S’intensifica l’aggressività turca nei confronti della Grecia: 90 sorvoli in un giorno
di Uzay Bulut 25 maggio 2022
Pezzo in lingua originale inglese: Turkey Escalating Aggression against Greece: 90 Overflights in One Day
Traduzioni di Angelita La Spada
Mentre il mondo è stato distratto dall’invasione russa dell’Ucraina, la Turchia, un membro della NATO, era impegnata a molestare un altro membro dell’Alleanza Atlantica, il suo vicino occidentale, la Grecia.
Secondo i media greci, il 15 aprile scorso, aerei militari turchi hanno violato lo spazio aereo greco ben 90 volte e hanno effettuato tre sorvoli delle isole greche abitate.
Gli aerei turchi, di fatto, hanno violato lo spazio aereo quasi ininterrottamente dall’inizio dell’anno.
Secondo lo Stato Maggiore della Difesa Nazionale della Grecia, la Turchia ha violato lo spazio aereo greco ogni singolo giorno dall’11 al 13 aprile. I suoi caccia F-16 hanno sorvolato le isole greche di Panagia, Oinousses e Farmakonisi. Il quotidiano Kathimerini ha riportato che “i jet turchi sono stati identificati e intercettati dai caccia greci, come previsto dal diritto e dalle prassi internazionali”.
Nel frattempo, il 31 marzo, il produttore turco di armi e appaltatore della difesa Roketsan, una sussidiaria della Fondazione delle Forze Armate Turche, ha presentato con un video il suo nuovo missile diretto verso un’isola greca nel Mar Egeo.
Il sito web di notizie Nordic Monitor ha riportato:
“Un video di simulazione realizzato per la promozione del nuovo missile contiene messaggi per la Grecia. Esperti militari hanno detto a Nordic Monitor che grandi aziende produttrici di armi simili a Roketsan hanno fatto promozioni più globali per i loro clienti internazionali, ma che le aziende turche eseguono da anni simulazioni che prendono di mira la Grecia e altri Paesi vicini.
“Gli esperti che hanno analizzato le immagini per conto di Nordic Monitor hanno affermato che il luogo da cui vengono lanciati i missili nel video è la costa di Çeşme, nella parte occidentale della Turchia, e che la mappa satellitare nel video è stata riprodotta con lievi modifiche.
“Essi affermano inoltre che l’isolotto reale e le immagini delle scogliere presenti visivamente nel video confermano che si tratta delle coste di Çeşme. In questo caso, il luogo mostrato come nemico nel video è l’isola greca di Chios, che è situata a 4,1 miglia dalla costa turca.
“Nel video, la parte turca viene visualizzata subliminalmente come forza amica, o secondo la terminologia militare, come forza blu, mentre l’altra parte è definita dal colore rosso, che significa nemico.
“Nella fattispecie, non è certo casuale che nel video i missili siano stati lanciati da est a ovest. In tali video, le simulazioni missilistiche sono eseguite in genere da sinistra a destra, ma nel video ÇAKIR i missili vengono lanciati da destra a sinistra e gli obiettivi nemici vengono distrutti, dando un messaggio subliminale che l’obiettivo è la Grecia”.
Di fatto, la Turchia minaccia apertamente da anni di conquistare le isole greche nel Mar Egeo. E come dimostrano le recenti violazioni dello spazio aereo greco da parte di Ankara, il video di Roketsan e le dichiarazioni di funzionari turchi, l’invasione russa dell’Ucraina sembra offrire un conveniente precedente per la Turchia per aumentare la sua aggressione militare contro la Grecia.
La Turchia afferma che la Grecia ha violato gli accordi internazionali stazionando truppe e armamenti nelle isole orientali del Mar Egeo. La Grecia ha ripetutamente respinto queste accuse rispondendo che fino a quando ci sarà una minaccia militare turca per queste isole, esse non saranno smilitarizzate.
Lo status giuridico delle isole greche nell’Egeo è chiaro: il Trattato di Losanna ha stabilito i confini della Turchia e della Grecia, ad eccezione delle isole del Dodecaneso occupate dagli italiani che furono riunite alla Grecia nel 1947 in seguito alla firma del Trattato di pace di Parigi tra l’Italia e gli alleati della Seconda guerra mondiale.
La sovranità greca su quelle isole è sancita da convenzioni internazionali, quali: il Trattato di Losanna del 1923, il Trattato di Montreux del 1936 e il Trattato di Parigi del 1947.
Tuttavia, nel luglio 2021, la Turchia ha inoltrato un reclamo all’ONU in merito alla questione. La lettera, indirizzata al segretario generale Antonio Guterres e firmata da Feridun Sinirlioğlu, rappresentante permanente della Turchia presso le Nazioni Unite, affermava:
“Su istruzioni del mio governo, vorrei richiamare ancora una volta alla vostra attenzione le continue violazioni flagranti da parte della Grecia dei suoi solenni obblighi derivanti dal trattato sia nel Mar Egeo sia nel Mar Mediterraneo riguardo a quelle isole sulle quali la sovranità è stata ceduta alla Grecia sullo specifico e a condizione rigorosa che siano mantenute smilitarizzate…
“La continua, deliberata e persistente violazione materiale da parte della Grecia delle disposizioni sulla smilitarizzazione dei trattati di pace di Losanna e di Parigi, che sono essenziali per il raggiungimento del loro obiettivo e finalità, costituisce una seria minaccia per la sicurezza della Turchia”.
