Lo schifo statunitense…
È tutta questione di… indecenza.
Leggere questo tipo di notizia (Bufera su Charlie Sheen: “Caro Dio, il prossimo sia Trump, ti prego”-È scoppiata una furiosa polemica per un tweet pubblicato sui social network dal noto attore hollywoodiano) ci fa ben capire come siamo ridotti, e mi riferisco all’intera umanità che abita indegnamente questa meravigliosa terra.
È vero che internet è un grande secchio di spazzatura, all’interno del quale, però e con la giusta attenzione, è possibile rinvenire occasioni di studio, confronto e miglioramento. Certo, il prezzo è proprio di questo tipo: leggere notizie che evidenziano l’infimo livello di qualche esponente umano pubblico, come nel caso di questo attorucolo. Che gli attori siano, specialmente se hollywoodiani, quasi inutili individui para-pensanti non è novità. Il lusso delle feste inutili, la frequentazione con droghe d’abuso, la solitudine e la depressione della ricchezza, l’esistenza reale confusa con quella virtuale: tutte situazioni che inducono ad espressioni di questo tipo.
Io non so come si comporterà Donald Trump, mentre so di certo come si è comportato Barak Obama: il peggior presidente che gli Stati Uniti d’America abbiano avuto in tutta la loro storia. Ossia, quel presidente che ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 2009, e che ha seguito i consigli di una come la Clinton, la quale non è proprio del tutto estranea all’Isis, alla Libia e a tutto quel difficile mondo che si chiama Siria. Dunque, prima di augurare la morte a qualcuno e pubblicamente, sarebbe forse più civile imparare a tacere, e verificare, con attenzione politicamente corretta, quali saranno i comportamenti che il nuovo Presidente degli Stati Uniti vorrà adottare, sia verso il Paese che lo ha eletto legittimamente, che verso la comunità internazionale.
Intanto, loro, gli Stati Uniti, votano ed hanno un Presidente eletto, noi, in questa povera Italia, anche se legittimato dalla Costituzione (che abbiamo, deo gratias, salvato…) chissà quando torneremo a votare.
Alessandro Bertirotti
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura. Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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