Ci salveremo?
È tutta questione di… cervello.
Come ho già avuto occasione di comunicare nei social, in questo periodo storico della mia esistenza sto avendo l’occasione professionale di frequentare un certo numero di giovani, oltre agli studenti universitari che ogni anno frequentano il mio corso.
Mi riferisco alla fascia di età che va dai quattordici ai diciannove anni.
Ebbene, questi giovani sono effettivamente preoccupati per quanto sta accedendo in questa nostra Europa, e si stanno sempre più rendendo conto di quanto sia necessario comprendere le dinamiche storico-culturali che fanno parte delle singole nazioni del mondo.
E sono sostanzialmente due le domande che mi pongono: a) Quali sono i valori fondamentali su cui si possano basare le scelte umane, tanto in una dimensione localistica quanto universalistica? b) In quale misura questi valori coinvolgono la formazione degli scopi d vita?
Ebbene, nella loro perspicacia, effettivamente essi pongono in relazione le due questioni, e nella nostra mente le due cose risultano essere profondamente legate e determinano la nostra idea di qualità della vita e dunque le nostre azioni.
Gli studi in merito sono significativi (Schwartz S.H., 1994, Are universal aspects in the content and structure if values?, in “Journal of Social Issues”, 50, pgg. 19-46), proprio perché evidenziano un insieme di valori universalmente considerati (potere, successo, edonismo, stimolazione, autodirezione, universalismo, benevolenza, tradizione, conformismo e sicurezza).
Bene, la concordanza di questi valori, che vengono declinati con le dovute e necessarie differenze culturali, con gli scopi di vita determina il modo, ossia i comportamenti, con cui ogni essere umano, su questa terra, organizza le proprie azioni. E non solo: tale concordanza favorisce anche la formazione o meno di quel tipo di motivazione intrinseca che sa guidare prudentemente l’essere umano verso un mondo condivisibile con il maggior numero di persone possibili.
Ecco, sulle base di queste considerazioni, penso che l’epoca che sembra si stia aprendo di fronte ai nostri occhi, dunque nella nostra mente (e la mente è il nostro cuore…), si stia caratterizzando per una vera e propria confusione valoriale, che non ci porterà molto lontano.
È una fortuna, benché sia necessaria una riflessione costante, assieme ad una sana volontà positiva, avere fede in Dio. Ed io, con tutti i miei limiti, la possiedo.
Anzi, si rafforza ogni giorno che passa, specialmente quando medito sull’umanità intera.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).