Ecco perché in Italia siamo depressi

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È tutta questione di… bellezza scientifica.bellezza

Spesso, si sa, i detti popolari racchiudono in sé una grande saggezza. E’ il caso, per esempio, del detto che tutti voi conoscete: “la bellezza è negli occhi di guarda”. Ebbene, questa idea apparentemente scontata è confermata scientificamente da questo studio. Nel saggio “Verso una teoria del Bello basata sul cervello” (Toward A Brain-Based Theory of Beauty) Semir Zeki, neurobiologo dell’University College di Londra, mette in luce che la bellezza delle cose è tutta negli occhi di chi guarda, o meglio nel cervello umano, che possiede un concetto astratto o categoria di bellezza.

In questo studio, lo scienziato dapprima chiede ai partecipanti del gruppo sperimentale – tutti di etnia e provenienza socioculturale diversa – di esprimere giudizi su alcune opere d’arte musicali e visive classificandole come belle, indifferenti o brutte. Quindi sottopone i volontari ad una analisi con una risonanza magnetica funzionale mentre guardano o ascoltano queste opere, registrandone l’attività cerebrale.

Dai dati è emerso che quando i volontari erano di fronte a un’opera giudicata bella, veniva attivata sempre la corteccia cerebrale orbito-frontale oltre a quella visiva o uditiva, a seconda che l’opera fosse pittorica o musicale. L’area orbito-frontale è collegata anche ai centri cerebrali del piacere, ma è la prima volta che viene dimostrato che questa è attivata in uno stesso soggetto a prescindere dalla tipologia di opera d’arte proposta – visiva o uditiva- in presenza, però, dell’idea del “bello”. Quando, invece, l’opera è giudicata “brutta”, non si rileva nessuna attività cerebrale più spiccata in un’area specifica.

Ma vi è un dato ulteriore e curioso: anche il nucleo caudato, una zona molto profonda del cervello, si attiva maggiormente di fronte a opere belle. E’ interessante rilevare che questa zona del cervello si “accende”, anche nel caso di un amore romantico, indicando la presenza naturale di una correlazione neuronale fra bellezza e amore.

Tutto ciò, spiega Semir Zeki, significa che nel nostro cervello esiste un concetto astratto di bellezza, e ciò che riteniamo bello ci suscita un’emozione forte, a prescindere dalla sua natura attivando sempre la stessa area cerebrale.

Queste considerazioni hanno interessanti corollari, poiché stimolano una serie di considerazioni importanti per tutti noi. Prima di tutto sul concetto di Arte: tutto (o quasi!) può essere considerato arte, ma l’arte bella è solo quella che “accende” la corteccia orbito-frontale. E questa, come ricordavo prima, è legata ai centri del piacere, deducendo che Arte è tale nel momento in cui provoca piacere in chi ne fruisce.

In sostanza, il bello suscita piacere e quindi di conseguenza benessere.

Le riflessioni che possono scaturire da questa ultima considerazione, le lascio a voi, cari lettori.

Ma se ci guardiamo intorno e vediamo il degrado di questo Paese, si capiscono tante cose anche sullo stato di malessere di questo nostro povero, e un tempo bellissimo, Paese.

 

 

 

aleAlessandro Bertirotti, antropologo della mente, è nato nel 1964. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È Vice Segretario Generale dell’Organizzazione Internazionale della Carta dell’Educazione CCLP Worldwide dell’UNESCO, membro del Comitato Scientifico Internazionale del CCLP e Membro della Missione Diplomatica, per l’Italia, Città del Vaticano, Repubblica di San Marino e Malta, del CCLP Worldwide presso l’Unione Europea. È docente di Psicologia Generale presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova. Il suo sito è www.alessandrobertirotti.it