Coronavirus: La Germania strumentalizza l’anti-americanismo
di Soeren Kern 22 marzo 2020
Pezzo in lingua originale inglese: Coronavirus: Germany Whips Up Anti-Americanism
Traduzioni di Angelita La Spada
Il tentativo di strumentalizzare l’anti-americanismo sembra essere uno sforzo del governo tedesco per smorzare le critiche mosse dall’opinione pubblica alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al suo Gabinetto per la tiepida risposta all’epidemia di coronavirus.
La notizia è stata rapidamente ripresa e diffusa acriticamente dai media della carta stampata e da quelli radiotelevisivi in tutta Europa – e in America. Quasi tutti si sono limitati a citare testualmente l’articolo del Die Welt senza verifiche e riscontri.
“Per chiarire di nuovo in merito al coronavirus: la CureVac non ha ricevuto nessuna offerta dal governo degli Stati Uniti né da entità correlate prima, durante e dopo la riunione della Task Force tenutasi il 2 marzo alla Casa Bianca. La CureVac respinge tutte le accuse mosse dalla stampa”. – Dichiarazione della CureVac del 16 marzo 2020.
Il quotidiano Frankfurter Allgemeine, in un articolo titolato “CureVac non ha ricevuto un’offerta dal governo degli Stati Uniti”, ha definito il pezzo del Welt una “fake news” architettata da CureVac per garantirsi i finanziamenti pubblici. Il giornale ipotizza che il governo tedesco abbia contribuito a promuovere la menzogna…
Il governo tedesco ha diffuso una fake news secondo la quale gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere in esclusiva il brevetto di un vaccino in sperimentazione contro il Covid-19 al quale sta lavorando la CureVac, un’azienda tedesca di biotecnologia.
La notizia – che ha scatenato la rabbia anti-americana in Germania e in Europa – è stata rapidamente smentita dall’azienda, che ha negato di aver ricevuto offerte dal governo degli Stati Uniti o da qualsiasi entità correlata.
Il tentativo di strumentalizzare l’anti-americanismo sembra essere uno sforzo del governo tedesco per smorzare le critiche mosse dall’opinione pubblica alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al suo Gabinetto per la tiepida risposta all’epidemia di coronavirus.
Il 15 marzo, il quotidiano Welt am Sonntag, in un articolo titolato “Donald Trump soffia l’azienda tedesca che sta mettendo a punto un vaccino”, ha riportato che il presidente americano Donald J. Trump ha offerto “una grossa somma di denaro” per acquistare la CureVac con sede a Tubinga, che sta lavorando per produrre un vaccino contro il coronavirus.
Il quotidiano ha riportato che secondo fonti anonime vicine “al governo tedesco” (deutschen Regierungskreisen) Trump voleva riservare la produzione del vaccino ad esclusivo beneficio del suo Paese. Nell’articolo si affermava:
“Il presidente degli Stati Uniti avrebbe offerto all’azienda tedesca un’ingente somma di denaro per acquisire in esclusiva i risultati del loro lavoro. A Berlino, si parla di un miliardo di dollari. La cosa particolarmente problematica è che Trump sta facendo il possibile per avere un vaccino per gli Stati Uniti. ‘Unicamente per gli Stati Uniti’, afferma il governo federale…
“Rappresentanti del ministero della Salute e di quello dell’Economia stanno negoziando con CureVac (…) Berlino lascia intendere che la Germania sta facendo offerte finanziarie per cercare di mantenere l’azienda [in mani tedesche] (…) la stessa CureVac ha rifiutato di rispondere alle domande.”
La notizia è stata rapidamente ripresa e diffusa acriticamente dai media della carta stampata e da quelli radiotelevisivi in tutta Europa – e in America. Quasi tutti si sono limitati a citare testualmente l’articolo del Die Welt senza verifiche e riscontri.
“Vaccino ‘solo per gli Stati Uniti'”, ha tittolato il Rheinische Post ; “Il comportamento antisociale di Trump”, si è lamentata la Süddeutsche Zeitung; “L’insolente attacco a CureVac è un campanello d’allarme per la Germania”, ha scritto Anja Ettel, analista finanziaria di Die Welt; Der Aktionär, una rivista tedesca di economia e finanza, ha ipotizzato che “Per Trump il vaccino sarebbe un rimedio miracoloso con il quale potrebbe avere successo nella campagna elettorale”.
Anche i politici tedeschi hanno rilasciato dichiarazioni senza verificare la notizia. Il ministro dell’Economia Peter Altmaier ha detto che “la Germania non è in vendita”. Il ministro degli Esteri Heiko Maas ha twittato: “Non possiamo permettere una situazione in cui altri vogliono acquisire in esclusiva i risultati della nostra ricerca”.
