Giacomin: la paura non ci ha migliorati
Lucia Gangale 23 maggio 2020
Valentino Giacomin è un coraggioso pedagogista veneto che da anni lavora in India, utilizzando un metodo che ha sperimentato in Italia per dieci anni: il progetto Alice.
Trevigiano, classe 1944, ad un certo punto della sua vita, nel 1986, si trasferisce a Sarnath, città sacra per buddisti e giainisti, e compra un pezzo di terra con la sua liquidazione da maestro elementare andato in pensione. È l’inizio di una nuova entusiasmante avventura destinata a protrarsi fino ad oggi ed ammirata da più parti del mondo per la sua valenza pedagogica. I dettagli sono in un libro scritto dallo stesso Giacomin, dal titolo Manuale di Etica Universale, edito da Terra Nuova. Il suo è stato un cammino non certo privo di difficoltà. Oggi la sua scuola di Sarnath conta centinaia di alunni, di tutte le estrazioni sociali e religiose. Qui sono assenti episodi di bullismo e di violenza, vi si pratica meditazione, si impara il rispetto per il prossimo e per la differenza. Giacomin è stato chamato “il maestro dei due mondi” ed è stato anche paragonato a Maria Montessori, la quale visse per un certo periodo in India, lasciandovi le sue scuole. Encomiabile è la sintesi pedagogica che Giacomin ha messo in atto tra oriente ed occidente nel corso della sua lunga carriera.
Dall’India, Giacomin osserva il mondo e le sue trasformazioni ed ha postato queste riflessioni sulla sua pagina facebook. Ve le proponiamo.
22 maggio 2020
Chiudere milioni di persone in casa per paura della morte significa attivare una regressione della coscienza: dalla ragione all’istinto di sopravvivenza. A questo livello, troviamo l’aggressione, la violenza, la rabbia. “Mors tua vita mea”. Avete presente che cosa succede quando la gente è in preda al panico a causa di un incidente? Si dice che le persone “perdono la testa”, “non sanno quello che fanno”. Infatti, compiono azioni che mai avrebbero pensato di fare in una situazione normale, non di emergenza. Si arriva a calpestare l’anziano, il bambino, la donna caduta… per mettersi in salvo. È la coscienza primitiva, l’istinto animale che domina la mente. Solo persone altamente realizzate e con pieno controllo della propria mente riescono a mantenere uno stato di presenza, di controllo emotivo, compiendo atti di coraggio e di eroismo. Un esempio: il musicista Giuseppe Girolamo che cedette la propria scialuppa ad un bambino, durante il naufragio della Costa Concordia. Un gesto raro. La maggior parte delle persone si comporta come Schettino, il capitano che, in preda al panico, abbandonò la nave per primo.
Le scene di accaparramento dei viveri nei supermercati, le liti tra vicini di casa, la violenza in famiglia… sono sintomi. come abbiamo detto, di una regressione della coscienza causata dalla paura. Siamo vissuti nella paura per troppo tempo. Sarà difficile recuperare serenità e controllo emotivo. Si rischiano gravi problemi sia fisici che psicologici nel post emergenza. Tutto questo per dire che, forse, è mancata la saggezza a chi doveva compiere scelte politiche. La saggezza di stimolare non I nostri istinti peggiori – bombardandoci con stressanti messaggi di morte (un coro funebre nei giornali e nelle TV) – ma la solidarietà. Si doveva parlare in positivo, di vita, di futuro, di altruismo, di generosità, di apertura, di speranza… non di prigione, cimiteri, intubazioni! Avrebbero dovuto mostrarci la bellezza della solidarietà, della condivisione, della rinuncia, del sacrificio, dell’eroismo dei medici, infermieri e dei tanti che hanno offerto la scialuppa per permettere ad altri di vivere. Ci hanno propinato il peggio dell’informazione. Sembra che perfino la conta dei morti sia stata falsificata. Nel mucchio avrebbero messo anche i deceduti per cause diverse dal killer Corona. La paura, si sa, genera rabbia. Così, rischiamo di ritrovarci con una umanità intristita, rabbiosa, nervosa, intollerante, sull’orlo del collasso psicologico. Ora rischiamo di avere tanti… Schettino con sensi di colpa (forse).
Ecco perché il post Corona rischia di trovarci più poveri materialmente, psicologicamente e moralmente.
E la scuola? Invece di rimediare alla miopia (incompetenza) di chi ha compiuto scelte discutibili, ha continuato, come sempre, a fingere una normalità che non è mai esistita, chiedendo a ragazze e ragazzi già stressati di … ascoltare l’orchestrina del Titanic!
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