In risposta, la rappresentante permanente della Grecia presso le Nazioni Unite, Maria Theofili, ha inviato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in cui afferma in parte:
“Le argomentazioni contenute nella lettera turca di cui sopra, secondo cui la sovranità sulle isole greche dell’Egeo e del Mediterraneo orientale è stata ceduta alla Grecia dal Trattato di Losanna del 24 luglio 1923 e dal Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 ‘(…) sullo specifico e la rigorosa condizione che siano mantenute smilitarizzate’, non soltanto sono palesemente non comprovate e infondate, ma sono anche giuridicamente e storicamente scorrette. Ancora una volta desideriamo ribadire che la sovranità sulle isole, sugli isolotti e sugli scogli dell’Egeo è stata ceduta alla Grecia in modo definitivo e incondizionato dai suddetti Trattati e qualsiasi interpretazione contraria alla lettera o allo spirito di questi Trattati fondamentali equivarrebbe a un tentativo non autorizzato di rivederli e modificarli unilateralmente”.
A gennaio, sui media turchi è apparso un video in cui si afferma che gli studenti dell’accademia navale turca potrebbero facilmente raggiungere l’isola greca di Kastellorizo (“Meis” in turco) a nuoto dalla Turchia. Il video è stato pubblicato anche sull’account Twitter ufficiale del Ministero della Difesa turco. Il video inizia con il ministro della Difesa nazionale turco Hulusi Akar che asserisce:
“A 1950 metri dalla Turchia c’è l’isola di Meis,. Lo standard di nuoto dei nostri studenti dell’Accademia militare è di 2000 metri. Quindi, possono raggiungerla a nuoto”.
Il video mostra poi alcuni studenti militari turchi che nuotano verso l’isola di Tuzla, che è situata altresì a 1950 metri da Istanbul, dove essi si trovano.
Se la Turchia non ha ambizioni militari o aggressive nei confronti di quelle isole greche, perché non vuole categoricamente nessuna presenza militare greca su quelle isole che sono giuridicamente territorio greco?
Purtroppo, la Turchia sembra avere un programma espansionistico che ha una storia centenaria e che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso chiaramente.
La Grecia non ha un programma del genere. La Grecia non è stata impegnata a invadere o minacciare i suoi vicini o altre nazioni del Medio Oriente.
La Turchia, invece, invase Cipro Nord nel 1974, costrinse alla fuga i greci di fede cristiana che vivevano lì e fece manovre per acquisire il resto. Nel 2018, la Turchia invase il nord della Siria e, impiegando le forze militari jihadiste, occupò la regione.
Se la situazione economica turca continua a peggiorare, anche il sostegno dell’opinione pubblica al governo è diminuito. Secondo un sondaggio del 2021, effettuato dal centro di ricerca turco Yoneylem, il 53 per cento dei cittadini turchi ha perso la fiducia nel presidente turco. Secondo sondaggi condotti dalla società demoscopica ORC tra febbraio 2021 e marzo 2022, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), al governo in Turchia, ha perso mensilmente voti nel corso dell’ultimo anno. In tal caso, è possibile che il governo turco senta la necessità di una vittoria militare contro la Grecia, per aumentare i voti di Erdogan alle prossime elezioni parlamentari del 2023?
Inoltre, il 2023 segnerà il centenario della fondazione della Repubblica di Turchia e della firma del Trattato di Losanna. Erdogan ha dichiarato che il suo governo ha fissato alcuni obiettivi per il 2023. Date le azioni e le dichiarazioni del governo turco, è probabile che questi obiettivi includano l’espansione territoriale. Il 19 ottobre, Erdogan ha detto:
“[Nel 1914] i nostri territori erano vasti: 2,5 milioni di chilometri quadrati, e dopo nove anni con la firma del Trattato di Losanna vennero ridotti a 780.000 chilometri quadrati. (…) Insistere sui [confini del 1923] è la più grande ingiustizia che può essere fatta al Paese e alla nazione. Mentre tutto sta cambiando oggigiorno, non possiamo considerare la preservazione del nostro status del 1923 come un successo”.
Il 22 ottobre 2016, Erdogan affermò:
“Non abbiamo accettato i nostri confini volontariamente. (…) All’epoca [quando furono tracciati gli attuali confini] potremmo anche essere stati d’accordo, ma il vero errore è arrendersi a quel sacrificio”.
Il mese precedente, Erdogan si riferì direttamente alle isole del Mar Egeo, asserendo:
“Adesso riuscite a vedere l’Egeo, vero? A Losanna, abbiamo regalato quelle isole dove il vostro grido qui [in Turchia] può essere sentito laggiù. Che genere di vittoria è questa? Quei luoghi ci appartenevano”.
