Cosa ci dicono le europee?
- 30 Maggio 2019
Si possono fare diversi tipi di analisi, all’indomani di qualsiasi tornata elettorale.Il tipo che qui di seguito vi propongo è, al tempo stesso, antropologico e mentale.
Molto spesso sentiamo dire, anche in televisione da esperti scienziati, che la nostra specie è sociale. In realtà, non è proprio così, perché noi siamo più gregari che sociali. E vi è una sostanziale differenza. Una specie gregaria segue un leader, ne ha bisogno e lo cerca. Non desidera che i suoi membri sviluppino la capacità di prendersi cura delle proprie azioni, ossia la capacità di diventare responsabili delle conseguenze della propria libertà. No, una specie gregaria vuole qualcuno da seguire, e lo fa per poter dire, alla fine, che, se le cose sono andate bene, significa che la scelta era ottima, mentre se andranno male, che la colpa è del leader.
Bene, tutto questo processo non è necessariamente sociale, (nel senso che ogni individuo sceglie il leader per il proprio benessere e non per quello altrui e in questo senso potrebbe dirsi sociale), è ciò che comunemente definiamo democrazia indiretta, ossia democrazia rappresentativa. Qualcuno decide al posto nostro, come leader, nelle sedi giuste, le istituzioni parlamentari. Certo, lo dovrebbe fare rispettando il programma elettorale presentato prima delle consultazioni e sulla base del quale ha ricevuto il mandato rappresentativo, ossia realizzando i desideri di coloro che lo hanno eletto. Le elezioni, qualsiasi tipo di elezione, e in qualsiasi organo sociale, dovrebbero servire a questo.
Tutte le popolazioni di questo mondo abbisognano di leader, perché la situazione che ho appena descritto non è solo tipica delle democrazie, ma dell’essere umano in quanto tale. Si tratta, cioè, di una situazione esistenziale di tipo antropologico e mentale: l’evoluzione della nostra specie è ad uno stadio in cui si preferisce non assumersi le proprie responsabilità, perché questa non assunzione la fa vivere meglio, senza troppi problemi.Poter attribuire le colpe ad altri, se il leader non esegue i programmi elettorali, e i meriti a sé stessi, se li esegue, grazie al fatto che noi lo abbiamo votato, è una delle azioni più caratteristiche della nostra specie. Direi che ci contraddistingue, con una notevole rilevanza, tanto antropologica quanto biologica.
Scritto questo, rispondo al quesito proposto dal titolo di questo mio articolo. Cosa ci dicono le Europee. Ci dicono proprio questo: la maggioranza dei popoli europei vogliono leader che sappiano risolvere problemi comuni, come la questione ambiente (ecco il voto ai verdi) e problemi particolari, territoriali, nazionali. Abbiamo bisogno di leader, dicono i cittadini, che siano determinati a condurre i popoli verso un cammino più sicuro, più proiettato verso un futuro che tenga conto del benessere comune, plurale di tutto, senza dimenticare che se non si sta bene a casa propria è difficile stare bene accanto agli altri, anche senza entrare in casa loro.
Per stare uniti dobbiamo sperimentare un benessere mentale e culturale con noi stessi. Altrimenti, non esiste nessuna unione. Non può esistere, non deve esistere. Tutte le cose di questo mondo sono duali, e il personale può diventare nazionale, internazionale, quando ci sentiamo e ci percepiamo a bordo di un’unica imbarcazione, con validi timonieri, anche quando abbiamo poco vento in poppa.
alessandro bertirotti
Da: https://www.notizieinunclick.com/cosa-ci-dicono-le-europee/