Giovani d’oggi
È tutta questione di… solidarietà.
Coloro che mi leggono da tempo sanno che, rispetto ai giovani dei nostri tempi, ho sempre cercato di esprimere opinioni il più possibile equilibrate. In altri termini, non ho mai creduto fosse utile demonizzare questa generazione, né salvarla da considerazioni anche impietose circa l’assunzione di comportamenti non conformi al vivere civile.
Questa mattina, all’interno di un Istituto di Istruzione Superiore della Provincia di Massa Carrara (“A. Meucci” di Massa), ho partecipato ad una assemblea generale, indetta dai rappresentanti del corpo studentesco, con l’appoggio e la co-organizzazione della Dirigenza (Prof. Antonio Giusa). Alle due assemblee, una per il biennio e l’altra per il triennio, hanno preso parte anche due esponenti della politica locale (gli Assessori alla Cultura del Comune, Sig.ra Nadia Marnica, e della Provincia, Sig.ra Elisabetta Sordi).
Il tema dell’assemblea: la situazione geopolitica europea e la guerra Russia-Ucraina.
Ebbene, non può passare sotto silenzio la modalità con la quale i giovani studenti, tanto del Liceo delle Scienze Applicate quanto del Tecnico, hanno dimostrato una forte sensibilità al destino di questa nostra umanità europea.
Le domande, le riflessioni e la voglia di conoscere i percorsi storici che hanno condotto la Russia e l’Ucraina in questa situazione, con una precedente sottovalutazione del problema da parte dell’Unione Europea e della Nato, hanno ampiamente dimostrato che siamo di fronte ad una gioventù ben consapevole di un mondo adulto “deludente”. Certo, non mi riferisco a tutti noi adulti, mentre desidero solo assumermi la responsabilità di fronte ad un errore forse frutto di stanchezza, oppure delusione.
Crescere, ossia diventare adulti, può significare allontanarsi da un impegno educativo e formativo verso le nuove generazioni, e questo accade per molte ragioni, a volte comprensibili, ma poco giustificabili. In altri termini, le aspettative dei nostri giovani verso quella maturità che crediamo di possedere, in quanto adulti, sono chiare e semplici: un mondo in cui i progetti di vita delle prossime generazioni siano perseguiti all’insegna di contenuti esistenziali che salvaguardino l’umanità intera.
Lo stile delle loro domande, delle loro richieste, la pacatezza con la quale è stata condotta una riflessione in un discreto numero di ore, ci dimostra che sono proprio i giovani a chiedere tutto ciò, invece di quello che, ad esempio, i media propongono, con le loro urla e deficienze espositive.
Da questa assemblea siamo usciti tutti migliori, specialmente noi adulti, poiché abbiamo imparato, ancora una volta, che il primo luogo di qualsiasi sviluppo cognitivo, come cittadini e persone, è il dialogo che induce cum-prensione.
Ecco, ho voluto scrivere queste parole e raccontarvi tutto questo, proprio perché continuo a credere che la nostra specie possa davvero migliorare attraverso l’uso della propria corteccia frontale e pre-frontale.
Non dimentichiamo mai, dunque, di mantenerci vigili e attenti, rispetto alle esigenze di questa gioventù, che sarà nelle condizioni di guidare il mondo nel prossimo avvenire.
Il futuro è sempre qui, mai lontano.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).