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Dite quel che volete, ma il populismo è finito quando è andato al governo con Draghi, i Poteri forti e i Dem.
Ci vediamo tutti in centro
Dite quel che volete, ma il populismo è finito quando è andato al governo con Draghi, i Poteri forti e i Dem. Dico il Movimento 5Stelle, innanzitutto, ma anche la Lega di Salvini. Il popolo italiano che li votava in massa non ha abbandonato i populisti ma si è sentito abbandonato dai populisti quando hanno tradito la loro promessa primaria: avversare lâestablishment e i suoi partiti, lâEuropa e i poteri transnazionali. Si sono invece accucciati sotto Draghi e Mattarella, nonchĂŠ sotto le gemelle Kessler dellâUnione, Ursula Van der Leyen e Christine Lagarde. Non si può prendere la Bastiglia e poi andare a cena con Maria Antonietta e Luigi XVI (âportiamo noi le briochesâ). Non si può annunciare fuoco & fiamme e poi ridurre tutto a un accendino, sottomettendosi ai draghi fiammeggianti del potere.
La morte dei grillini è annunciata da dieci anni, persino da prima del loro boom disastroso per lâItalia nelle ultime elezioni politiche nel lontano 2018. In realtĂ câè stata unâerosione progressiva, almeno a partire dalla presa del governo, fino al crollo odierno, in cui si è trovata la tempesta perfetta con due democristiani sottotraccia: Di Maio funzionario statale al servizio di Draghi, e Conte che interpreta due ruoli opposti in commedia, il cortigiano a Palazzo e il populista in piazza. Lâuno vale uno è stato preso alla lettera: dove si è presentata una lista a lui intestata, come a Rieti, ha preso lâuno per cento. Si chiamava Con te, il sottinteso era solo Con te.
Il crollo di Salvini è anchâesso progressivo, e per una volta i suoi accaniti detrattori ma anche molti suoi sostenitori, concordano nel dire che dallâestate del 2019 è riuscito a sbagliarle tutte. Eâ un refrain, ormai, lo ripetono anche i piĂš sprovveduti, ma in fondo è vero. La differenza tra i due populismi è che nella Lega câè qualche risorsa umana credibile, câè una storia trentennale e una struttura di partito. Ci sono temi, seppur dormienti, che hanno una presa reale sul paese e câè soprattutto unâalleanza giudicata compatibile dai suoi elettori, nel centro-destra. Mentre i grillini nascono contro tutti e non possono finire alleati e subalterni di tutti. Sepolti nel âcampo largoâ di Enrico Letta che per loro è diventato un camposanto.
Insomma, lâunica via di salvezza per i populisti è cominciare a fare le prove tecniche di defezione dal governo; se fossero tempestivi, la cosa piĂš logica da fare sarebbe una fuoruscita rapida dal governo, salvo patteggiare una maggioranza di fine legislatura solo per portare a termine Draghi e la Legislatura, che sta molto a cuore ai suoi parlamentari. Ma anche in questo caso, la spaccatura tra ministeriali e movimento sarebbe feroce e dolorosa: i Giorgetti e i Di Maio porterebbero alla luce il loro dissenso e malcontento nei confronti di Conte e Salvini. Con la differenza, non da poco, che Salvini è comunque cresciuto dentro lâorizzonte della Lega, è figlio del movimento di Bossi & C, mentre Conte è un professionista che entrò da privatista a sostenere la prova di governo, addirittura nel ruolo di presidente del consiglio, ma è un corpo estraneo ai grillini, un trasformista vero e un acrobata pauroso. E poi, Conte campò sui successi precedenti del M5S e ora amministra con esiti disastrosi unâereditĂ ricevuta; mentre Salvini i successi della Lega se li è fabbricati lui, con la sua leadership insieme ai suoi esponenti.
Cosa si vede ora allâorizzonte? Si, dicono tutti, siamo tornati a una specie di bipolarismo classico, capitanato a destra da Giorgia Meloni e a sinistra dal Pd di Enrico Letta. Ma, a parte questo, la partita del potere ha un Terzo Incomodo, che molti invocano e che prima o poi verrĂ fuori. Parola dâordine: ci vediamo tutti in centro. Se avete un poâ dâimmaginazione, in un misto di horror e comicitĂ , figuratevi la seguente compagnia di ventura: lâesule Di Maio, il macro-micro leader Matteo Renzi, sor Carlo Calenda de noantri, la redenta Mara Carfagna e il reincarnato Clemente Mastella. Uno diverso dallâaltro, uno che detesta lâaltro, ma stanno lavorando allo stesso meeting che prima o poi diventerĂ qualcosa come un circolo unione. Tutti costoro dicono di opporsi ai sovranisti ma in realtĂ gufano su Berlusconi e i 5Stelle, perchĂŠ solo vampirizzando quelle forze potranno costruire la loro casa comune, o comunque il loro camper componibile o scomponibile.
Avrebbero dalla loro la benedizione della Cupola che regge oltre la politica. Ma tuttâinsieme non riusciranno mai a farsi maggioranza assoluta del paese, e al meglio potranno rispettare la legge del quinto su cui è fondata la nostra ripartizione politica (un quinto di Meloni, un quinto di Pd, un quinto di lorsignori centristi, il resto Ribellione & Dispersione). E allora scatta la soluzione b: se le cose andranno cosĂŹ, pensate cosa sâinventa la Casa? Una cosa nuova, inedita per lâItalia: il centro-sinistra. Ovvero lâalleanza del Quintetto di trombette e di tromboni con i Dem di Letta. Lâunico modo per arginare i Cattivi, il centro-destra, Meloni, Salvini e il Berlusca lato dark. Lâunico modo per salvare lâEuropa, la ModernitĂ , la Democrazia, lo Spread, la Foca monaca.
Sto vaneggiando? Non credo. Magari non si riuscirà a trovare la quadra nel pentagono anzidetto, ci sarà qualche sorpresa e qualche defezione, qualcuno aderirà di controvoglia, obtorto collo. Ma questo è lo scenario. Insomma di riffa o di raffa, alla fine i Dem sarebbero di nuovo loro a dare le carte, è restare al potere. E chi sarebbe il leader ideale di tutto questo, benedetto da Mattarella e dalla Cupola? Ma uno fresco, nuovo, tale Mario Draghi.
Insomma, se volete che mi sporga con una previsione direi che salvo imprevisti, peraltro sempre prevedibili nel nostro paese, lâalternativa è la seguente: centro-destra rattoppato o centro-sinistra shakerato. E non vi dico nemmeno: sarĂ un anno tormentato e decisivo, perchĂŠ cosĂŹ sono stati pure i precedenti.
La VeritĂ (16 giugno 2022)