Autorità Palestinese non è meglio di Hamas

Perché l’Autorità Palestinese non è meglio di Hamas

di Bassam Tawil 11 febbraio 2024

Pezzo in lingua originale inglese: Why The Palestinian Authority Is No Better than Hamas
Traduzioni di Angelita La Spada
3860
L’amministrazione Biden (…) può continuare a sognare di “rinnovare” l’Autorità Palestinese, ma (…) ogni bambino palestinese sa che ciò non accadrà mai finché i leader palestinesi continueranno a pagare molto per l’assassinio degli ebrei e a chiedere l’eliminazione di Israele. Nella foto: Il 23 luglio 2018, durante una cerimonia in onore dei terroristi palestinesi, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas dichiarò: “Non ridurremo né sospenderemo gli assegni erogati alle famiglie dei martiri, dei prigionieri e dei prigionieri rilasciati (…) se avessimo un solo centesimo, lo spenderemmo per le famiglie dei martiri e dei prigionieri”. (Fonte dell’immagine: MEMRI)

Mentre l’amministrazione Biden continua a promuovere l’idea di avere un’Autorità Palestinese (AP) “rivitalizzata” che governi la Striscia di Gaza il giorno dopo la fine dell’attuale guerra tra Israele e Hamas, i leader dell’AP stanno ancora una volta dimostrando perché non sono molto diversi dai terroristi islamisti sostenuti dall’Iran che vogliono distruggere Israele e uccidere gli ebrei.

Dopo l’assassinio, avvenuto il 2 gennaio a Beirut, in Libano, di Saleh al-Arouri, vice capo dell'”ufficio politico” di Hamas, responsabile di innumerevoli attacchi terroristici contro gli israeliani negli ultimi dieci anni, i dirigenti dell’Autorità Palestinese si sono affrettati a elogiarlo come “martire” ed “eroe”, e a condannare Israele per aver presumibilmente ucciso il numero due di Hamas. Questa glorificazione di un acerrimo terrorista non è altro che un pieno sostegno al Jihad (guerra santa) di Hamas contro Israele, come delineato nel suo statuto del 1988, che afferma che “il Jihad come metodo, e la morte per la gloria di Dio come più caro desiderio”. (Articolo 8)

Si tratta della stessa Autorità Palestinese i cui leader continuano a incontrarsi regolarmente con gli alti funzionari dell’amministrazione Biden per discutere degli scenari del “giorno dopo” la fine della guerra tra Israele e Hamas. I funzionari dell’amministrazione Biden non hanno nascosto il loro desiderio di vedere un’Autorità Palestinese apparentemente “rinnovata” sostituire Hamas nel controllo della Striscia di Gaza.

Occorre notare che nel 2018 il programma Rewards for Justice del Dipartimento di Stato americano ha offerto ricompense fino a 5 milioni di dollari ciascuna per informazioni che portassero all’identificazione o alla localizzazione di al-Arouri, dirigente politico di spicco di Hamas, e dei leader dell’organizzazione libanese Hezbollah Khalil Yusif Mahmoud Harb e Haytham Ali Tabataba’i.

Al-Arouri, che ha finanziato e diretto le operazioni militari di Hamas in Cisgiordania, ha avuto un ruolo in numerosi attacchi terroristici, dirottamenti e rapimenti. Fu lui a dichiarare la responsabilità di Hamas dell’attacco terroristico compiuto il 12 giugno 2014 in cui tre adolescenti ebrei israeliani, di cui uno, Naftali Fraenkel, con doppia cittadinanza israeliana e americana, furono rapiti e uccisi.

L’amministrazione Biden deve ancora precisare cosa intende quando parla di un’Autorità Palestinese “rivitalizzata”.

Se l’amministrazione statunitense spera che la leadership dell’AP metta fine alla campagna di incitamento contro Israele nelle moschee, nei media e nella retorica dei funzionari palestinesi, vive tra le nuvole. Se l’amministrazione Biden crede che l’Autorità Palestinese, come parte di un processo di “rivitalizzazione”, porrà fine alla sua infinita glorificazione dei terroristi e smetterà di ricompensarli sistematicamente con stipendi mensili per l’omicidio di israeliani, avrà altresì una brutta sorpresa.

Subito dopo l’uccisione di al-Arouri, la fazione Fatah al governo del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha condannato in un comunicato il “vile assassinio”, elogiando il terrorista di Hamas come “un’importante figura nazionale palestinese, combattente e martire”. Secondo Fatah, “il martirio di al-Arouri ha ferito i sentimenti di tutti i palestinesi”. Fatah ha anche indetto, il 3 gennaio, uno sciopero generale in Cisgiordania per piangere la morte del numero due di Hamas e di altri terroristi del gruppo.

Jibril Rajoub, segretario generale del Comitato Centrale di Fatah, strettamente associato ad Abbas, ha telefonato al leader di Hamas Ismail Haniyeh per porgere le sue condoglianze per il “martirio” di al-Arouri, affermando: “Con il martirio di Saleh al-Arouri, la Palestina ha perso uno dei suoi leali figli e combattenti che hanno dedicato la loro vita al servizio della causa palestinese”.

Anche il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh ha salutato al-Arouri come un “martire” e ha espresso le sue condoglianze a Hamas e ai palestinesi. Shtayyeh ha altresì chiesto a Dio di “coprire [al-Arouri] con la sua immensa misericordia e di accettarlo in Paradiso”.

