatoio), nel Mediterraneo, alias Africa del nord.
Noi eravamo questi, e poiché eravamo diventati così, nella nostra massa umana indistinta qualcuno ha detto “basta”!
Di solito, le cose migliori provengono da dove meno ce lo aspettiamo ed è così che dall’unione intellettuale di un comico e di una società commerciale è nata la forza politica che ci guiderà verso il “cambiamento”. Ogni forza che si rispetti ha un capo carismatico e, ad onor del vero, questa forza ci ha dato nientemeno che un Garibaldi 4.0.
E’ vero, si tratta di un Garibaldi che ci traghetterà fuori dalla Fornero e dal Job Act, pur non sapendo come si timbra un cartellino e che confonde lo “Stato” con il “Governo”. Un condottiero che un momento organizza per il 2 giugno la manifestazione per l’“impicciamento” del Presidente della Repubblica e, poi, è lì a stringere la mano al Presidente da impicciare. Il tutto, senza informare la sua base che in Italia l’impeachment non esiste… ma, va tutto bene lo stesso. L’importante è cambiare verso e presentarsi come innovativi.
Il segno dei tempi che cambiano si dà a partire dalla scelta degli stretti collaboratori, e un Garibaldi 4.0 che si rispetti ha bisogno di un direttore del corpo di spedizione che propaghi all’esterno la statura politica del capo che rappresenta.
E la nostra forza di “cambiamento” si esprime per voce del capo del corpo di spedizione, nella persona di Rocco Casalino, l’uomo perfetto per il ruolo. Eh sì, perché per un Garibaldi che vuol fare il ministro del lavoro senza sapere cosa sia un giorno di lavoro, ha bisogno di un portavoce di pari livello. E non dimentichiamo che il novello Garibaldi rinfacciava alla Fedeli il morbo che, povera donna, l’affliggeva davvero, ovvero l’essere a capo del ministero per l’istruzione, senza aver mai insegnato un giorno, con il suo diploma di terza media.
Il sig. Rocco, assurto alla notorietà per aver partecipato alla prima edizione del Grande Fratello dove si classifica quarto, entra nella scuderia di Lele Mora e attraversa i salotti televisivi, dove sono rimasti celebri i suoi litigi con Platinette e Tina Cipollari. Cerca di sfondare nel giornalismo, ma il massimo ottenuto è la conduzione di “Betting blog”, una rubrica quotidiana in onda su Betting Channel, il canale televisivo di Sky che si occupa di gioco d’azzardo.
Nel 2011 il miracolo. Casalino inizia a militare nel Movimento 5 Stelle e, in soli tre anni, diviene il portavoce e capo comunicazione del movimento. Siccome la fortuna arride agli audaci (e la fortuna, in Italia, si è adeguata al fatto che da noi la meritocrazia vale zero), ecco che, con la nascita del governo del cambiamento, Casalino è diventato portavoce del Consiglio dei Ministri.
Sì, avete capito bene: l’Accademico Giuseppe Conte si esprime per bocca di Rocco Casalino. Il cambiamento, tuttavia, ha un problema: l’allocazione del portavoce. Rocco ritiene che il suo ufficio sia angusto e arredato in maniera obsoleta. Eppure, come si legge sul sito Grande Fratello Story, Rocco aveva avvisato di essere “un maledetto esibizionista e voyeur”. Ciò nonostante, gli fanno trovare un ufficetto vintage. Vergogna!
Bene. Ci siamo divertiti a ricostruire in termini ironici la tragedia intellettuale che ci guiderà. Adesso, parliamo seriamente.
Non so cosa si possa pensare dell’Accademico e raffinato giurista Giuseppe Conte, che, al suo attivo, ha una brillante carriera forense e numerose pubblicazione proprie, altre in collaborazione con giuristi del calibro di Guido Alpa e Vincenzo Vigoriti, per citarne alcuni. Egli sa che il suo portavoce è un tizio che, dopo aver speso un master’s degree presso la Shenandoah University ed esserselo visto smentire categoricamente dall’università stessa, è passato dal Grande Fratello al M5S, specializzandosi in esperto di gioco d’azzardo. D’altro canto, penso che ingurgitare questa figura fosse uno dei patti di un incarico che non gli è stato certo proposto con una pistola puntata alla tempia.
Però, un fatto è certo. Adesso abbiamo quasi la prova provata che quella umana è una specie abortiva. Almeno così sembra, rifacendoci appunto alle vicende che vi stiamo raccontando. L’etologia ci insegna che poche famiglie animali tendono alla fagocitazione dei propri componenti, ma si tratta sempre di un comportamento mirato alla conservazione della specie.
La politica, invece, ci sembra insegnare che noi umani non ci accontentiamo di fagocitarci, ma sentiamo persino il bisogno di abortirci, e non lo facciamo per conservare la specie. No, noi lo facciamo per estinguerla. E in Italia sembriamo davvero maestri in questa operazione.
Per chi è credente si tratta di un peccato mortale. Per chi non è credente è un fenomeno contro natura. In ogni caso, è la fine del nostro mondo. Questo nostro povero mondo istituzionale italiano
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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