Rimini, al bando Tu scendi dalle stelle. La scuola sceglie canti africani
I bambini di ben due istituti di Rimini e provincia non canteranno nei loro spettacoli natalizi il Tu scendi dalle stelle. Le scuole lo hanno elimanato per dei canti africani. Tutto per favorire l’integrazione
Gabriele Bertocchi – Ven, 16/12/2016
“Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo…”.
Non ci saranno altre note o versi di questo tanto amato canto di Natale, che è parte della nostra cultura cristiana. Anzi, ad essere precisi non ci sarà proprio nulla. È questa la decisione presa da una scuola primaria di Rimini e in una della Provincia.
La decisione che cancella le nostre radici
E allora cosa canteranno i bambini nella tradizionali recite natalizie? Sinceramente non saprei dirvelo, e probabilmente nemmeno cantarvelo. Infatti, al posto dei classici canti di Natale ci saranno dei cori africani. Non siamo di fronte a un’opzione avanzata da qualche fan dell’integrazione. No, si tratta di una decisione presa e già messa in atto. Uno degli spettacoli di Natale interpretato dagli alunni di una primaria di Rimini è andato già in scena. Un altro è atteso il 23 dicembre.
La scelta di eliminare il canto cristiano per uno africano è arrivata all’interno di un progetto sulla fratellanza dei popoli, mirato all’integrazione di tutte le culture. Perplessità e proteste (ovviamente) sono state avanzate dai genitori degli istituti. Sabrina Saccomanni dell’Associazione Evita Peron spiega, dalle pagine di AltaRimini.it, come questa scelta rappresenti un attacco alle radici cristiane del Natale, ricordando come il 25 dicembre sia la festa per la nascita di Gesù.
La melodia bandita perché troppo cristiana
Sorge una domanda: non si poteva far cantare entrambe le melodie? No. È proprio qui che sorge l’indignazione di tutti. “Il canto – come spiega la responsabile dell’associazione Evita Peron – è stato messo al bando perché può urtare la sensibilità di bambini e genitori che appartengono a un’altra religione”. “Ragionando in questo modo – prosegue la Saccomanni – fanno perdere ai nostri figli i nostri valori e le nostre tradizioni, come ad esempio il presepe”.
“Ma oltre alle tradizioni, il Natale perde anche un po’ di magia – aggiunge la Saccomanni- quella delle emozioni dei genitori, che con gli occhi lucidi ammirano i propri figli intonare canzoni che hanno pervaso il periodo natalizio della loro infanzia”.
Il progetto intrapreso dalle scuole in questione di sicuro è fondato su buoni principi e sulla volontà di stare vicini a tutti gli studenti, cristiani e non. Ma la lezione che dà è errata. Infatti eliminando i canti cristiani si cancellano quelle che sono le nostre radice e la nostra cultura. Così facendo il progetto viene invalidato: con la disintegrazione delle tradizione non può esserci integrazione ma solo prevaricazione.