Davvero?
Tutta questione di… trasparenza.
Affronto un tema sconfortante e ripugnante al tempo stesso. E non parlo di zio Covid-19, che fa il suo corso, secondo le dinamiche che appartengono a tutti i virus presenti sulla terra, che hanno sempre una funzione, anche quando non lo comprendiamo nell’immediato. Si tratta di attendere che le cose scorrano, perché non possiamo essere più veloci del tempo.
Ecco la notizia.( Giganti del web, 46 miliardi di tasse non pagateStudio Mediobanca, volano utili, fatturato oltre mille miliardi)
https://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/tlc/2020/10/14/giganti-del-web-46-miliardi-di-tasse-non-pagate_5775f4cc-0a33-44fc-8fc7-e23c3309bcee.html-Ci dicono che non vi sono soldi, ossia che devono decidere ai piani alti mondiali come, quando, perché e quanti stamparne, per i giochi dei soliti noti e pochi finanzieri che governano il mondo. Sono loro che tirano i fili dei loro burattini, iscritti a libro paga: i politici, i quali devono, per potere sopravvivere, oltre le loro possibilità, capacità ed abilità cognitive (subliminali, peraltro…), eseguire gli ordini che vengono impartiti.
Ne abbiamo avuto esempi meravigliosi, da Prodi a Monti, ed ora abbiamo ciò che ci meritiamo, con un reale balzo in avanti verso il peggioramento.
Per tornare alla notizia: ecco, i soldi ci sarebbero, se facessimo davvero pagare coloro che dovrebbero farlo, ma il livello di collusione e corruzione è tale che questo non accade.
Perché?
Molto probabilmente esistono interessi economici, speculativi e quindi antisociali a tale livello di raffinatezza finanziaria che è bene continuare ad assoggettare il benessere delle persone in tutti i modi possibili, direttamente o indirettamente. Parliamo di un risparmio fiscale di oltre 46 miliardi di euro e la situazione causata da zio Covid-19 ha ovviamente agevolato, ulteriormente, questi guadagni. Quindi, siamo di fronte allo stesso secolare dilemma: facciamo girare l’economia con le regole giuste per tutti, vincitori e vinti, oppure la facciamo girare con regole scritte ma non rispettate, per dare alle persone quello che vogliono? Abbiamo alternative, ossia sappiamo come sostituire questi colossi nella gestione di quello che il popolo vuole?
Ma cosa vogliamo?
Stare a casuccia, e ricevere con comodità quello che ordiniamo in internet, senza nessuna fatica e dispendio di energie e di tempo. E con scarse o nulle motivazioni.
E, in questo dilemma, nessuno dei politici mondiali vuole mettere mano alla faccenda, perché qualcuno (forse proprio questi colossi?) paga le loro campagne elettorali, i loro benefit e chissà cosa altro ancora.
Non lamentiamoci dunque, perché ciò che la Natura propone, l’Uomo lo dispone politicamente, ossia economicamente. E mi sembra che se le cose, specialmente in Italia, andranno peggio sapremo perché e persino grazie a chi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).