Josè Lombardi al “Gran Ballo Russo”
Spumeggiante, monumenmtale è l’onda della popolarità che da anni sta cavalcando Josè Lombardi, quotato e ci piace dire anche tenace stilista dell’alta moda per il suo custodire nel petto il cuore pulsante dell’impavido guerriero sannita, per appartenenza murgantina, la residenza dei suoi genitori.
Protagonista tra i protagonisti, e non poteva essere altrimenti, è stato qualche giorno fa alla decima edizione del Gran Ballo Russo tenutasi nell’aristocratico Palazzo Brancaccio, sontuosa location, nel bel mezzo della capitale.
La serata illuminata dallo splendore, dal lusso e dalla cultura d’elite d’altri tempi, si è svolta in un contesto di raffinatezza ed eleganza fiabesca, tra roteanti passi di valzer, accattivanti recitazioni poetiche, prepotenti esibizioni dell’arte lirica, danze d’antan e performance teatrali di alto livello artistico. La kermesse ha voluto onorare la memoria dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij nel bicentenario della sua scomparsa e, in particolare, il riferimento è al suo celebre romanzo “Dvoinik” (il sosia), concepito nel 1846, in quell’anno di grazia del suo scrivere. Al contenuto del “poema pietroburghese”, dove il “protagonista si sdoppia per dare vita ad un secondo signor Goliadkin, simbolo dell’insana malvagità che si nasconde nel profondo dell’animo apparentemente integerrimo e nobile dell’uomo”, si è ispirato e si ispira il tradizionale, prestigioso avvenimento romano. Josè in questa occasione si è, come dire, esibito dall’altra parte, o meglio ha sfoggiato la sua fine competenza tra i banchi della giuria, quella deputata all’elezione dell’abito Ottocentesco più bello.
La presenza del Principe Guglielmo Giovannelli Marconi, della Principessa Maria Pia Ruspoli, dell’attrice russa Marina Kazankova, del soprano Laura Ali e del Mons. Jean Marie Gervais, hanno impreziosito e dato ancora più lustro all’evento capitolino. “Desidero ringraziare Yulia Bazarova- ci ha detto lo stilista murgantino -, persona speciale e bellissima, per avermi offerto, con il suo invito, la possibilità di vivere emozioni indimenticabili, in un’atmosfera dal fascino imperiale d’altri tempi”. Josè Lombadi spalanca, oggi, definitivamente il grande portone che si apre sul fantastico scenario della mondanità, mondanità intesa nella sua accezione spirituale più profonda di chi vive nel mondo, cioè nel secolo. Ad majora semper Josè.
Gabriele Palladino