Coronavirus, in Puglia beneficiari si rivendono i buoni-spesa. Il sindaco di Gravina: “Vi mando in galera”
(eikon)
A seguito di segnalazioni, il Comune (che aveva avviato la distribuzione dei buoni da oltre dieci giorni, prima ancora del provvedimento del Governo) ne ha modificato la modalità di erogazione riportando nome e cognome del beneficiario
02 aprile 2020
I primi furbetti dei buoni spesa destinati alle famiglie bisognose a causa del Coronavirus sono venuti allo scoperto in provincia di Bari. Per la precisione a Gravina in Puglia, sulla Murgia barese, al confine con la Basilicata. A denunciarlo, in un video messaggio su Facebook, è il sindaco. “Vi mando in galera” tuona Alesio Valente, gesticolando con fare minaccioso.
Denunce formali con nomi e cognomi ancora non ne sono state fatte alle forze dell’ordine o alla magistratura, perché quelle arrivate al primo cittadino sono state fino a questo momento segnalazioni circostanziate ma anonime.
“Mi segnalano furbetti pronti ad approfittare della situazione, rivendendosi i buoni spesa. Ve lo dico subito: vi mando in galera” dice Valente, spiegando di aver “saputo di qualcuno che si rivende i buoni. Per esempio se il buono ha il valore spesa di 100 euro, se lo rivende a 70 euro. E’ davvero vergognoso, vi denuncio tutti e vi mando in galera su questa storia. Capito? Già l’assistenzialismo non mi piace tanto, figuriamoci se dobbiamo essere presi in giro perché parliamo di soldi pubblici che devono essere assolutamente ben utilizzati”.
Intanto il sindaco assicura che i controlli su queste presunte truffe sono in corso per scovare i furbetti e denunciarli. A seguito di queste segnalazioni, comunque, il Comune, che aveva avviato la distribuzione dei buoni da oltre dieci giorni, prima ancora del provvedimento del Governo, ha modificato la modalità di erogazione. “Il buono è cambiato – spiega il sindaco – per ricevere la spesa dai supermercati insieme al buono ora dovete allegare la carta di identità in modo che diventa non cedibile”.
Da ieri, cioè, sui buoni è riportati nome e cognome del beneficiario, così il commerciante può verificare che corrisponda al documento.