Il leader del Partito liberale democratico (FPD), Christian Lindner, ha dichiarato: “Quest’idea americana è davvero fuori luogo qui”. Il parlamentare tedesco Karl Lauterbach del Partito socialdemocratico (SPD), ha twittato:
“Il governo americano ha commesso un atto assai ostile. La vendita esclusiva di un potenziale vaccino agli Stati Uniti deve essere impedita con ogni mezzo. Il capitalismo ha i suoi limiti.”
La CureVac ha ripetutamente smentito la notizia. In un comunicato stampa del 15 marzo, l’azienda ha dichiarato di “respingere le accuse relative alle offerte per l’acquisizione della società o della sua tecnologia”. In un tweet del 16 marzo, la CureVac ha scritto:
“Per chiarire di nuovo in merito al coronavirus: la CureVac non ha ricevuto nessuna offerta dal governo degli Stati Uniti né da entità correlate prima, durante e dopo la riunione della Task Force tenutasi il 2 marzo alla Casa Bianca. La CureVac respinge tutte le accuse mosse dalla stampa”.
Il tweet faceva riferimento al fatto che il CEO di CureVac, Daniel Menichella, era stato invitato alla Casa Bianca il 2 marzo per discutere le strategie per il rapido sviluppo e la produzione di un vaccino contro il coronavirus. Lì ha incontrato il presidente Trump, il vicepresidente Mike Pence, i membri della Task Force della Casa Bianca per il coronavirus e rappresentanti di alto livello di altre aziende farmaceutiche e biotecnologiche.
L’ambasciatore americano in Germania Richard Grenell ha respinto le accuse. “Non è vero”, ha twittato. “La notizia apparsa sul Welt è falsa. Ma Business Insider, Reuters e altri hanno battuto comunque la notizia, anche senza avere delle fonti proprie. Adesso, tutti stanno ritrattando”.
Un funzionario americano ha detto alla Reuters: “Questa vicenda è stata gonfiata (…) Continueremo a parlare con qualsiasi azienda che afferma di essere in grado di offrire un aiuto. E ogni soluzione trovata sarebbe condivisa con il mondo intero”.
Il quotidiano Frankfurter Allgemeine, in un articolo titolato “CureVac non ha ricevuto un’offerta dal governo degli Stati Uniti”, ha definito il pezzo del Welt una “fake news” architettata da CureVac per garantirsi i finanziamenti pubblici. Il giornale ipotizza che il governo tedesco abbia contribuito a promuovere la menzogna:
“La pandemia di coronavirus offre al presidente americano Donald Trump di mostrare la reale essenza del suo slogan ‘America First’? La Welt am Sonntag ha riportato che Trump ha offerto un’ingente somma di denaro per garantirsi l’accesso all’azienda tedesca di biotecnologia CureVac. Queste affermazioni hanno provocato un grande fermento e dure proteste.
“Politici di alto rango a Berlino hanno confermato a diversi media la pressione esercitata da Trump. Indirettamente, la collera è stata anche alimentata dalla cancelliera Angela Merkel….
“Intanto, la Commissione europea ha offerto alla CureVac fino a 80 milioni di euro di sostegno finanziario”.
I lettori del Die Welt hanno espresso il loro scetticismo in merito al contenuto dell’articolo. E uno di loro ha scritto:
“Un ministro tedesco, che ha sentito dire da un suo omologo che un giornalista tedesco, il quale non era presente, aveva pubblicato un articolo in cui affermava che il presidente americano aveva offerto 1 miliardo di dollari per un’azienda che non ha ancora sviluppato un vaccino contro il Covid-19 (…) a mio avviso, ci sono troppe dicerie in questa faccenda, si tratta di un tentativo da parte del Die Welt di ottenere numerosi click, di alimentare il risentimento contro Trump e forse di un’intelligente campagna di marketing da parte dell’azienda per ottenere finanziamenti pubblici in tempo di crisi generata dal coronavirus”.
In un saggio per il blog Die Achse des Guten, il commentatore Dirk Maxeiner, ha spiegato:
“Se si vuole distogliere l’attenzione dal misfatto che si è commesso, è sempre consigliabile gridare: ‘Al ladro, fermatelo!’ Nei giorni scorsi, abbiamo assistito a un gioco del genere. I media e i politici tedeschi che nella crisi generata dal coronavirus avrebbero di fatto buoni motivi per fare dell’autocritica, se la prendono con il loro ladro preferito: Donald Trump, e chi sennò?