Nella città di Jenin, in Cisgiordania, Jamal Hawil, un alto dirigente di Fatah, ha guidato una manifestazione di protesta per denunciare l’uccisione di al-Arouri, da lui etichettato come “martire”.

Hawil ha inoltre elogiato il massacro di Hamas del 7 ottobre, in cui più di 1.200 israeliani furono uccisi, più di 5.000 feriti e oltre 240 rapiti e presi in ostaggio nella Striscia di Gaza; e ha sottolineato come il leader di Hamas ha ispirato l’ondata di attività terroristiche contro Israele in Cisgiordania:

“Saleh al-Arouri ha invitato i giovani palestinesi [in Cisgiordania] a opporre resistenza con pietre, bombe Molotov, armi e ordigni esplosivi. Le nostre fazioni armate insegneranno [a Israele] una lezione dolorosa”.

Non dovrebbe sorprendere che Abbas e altri leader dell’Autorità Palestinese glorificano i terroristi definendoli “martiri” ed “eroi”. Nel 2021, Abbas chiese di confortare le famiglie dei terroristi palestinesi uccisi mentre attaccavano gli israeliani. Il presidente dell’AP disse al padre di una terrorista:

“Allah aumenterà la tua ricompensa per la nostra martire [Israa Khzaimiah], per i martiri del popolo palestinese. Allah le permetterà di vivere in Paradiso, e certamente il suo posto è in Paradiso perché è una martire della Palestina e di Gerusalemme. M’inchino sempre ai nostri eroi e alle nostre eroine”.

Dopo i brutali massacri degli israeliani perpetrati da Hamas il 7 ottobre, le atrocità sono state celebrate da almeno undici scuole palestinesi, di cui otto gestite dall’Autorità Palestinese, secondo l’Institute for Cultural Peace and Tolerance in School Education (IMPACT-se).

Ad esempio, il liceo maschile di Yaˈabad (nei pressi di Jenin) ) ha detto ai genitori degli alunni che sarebbe rimasto chiuso il 18 ottobre “in segno di rispetto per il sangue puro dei nostri martiri. Dio punisce gli ebrei e coloro che li sostengono”.

Allo stesso modo, il 12 ottobre il liceo maschile Adnan Zaki al-Safarini di Tulkarem ha organizzato una manifestazione inneggiante al massacro di Hamas, con la proiezione di un video con il discorso di uno studente, titolato: “Un giorno che vivrà per sempre nella storia della lotta arabo-palestinese (…) il giorno del Diluvio di al-Aqsa [come Hamas ha ribattezzato le atrocità del 7 ottobre]”.

IMPACT-se ha rilevato:

“Sembra che molte scuole nei Territori palestinesi abbiano colto l’occasione degli attacchi del 7 ottobre per celebrare il massacro, glorificando i terroristi di Hamas ed elogiando il loro coraggio e il sacrificio. L’immagine degli alianti, utilizzati dai miliziani di Hamas per perpetrare le atrocità, viene specificamente evocata in alcuni casi, come in un post apparso sui social media di una scuola che mostrava studenti di seconda elementare intenti a colorare disegni raffiguranti terroristi di Hamas su alianti, post pubblicato dal loro insegnante d’arte, con le parole ‘Gloriosa Gaza’. Numerose scuole hanno anche colto l’occasione per diffondere messaggi espressamente antisemiti, sperando che Dio [esaudisca il loro desiderio di] ‘punire gli ebrei’ o definendo gli ebrei ‘assassini di profeti’, secondo la tradizione delle accuse di deicidio antisemita. Questi dati stanno a indicare che la prossima generazione di palestinesi dovrà essere insensibile alla violenza e alla morte, per considerare gli ebrei e gli israeliani come creature disumane e concepire la propria morte in battaglia come un obiettivo supremo. Alla luce di questo, non si può non giungere alla conclusione che, se lo status quo dell’insegnamento palestinese dovesse continuare, la prossima atrocità sarebbe pressoché assicurata”.

Se all’Autorità Palestinese fosse consentito di tornare nella Striscia di Gaza, come vuole l’amministrazione Biden, continuerebbe il suo pluridecennale percorso di educazione al terrorismo. Abbas e la leadership dell’Autorità Palestinese farebbero esattamente ciò che Hamas ha fatto nella Striscia di Gaza negli ultimi vent’anni: allevare un’altra generazione di palestinesi con messaggi di odio verso gli ebrei e di glorificazione dei terroristi.

L’amministrazione Biden può anche continuare a sognare di “rinnovare” l’Autorità Palestinese, ma ogni bambino palestinese sa che ciò non accadrà mai finché i leader palestinesi continueranno a finanziare l’uccisione degli ebrei e a chiedere l’eliminazione di Israele. È tempo che Washington capisca che non esiste una reale differenza tra coloro che perpetrano attacchi terroristici e coloro che li incoraggiano, li glorificano e pagano profumatamente i terroristi per ogni omicidio commesso.

Come l’amministrazione Biden indubbiamente sa, la sostituzione di Hamas con l’Autorità Palestinese non cambierà nulla nella Striscia di Gaza.

Bassam Tawil è un arabo musulmano che vive in Medio Oriente.