La Comunità Parrocchiale del SS. Salvatore sulle orme di Santa Rita
Cinquantacinque fedeli della comunità Parrocchiale del SS. Salvatore di Pontelandolfo ai primi bagliori di domattina si metteranno in cammino verso la terra francescana, fino ad imboccare quel tratto di strada che si inerpica lungo il pendio del monte Ocosce, balza dell’Appennino umbro, e conquistare, tornante dopo tornante, la meta, lì in cima all’altura, dove si adagia il caseggiato della piccola comunità di Cascia, per immolarsi nella supplica dinanzi al sarcofago del corpo incorrotto di Santa Rita. Guidano i pellegrini nel viaggio della purificazione spirituale Adriana Inzeo e Franca Albini, due cuori pulsanti all’unisono della Parrocchia del SS. Salvatore che da diversi anni raccolgono i fedeli nella preghiera sulle orme della “Santa degli impossibili”, la “Santa della Rosa”, la “Santa della Spina”. E’ una preghiera intensa, per ritrovare un nuovo senso di pace e di armonia fraterna con il prossimo, è una preghiera di abbandono della vita materiale vissuta fino a quel momento e di profonda connessione al sacro. L’annuale esperienza casciana è diventata nel tempo una gemma spirituale di inestimabile valore, un cammino speranzoso di forte impatto mistico per i fedeli che alimentano le attività religiose della Parrocchia del SS. Salvatore. Come il miracolo che si compie con il ritmo di un metronomo, con il trascorrere dei minuti della lunga trasferta per l’Umbria dei Santi, in un’atmosfera fuori dal tempo, cresce ed esplode nell’abitacolo del torpedone uno straordinario potere mistico, generatore di linfa vitale, che nutre e soddisfa lo spirito e l’animo dei devoti viaggiatori nel senso più profondo dell’umiltà, della comprensione, della tolleranza, del perdono, della gioia di vivere la quotidianità della vita, testimoni dell’amore vero, dell’amore altamente religioso. Il pellegrinaggio, che prevede, tra l’altro, una visita alla infiorata cittadina di Spello, uno dei borghi più belli d’Italia, e una contemplazione devota nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, secondo un copione scritto e consolidato nel tempo, compirà l’ultimo atto della straordinaria esperienza mistica, in religioso raccoglimento, nella suggestiva cappellina che racchiude lo scoglio della preghiera di Margherita Lotti, quello sperone di roccia sospeso sul mondo che reca le impronte delle ginocchia e dei gomiti della santa, simbolo eterno della spiritualità ritiana di Roccaporena.
Gabriele Palladino