“Da più di sei settimane, Trump ha vietato l’ingresso negli Stati Uniti agli stranieri provenienti dalla Cina, mentre in Germania i passeggeri continuano ad atterrare tranquillamente nel Paese e ad entrare senza alcun controllo. Questo non impedisce alla Süddeutsche Zeitung, ad esempio, di accusare Trump di ‘fallimento’ nella crisi del coronavirus e di titolare ‘Il virus si scontra con l’incompetenza’, o meglio ancora, come fa il Die Welt: ‘L’attacco di Trump alla Germania nasconde la paura del caos da parte dell’America’.
“Ma ovviamente si può vedere la situazione al contrario: “L’attacco della Germania a Trump nasconde la paura del caos da parte della Germania’. Questa versione è molto più plausibile. Il mix di stupidità, arroganza e di eccessiva autostima provinciale è perfettamente illustrato nel piccolo episodio seguente.
“‘L’insolente attacco a CureVac è un campanello d’allarme per la Germania’, scrive Die Welt. ‘Donald Trump soffia l’azienda tedesca che sta mettendo a punto un vaccino’, scrive il quotidiano…. Il governo tedesco sta cercando di impedire che…
“Dando un’occhiata alle informazioni aggiornate, si può ben capire che si tratta di una tempesta in un bicchiere d’acqua, in cui il grido ‘Al ladro, fermatelo!’ non è che il sintomo di un anti-americanismo latente e lo slogan ‘Fermate Trump!’ si è diffuso come un incendio. Nel frattempo, tutta questa faccenda non cristallizza che una cosa, l’odio contro Trump e contro l’America…
“Tutto ciò dimostra quanto sia scandaloso e provinciale voler costruire un conflitto economico tedesco-americano per l’interesse mostrato dagli americani per il lavoro di questi ricercatori. Dimostra anche molto chiaramente che i politici tedeschi s’interessano alle ricerche d’avanguardia a cui si lavora in questo Paese quando gli americani mostrano interesse per primi. Altrimenti quei politici insieme alla nomenklatura di Bruxelles non sanno fare che una cosa: rendere la vita difficile ai migliori ricercatori nel campo della medicina”.
Il 16 marzo, la Commissione europea, il braccio amministrativo dell’Unione Europea, ha annunciato di aver offerto alla CureVac fino a 80 milioni di euro di sostegno finanziario per intensificare lo sviluppo e la produzione di un vaccino contro il coronavirus.
Helge Braun, a capo della Cancelleria tedesca, ha dichiarato che la CureVac rimarrà in mani tedesche:
“Siamo stati in stretto contatto con l’azienda nelle ultime due settimane, quando si pensava che volessero attirarla negli Stati Uniti. Abbiamo anche chiarito che se un vaccino viene sviluppato in Germania, sarà per la Germania e per il mondo intero. Questo ha convinto l’azienda a restare”.
In definitiva, l’attualità ha prevalso su questa diatriba. Il 16 marzo, gli Stati Uniti sono diventati il primo Paese a dare il via a un test sull’uomo per la ricerca di un vaccino contro il nuovo ceppo di coronavirus. Complessivamente, sono 45 gli adulti volontari di età compresa dai 18 ai 55 anni che riceveranno il vaccino sperimentale per circa sei settimane.
Il vaccino è chiamato mRNA-1273 ed è stato sviluppato dal National Institutes of Health (NIH), in collaborazione con i laboratori della Moderna, un’azienda di biotecnologia con sede in Massachusetts. Potrebbe essere necessario un periodo che va da dodici a diciotto mesi prima di poter arrivare a un vaccino efficace e sicuro.
Dopo settimane di equivoci, la cancelliera Merkel ha finalmente riconosciuto la gravità della minaccia posta dal Covid-19. In un discorso alla nazione, pronunciato il 18 marzo, la Merkel ha detto:
“La situazione è grave e dovete prenderla sul serio. Dall’unificazione tedesca, anzi dalla Seconda guerra mondiale, non c’è stata alcuna sfida che richiedesse al nostro Paese un agire comune e solidale di questa portata.”.
Qualche giorno prima la Cancelliera aveva avvertito che oltre due terzi della popolazione tedesca – 58 milioni di persone – avrebbe potuto infettarsi:
“Il virus è arrivato in Europa, è qui, e noi tutti dobbiamo capirlo. Nessune è immune e non ci sono al momento terapie né vaccino. Fino a quando non li troveremo, un’alta percentuale della popolazione – gli esperti dicono il 60-70 per cento – verrà infettata. ”
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.