Cattivissimo me
È tutta questione di… onnipotenza.
Thomas Ströbl, il responsabile della Sicurezza nel governo del Baden-Württemberg, il Land tedesco in cui si trova la principale porzione del confine tra Germania e Svizzera, dichiara che “centinaia di clandestini sfruttano ogni giorno la libera circolazione garantita dalla Convenzione Schengen per passare dal territorio elvetico al nostro e portare così da noi caos e pericoli per la sicurezza nazionale. È giunto il momento di ristabilire l’ordine e di difenderci dalle infiltrazioni illegali”.
E lo possiamo leggere qui.(Altro che lezioni di accoglienza: adesso Berlino blinda i confini -I controlli di polizia alla frontiera con la Svizzera promessi da Seehofer hanno suscitato critiche da parte di un fronte politico trasversale -Gerry Freda – Sab, 03/08/2019)
Il governo Merkel ha da poco manifestato la volontà di “chiudere” il confine tra Germania e Svizzera.
Sarà quindi il caso di chiarire, una volta per tutte, come funziona questa nazione all’interno dell’Europa, che, evidentemente, è considerata come una proprietà privata. Ovviamente, la sua. Certo, mettiamoci anche il co-proprietario, il Sig. Macron, aiutato da qualche italiano che si sente francese nel proprio intimo. E non dico altro, a proposito di questo ultimo punto. Germany
In sostanza, qui, di fronte al Mediterraneo, dobbiamo accogliere tutta le merce umana che le Ong, al servizio della Sig.ra Merkel, commerciano a favore delle pensioni italiane, le professioni socialmente utili delle cooperative (bianche e rosse) e la colonizzazione francese. Loro, dall’alto delle “ragioni di sicurezza interna”, come afferma Seehofer al Der Spiegel, possono, anzi “devono” permettersi, la sospensione dell’Accordo di Schengen. Loro sì, e i Paesi che a loro non piacciono (a turno, tocca quasi a tutti, tranne alla Francia, per ovvi motivi politico-economici) no. Questi ultimi devono attenersi ai trattati europei. Questi ultimi non possono, anzi non “devono” sospendere nulla.
E non voglio affrontare le dichiarazioni dell’ex Capo dei Servizi Segreti tedeschi, rilasciate sulla questione della Comandanta, dal cuore più tenero rispetto a noi.
Noi, cattivissimi noi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).