In un’intervista del 10 febbraio scorso all’emittente televisiva statale TRT, il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu ha dichiarato:
“Abbiamo inviato due lettere all’ONU perché queste isole sono state cedute alla Grecia con il Trattato di Losanna del 1923 e con il Trattato di pace di Parigi del 1947 a condizione della loro smilitarizzazione. Ma negli anni Sessanta la Grecia ha iniziato a violare i termini dei trattati. (…) Queste isole sono state cedute con riserva. Se la Grecia non si ferma, la sovranità di queste isole sarà messa in discussione. (…) Se necessario, lanceremo un ultimo monito”.
In risposta, il portavoce del Servizio per l’azione esterna dell’Unione Europea Peter Spano ha rilasciato una dichiarazione, affermando:
“La sovranità della Grecia su queste isole è indiscutibile. La Turchia dovrebbe rispettarla, astenersi da dichiarazioni e azioni provocatorie al riguardo, impegnarsi inequivocabilmente in relazioni di buon vicinato e lavorare per risolvere pacificamente eventuali controversie. Gli accordi internazionali devono essere rispettati”.
Tuttavia, le autorità turche continuano a prendere di mira le isole greche. Il 18 febbraio, Erdogan ha detto:
“Non possiamo tacere sulle attività militari svolte in violazione degli accordi sulle isole che hanno uno status non militare. Abbiamo infatti posto tale questione all’ordine del giorno delle Nazioni Unite. E lo sarà anche nel prossimo futuro”.
Nonostante l’accordo sul rispetto delle principali festività nazionali e religiose tra i due Paesi, il 6 gennaio, festa dell’Epifania, giorno in cui i cristiani ortodossi celebrano la manifestazione di Gesù Cristo, la Turchia è entrata nello spazio aereo della Grecia per ben 37 volte, con caccia F-16 e aerei da trasporto CN 235. Il 7 febbraio, la Turchia ha violato lo spazio aereo greco 60 volte in un solo giorno. Il 14 marzo, un giorno dopo che i leader di Grecia e Turchia si sono incontrati a Istanbul e hanno concordato di ridurre le tensioni nel Mar Egeo, fonti militari greche hanno rivelato che ci sono state 25 violazioni dello spazio aereo greco da parte di Ankara.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias ha definito la posizione della Turchia sulla Grecia “l’epitome dell’irrazionalità”, aggiungendo:
“La Turchia ha schierato davanti alle nostre isole la più grande forza da sbarco e la più grande flotta del Mediterraneo, chiedendoci di smilitarizzare le nostre isole, in altre parole, di rinunciare al nostro diritto riconosciuto all’autodifesa, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite”.
L’aggressione della Turchia contro le isole greche e il resto della Grecia dovrebbe essere analizzata nel suo contesto storico che include conquiste turche, imperialismo e islamizzazione nel corso dei secoli. I turchi, originari dell’Asia centrale, invasero nell’XI secolo l’Asia Minore, allora entro i confini dell’Impero greco-bizantino, e iniziarono a conquistarla e a turchificarla. I Turchi ottomani invasero nel XV secolo l’allora città greca di Costantinopoli (l’odierna Istanbul) e distrussero l’Impero bizantino. Dopo quasi quattro secoli di oppressione ottomana, i greci ottennero l’indipendenza a seguito della Guerra d’Indipendenza (1821-1832) e divennero i primi popoli occupati dall’Impero ottomano ad assicurarsi il riconoscimento come nazione sovrana.
Dal 1913 al 1923, i greci in Anatolia che rimasero sotto il dominio turco ottomano furono vittime di genocidio, che sradicò quasi completamente i cristiani anatolici, inclusi armeni e assiri. La persecuzione turca dei greci e di altri cristiani continuò dopo la fondazione della Repubblica di Turchia nel 1923 e culminò nel pogrom anti-greco a Istanbul, nel 1955, e nell’espulsione forzata da Istanbul, nel 1964, di quasi tutti i greci etnici rimasti. Dieci anni dopo, la Turchia invase il nord della Repubblica di Cipro e ne occupò illegalmente il 36 per cento negli ultimi 48 anni.
Le azioni della Turchia nei confronti della Grecia e di Cipro sono dettate dal desiderio turco di avere superiorità geostrategica nella regione a spese del diritto internazionale, nonché dalla sete islamica turca di espansionismo e supremazia sui greci e altri non turchi nella regione. Oggi, a seguito delle politiche violente e ostili della Turchia contro i greci, solo circa 1.800 greci risiedono a Istanbul, una città costruita dai greci.
L’aggressione e le atrocità della Turchia sono costate innumerevoli vite e terribili sofferenze umane. Finché l’Occidente continuerà a consentire le sistematiche violazioni da parte della Turchia dei diritti umani e del diritto internazionale, la stabilità e la pace rimarranno un sogno remoto nella regione.
Uzay Bulut, una giornalista turca, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.