Finiranno le mafie quando finiranno le famiglie ?

SAVIANO (ANCORA SAVIANO), LE MAFIE E LE FAMIGLIE (AMORALI)?

«Quando mi chiedono quando finiranno le mafie rispondo quando finiranno le famiglie. Quando l’umanità troverà nuove forme di organizzazione sociale, nuovi patti d’affetto, nuove dinamiche in cui crescere vite». Sembra uno scherzo ma non lo è: è una nuova tesi di Roberto Saviano e non ci sono dubbi che parli proprio della famiglia (lo dico per i soliti difensori “a tutti i costi” del mito-Saviano).
Anche questa volta non parleremo dei danni oggettivi che il gomorrismo forse ha procurato e procura all’immagine e forse tra i comportamenti degli abitanti di Gomorra (ok il libro-denuncia, ok il coraggio, ok il film, ok la prima, la seconda, la terza serie… ma ora, con la quinta serie siamo solo nel campo della fiction-business). Non vogliamo più affrontare il tema di qualche settimana fa quando si augurava nuove e massicce immigrazioni per ripopolare il Sud (senza pensare ai nostri giovani emigranti che lo stanno desertificando da un secolo e mezzo).
Qui si tratta di una tesi davvero strana e che mette in dubbio uno dei plurimillenari pilastri della nostra società (la famiglia) come se i mafiosi ne fossero il frutto inevitabile, come se i mafiosi fossero milioni e come se non fossero esigue minoranze a fronte di larghissime maggioranze che nelle famiglie vivono bene, felicemente e serenamente. Il tutto lasciandoci molti dubbi logici (Saviano è cresciuto in una famiglia? E i tanti eroi dell’antimafia? E come mai non sono diventati mafiosi?).
Il tutto ipotizzando strade che non si capiscono: a cosa pensa quando parla di “nuovi patti o nuove dinamiche per crescere vite”? A milioni di pratiche per uteri in affitto come sospetta don Maurizio Patriciello? A gigantesche Bibbiano con adozioni magari a distanza o a interventi di fantasiosi e fantascientifici marziani per gestire i nostri figli? E come faremmo, poi, ad evitare che anche in quei casi i marziani magari possano affezionarsi e ricreare quelle odiose relazioni familiari alla base di tutte le mafie? Un altro sospetto, però, forse è più fondato. In fondo in tutti questi anni e in tutti i suoi libri Saviano non ha quasi mai affrontato il tema dei temi: perché le mafie sono nate al Sud? Nessun riferimento, ad esempio, al fatto che i criminali esistevano anche prima dell’unità d’Italia (come in tutti i paesi del mondo) ma solo dopo il 1860 diventarono organiche allo Stato in un patto scellerato e (se diamo un occhio alle inchieste in corso) ancora drammaticamente attuale.

Il sospetto, allora, cresce: forse Saviano quando parla di famiglie alla base delle mafie non lo dice ma pensa alle vecchie teorie del “familismo amorale” di Banfield, teorie smantellate come superficiali e para-razziste da tantissimi studiosi in oltre mezzo secolo. Forse, allora, confonde le famiglie con il “familismo amorale” che Banfield indicava come causa del sottosviluppo del Sud. E così si getta decisamente “acqua e bambino” e non è accettabile se pensiamo ai tanti “bambini”, metaforici e veri (milioni, anche mentre stiamo scrivendo) che a Scampia o a Casal di Principe o allo Zen di Palermo, nascono, crescono e magari soffrono in famiglie che non hanno nulla a che vedere con le mafie. Famiglie e bambini che hanno il diritto di non essere offesi. Da nessuno.

Gennaro De Crescenzo