Rinunciamo a tutto!!

Niente lezione di flauto a scuola: l’islam lo vieta

Nel Reggiano molte famiglie musulmane vogliono esonerare i figli dallo studio della musica
Gianpaolo Iacobini – Mar, 08/12/2015

Reggio Emilia La musica? È proibita dal libro sacro. Dunque, non va insegnata a scuola.

Per Allah suonare il flauto è peccato. E dopo il presepe ed il cristianesimo, dagli istituti scolastici d’Italia rischiano di sparire anche le note e il pentagramma. A Guastalla, nel reggiano, nei giorni scorsi tre famiglie musulmane si sono presentate nelle scuole frequentate dai figli chiedendone l’esenzione dall’insegnamento delle discipline musicali.

«Il Corano vieta la musica», la giustificazione addotta. Argomenti usati già sul finire del 2014 in altri plessi, prima che la mediazione degli insegnanti mettesse in evidenza l’illegittimità della richiesta. Quando si pensava che la questione fosse finita in archivio, il problema si è riproposto. E adesso, temendo possa moltiplicarsi, come conferma la Gazzetta di Reggio è stato richiesto l’intervento dell’Ufficio scolastico provinciale, «per fornire direttive ai docenti». Più che un no, un vedremo, che suscita timori e ansie. E, specie sul web, le voci islamiche contrarie all’ora di musica. Ad esempio Civiltà Islamica. «Non facciamo parte dei Fratelli musulmani, né di alcuna fazione politico-partitica, siamo contro tutte le forme di terrorismo», si legge nella presentazione del sito. Poi, spulciando, salta fuori un modulo per la richiesta di esenzione, postato da Abu Ismail Morselli. «L’educazione musicale è diventata purtroppo obbligatoria nelle scuole elementari e medie», spiega Abu Ismail, all’anagrafe Carlo Morselli, fino a una settimana fa direttore del portale, riferimento degli italiani convertiti all’Islam. «Questo aggiunge Morselli – è l’ennesimo emblema della decadenza culturale dell’occidente, un altro esempio di come da parte del potere costituito non si perda occasione per cercare di corrompere i musulmani». Del resto, la Sharia è chiara. E la fatwa emessa dal muftì sunnita Muhammad Ibn Adam al-Kawthari non lascia dubbi: «È vietato l’uso degli strumenti musicali designati esclusivamente per l’intrattenimento e la danza e che creano ammaliamento, piacere e gioia». Nell’elenco figurano «tamburo, violino, chitarra, flauto, liuto, mandolino, pianoforte, gli archi». Vogliono fermare la musica. Come se fosse facile addomesticare gli uomini.


Il prete anti-Salvini: “Niente presepe in chiesa”

Don Paolo Farinella si rifiuta di fare il presepe in chiesa pur di non aver nulla da spartire con il leader della Lega
Matteo Carnieletto – Mar, 08/12/2015

Don Paolo Farinella è un prete di strada. Uno abituato ad andare controcorrente e, molto spesso, anche contro le gerarchie ecclesiastiche.

Un prete un po’ di sinistra che, l’anno scorso, ha salutato positivamente l’iniziativa di don Prospero Bonzani, che aveva inserito una moschea nel presepe della parrocchia di via Vesuvio.

Come riporta Il Secolo XIX, quest’anno, don Farinella, pur di andar contro Salvini, ha deciso di non fare il presepe: “Io quest’anno il presepe non l’ho fatto. Per protesta. Contro chi sputa sopra una cosa sacra, un simbolo di amore e di unione. Io con Salvini (che dopo le stragi di Parigi ha detto: ‘Facciamo il presepe per non arrenderci’) non voglio avere niente a che spartire. Perciò, è deciso, nessun presepe nella mia chiesa”.

Questa iniziativa, però, non danneggia Salvini. Danneggia solamente i parrocchiani che non possono godere della bellezza delle tradizioni e della dolcezza del presepe e, in definitiva, rappresenta una scelta ideologica. Proprio quello che il prete rinfaccia a Salvini.